Per una teoria della citazione

Tutto è citazione - nulla è citazione

Che cos'è citazione? Edoardo Sanguineti inizia il suo intervento al convegno sulle forme della citazione nel Novecento, tenutosi a Firenze nell'ottobre 2001, formulando la tesi: tutto è citazione.

La mia tesi di partenza è questa: che tutto è citazione. [..] La mia è una pretesa quasi di ordine antropologico: quando dico che tutto è citazione voglio dire che noi viviamo citando.

Ovvero, anche il codice sociale, che definisce ruoli e comportamenti, è una somma di citazioni alle quali gli uomini si rifanno riproducendo continuamente comportamenti che sono stati di altri. Scrive ancora Sanguineti:

Quando dico antropologico voglio dire che il fatto che io sia qui seduto a parlare a un'ora convenuta in un luogo istituzionale come è un'aula universitaria e abbia un certo contegno, è una somma di citazioni.

In questo senso si può sostenere che l'esistenza del vocabolario e della grammatica fanno della lingua una serie indefinita di citazioni.

Ho pronunciato un certo numero di parole, ma nessuna di queste è mia e non ho fatto che cucire insieme delle citazioni; ma naturalmente le ho modellate secondo una più o meno barcollante o accoglibile sintassi, che è un insieme già di forme prefigurate [..]

Ma, a questo punto, quando il ragionamento sembra destinato a dimostrare la tesi iniziale, Sanguineti, insensibilmente, ci conduce a concludere l'argomentazione sostenendo la tesi opposta: nulla è citazione

Anche la citazione più fedele e scrupolosa, e Sanguineti cita a questo proposito il classico Don Chisciotte di Menard, è sempre qualcosa di nuovo e di diverso dall'originale, insomma non è una citazione.

il fatto che si citi un solo testo, lo si riproduca tale e quale non mutando nulla, come osserva Borges, ne modifica completamente il significato. Insomma non ci si immerge mai per due volte nel medesimo testo [..] La citazione più fedele e scupolosa, secondo l'uso corrente della parola citazione, per accurata, ossessiva che voglia essere non è mai pura ripetizione, e varierà infinitamente.

Anzi sembra voglia dire che tanto più è fedele e scrupolosa è una citazione e tanto meno è una ripetizione.

Non a caso Cage componeva il silenzio come testo musicale per un dato numero di minuti e secondi, perché quel silenzio non è mai un silenzio assoluto e se il pezzo viene riregistrato [e riprodotto, direi anche] dà dei risultati totalmente diversi.

Le conclusioni sono, quindi, paradossali e rimangono necessariamente sospese.

Ogni pubblico è definito dal suo sistema citazionale

Che cos'è un sistema citazionale? In un articolo del 1942, intitolato Arte allusiva e pubblicato su L’Italia che scrive Giorgio Pasquali così condensava il senso delle sue ricerche sulla poesia augustea:

in poesia culta, dotta io ricerco quelle che da qualche anno in qua non chiamo più reminiscenze, ma allusioni, e volentieri direi evocazioni e in certi casi citazioni. Le reminiscenze possono essere inconsapevoli; le imitazioni, il poeta può desiderare che sfuggano al pubblico; le allusioni non producono l’effetto voluto se non su un lettore che si ricordi chiaramente del testo cui si riferiscono…

Questo passaggio, evocato da Sanguineti, è necessario per comprendere la seconda argomentazione che ci propone. Che cosa accade se si perde l'allusione?

Il caso più importante di citazione largamente intesa e di allusione è la parodia: la parodia è capitale perché non posso capire quelli che viene detto se non capisco l'allusione. Se si perde l'allusione è ancora parodia? Si potrebbe discuterne all'infinito.
Quel procedimento è (nella poesia augustea) essenziale. Anche se gli avvocati, medici, preti che per secoli hanno letto a scuola Virgilio e Orazio e l’hanno mandato a memoria non se ne sono accorti; quei due poeti, per tacere dei minori, presuppongono che il lettore abbia in mente, anche in particolari minuti, Omero ed Esiodo, Apollonio e Arato e Callimaco e chissà quanti Alessandrini, dei Romani per lo meno Ennio e Lucrezio, ma anche propri contemporanei.

L’allusione solo in rari casi consiste nella pura e semplice ripresa di un verso o di un’espressione di un modello; ciò era considerato troppo banale dai lettori latini; i procedimenti più frequenti sono quelli della variatio in imitando (ad es. Orazio, Epod.16, 33 che allude a Virgilio, Bucol. 4, 22) e dell’oppositio in imitando (si allude al contesto di un modello, ma si attribuisce a tale contesto il valore opposto