Caveat emptor

George Akerlof, Robert Shiller
Ci prendono per fessi
Mondadori, Milano, 2016

Il libro Phishing for Phools di Akerlof e Shiller è dedicato al phishing, un fenomeno antico quanto il mondo al quale è stata prestata attenzione solo in tempi recenti.

La parola phish, secondo l'Oxford English Dictionary, fu coniata nel 1996 [..] Il dizionario ne dà questa definizione: Perpetrare una frode via Internet, specie fingendosi qualche nota azienda, al fine di strappare ad altri soggetti informazioni personali; effettuare una frode online andando a pesca di informazioni personali con l'inganno

Analoga è la definizione su Wikipedia, che su questi argomenti fa testo.

Il phishing è un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale.

Akerlof e Shiller estendono il concetto sino ad esprimere

l'idea di indurre la gente a fare cose che sono nell'interesse di chi getta l'esca e non nell'interesse della sua vittima

Si tratta di un fenomeno comune, presente in tutti i rapporti interpersonali, che può essere descritto più compiutamente in questo modo: Indurre qualcuno (o essere indotti) a compiere un'azione contro il proprio interesse per procurare a noi (o ad altri) un beneficio.

La peculiarità del fenomeno, considerata rilevante da Akerlof e Shiller, è che le transazioni economiche sono, o quanto meno possono essere, deliberatamente strutturate in modo da indurci in errore circa le nostre motivazioni e le nostre conoscenze senza che vengano meno le condizioni di equilibrio paretiano.

Ciò è possibile perchè, come numerosi fatti dimostrano, nelle scelte che operiamo siamo sovente ingannati dai nostri desideri inconsci e dalla mancanza di informazioni corrette sulle decisioni che stiamo per prendere. Ovvero, usando una metafora, è la scimmia sulla nostra spalla che decide per noi. E, si sa, le scimmie non riflettono abbastanza e si lasciano ingannare facilmente.

L'economia della scimmia sulla spalla

Partendo da questa constatazione empirica, George Akerlof e Robert Shiller, entrambi premi Nobel per l'economia, si propongono di mettere in discussione la presunta ottimalità dell'equilibrio di libero mercato, così come ce la rappresentiamo a partire da Adam Smith.

Nel 1776 il padre della disciplina, Adam Smith, nel suo La ricchezza delle nazioni scrisse che con i liberi mercati ogni individuo, come guidato da una mano invisibile ... andando dietro al suo proprio interesse, promuove anche il bene generale. 16

[..] Nella sua versione moderna, quella correntemente insegnata persino nei corsi di introduzione all'economia, si dice che l'equilibrio di un libero mercato competitivo è «Pareto-ottimale». 17 Con tale espressione si intende che quell'economia ha raggiunto un equilibrio tale per cui risulta impossibile migliorare il benessere economico di tutti i suoi soggetti. Qualsiasi interferenza peggiorerà lo stato di qualcuno. Agli specializzandi, questa conclusione viene presentata sotto forma di un teorema matematico non privo di eleganza, mediante il quale la nozione di ottimalità del libero mercato viene portata a un elevato grado scientifico. 18

Ovviamente, la teoria non manca di individuare alcuni fattori capaci di incrinare l'equilibrio dei liberi mercati. Tra di essi ci sono le attività economiche di un soggetto che hanno dirette ricadute su un altro (sono chiamate «esternalità»); e poi la cattiva distribuzione del reddito. È dunque diffusa fra gli economisti la convinzione che, a parte queste due imperfezioni, solo un pazzo creerebbe interferenze ai meccanismi del libero mercato. 19 E naturalmente gli economisti hanno ormai da molto tempo capito che le imprese di dimensioni più grandi rischiano di impedire ai mercati la piena competitività.

Questa conclusione, tuttavia, ignora le considerazioni al centro di questo libro. Dove ci sono mercati completamente liberi, non c'è soltanto la libertà di scelta: c'è anche la libertà di raggiro. L'equilibrio, come Adam Smith, sarà comunque ottimale; ma non per ciò che vogliamo realmente, bensì per i gusti della nostra scimmia sulla spalla.

Ci permettiamo quindi di apportare una lieve modifica alla teoria economica usuale (facendo rilevare la differenza fra l'optimum dei nostri gusti reali e quello dei gusti della nostra scimmia sulla spalla).

La teoria economica standard, ottimamente rappresentata da Paul Samuelson, ha ignorato questa differenza in quanto considera le preferenze del consumatore così come si manifestano, nella loro dimensione quantitativa. La critica di Akerlof e Shiller alle preferenze rivelate di Samuelson è diretta, ancorché relegata in nota: a essere rivelati, - sostengono Akerlof e Shiller - qui, sono ovviamente i gusti della scimmietta sulla spalla del consumatore..

Il concetto è, ovviamente agli antipodi della nostra idea secondo cui occorre distinguere fra ciò che le persone vogliono realmente (ciò che è buono per loro) e ciò che pensano di volere (i gusti delle loro scimmie sulla spalla)

I nostri esempi sono stati accuratamente scelti non solo per mostrare la possibilità del phishing, ma anche per evidenziarne l'ubiquità e la rilevanza generale nella nostra vita economica. Sono esempi intesi a smentire l'idea della dottrina economica tradizionale (quella non comportamentale) secondo cui le manifestazioni del fenomeno non incidono se non marginalmente, perché nella stragrande maggioranza dei casi scegliamo deliberatamente ciò che per noi è meglio.

Le conclusioni sono quindi pessimistiche:

poniamo in luce una conclusione che a chiunque pensi nei termini della teoria dell'equilibrio generale non può non risultare naturale: quella dell'inevitabilità del phishing.

Insomma

il phishing [..] non è un'occasionale interferenza. È onnipresente. E non solo condiziona molte decisioni, ma può avere effetti consistenti su prosperità e benessere.

Come il fornaio, il birraio e il macellaio sono lì pronti a servirci se abbiamo le risorse per pagare quanto richiedono per darci il pane, la birra e la carne, allo stesso modo i lestofanti sono lì pronti a metterci nel sacco.

Se le condizioni delle transazioni economiche sono queste, a poco serve l'esortazione latina a guardarsi dall'inganno, il Caveat emptor.

I liberi mercati lasciano alla gente la libertà di scegliere, ma anche la libertà di raggirare e di essere raggirati. Ignorare questo fatto significa correre verso il disastro.

Le regole e la loro applicazione

L'homo economicus perseguendo il proprio interesse trova un limite solo nella libertà di scegliere e nelle regole comuni dello scambio. In entrambi i casi è nel suo proprio interesse cercare di influire sulle condizioni della scelta e cercare di modificare le regole a suo proprio favore. Anche gli enti regolatori sono soggetti a phishing.

Nel 1955 il politologo Marver Bernstein avanzò la tesi che gli enti regolatori vengono istituiti quando la gente è esasperata per qualche abuso, ma poi l'attenzione si sposta altrove. A quel punto, chi è oggetto della regolamentazione cattura i regolatori, comprandoli con tangenti o con posti di lavoro per i loro amici e parenti, oppure versando denaro per la campagna elettorale dei politici destinati a incarichi di vigilanza. Le aziende regolamentate fanno di tutto per modificare le regole che le riguardano, mentre alla gente comune, confusa da una pletora di regole che non capisce, quest'opera di imbrigliamento sfugge. Le aziende regolamentate trasformerebbero quindi il regolamentatore in una forza di controllo che agisce a loro vantaggio, soffocando la concorrenza con la rigida applicazione di regole pretestuose. 43 [..]

Una versione ancora più sinistra di questa teoria vuole che l'istituzione di enti regolatori da parte dell'amministrazione pubblica sia surrettiziamente istigata proprio da coloro cui le regole sono rivolte: costoro sono i primi sostenitori delle regole perché sanno che possono abusarne." Si parla, in proposito, di «teoria economica della regolamentazione», dal momento che alla base di questa tesi c'è il consueto presupposto secondo cui quanto accade in un'economia sia in massima parte frutto, per un verso o per l'altro, della ricerca del tornaconto personale. 44

La teoria della «cattura» presenta però qualche difficoltà. Gli elementi addotti per suffragarla soffrono di una classica distorsione: sono attinti ai rari casi in cui i regolatori vengono meno ai loro compiti, senza troppa attenzione per i casi, probabilmente ben più comuni, in cui, attraverso un duro lavoro, fanno il loro dovere. In quegli elementi di prova, inoltre, il rapporto di causalità è molto labile. 46 Un altro aspetto importante è che il fenomeno della «cattura» non è mai bianco o nero, tutto o niente, ma si presenta in un'ampia gamma di sfumature. 47 [..]

Condizionamenti psicologici, incapacità mentale di comprendere l'oggetto della transazione, situazioni di necessità, sono tutte condizioni che influiscono sulla libertà di scelta, alle quali si può tentare di ovviare imponendo delle regole giuridiche soggette al controllo di enti. Tutto ciò, però, impone una riflessione sul significato della scelta e sul paternalismo implicito nella regolamentazione.

Come si vede già da queste brevi note ed ancor più leggendo il libro l'argomento si presenta in modo estremamente complesso.

Non mi dilungo oltre. Per un ragionevole riassunto delle innumerevoli esemplificazioni di phishing presentate nel libro rinvio alla recensione di Cass Sunstein sulla The New York Review of Books.

Naturalmente, se anche solo una parte degli esempi di phishing riportati da Akerlof e Shiller fossero legalmente giustificati la nostra concezione di merito ne verrebbe profondamente modificata con buona pace di Tyler Cowen.

MP

Bibliografia

George A. Akerlof, Robert J. Shiller
- Ci prendono per fessi. L'economia della manipolazione e dell'inganno, tr. Luca Vanni, Mondadori, Milano, 2016
- Phishing for Phools: The Economics of Manipulation and Deception, Princeton University Press, 2015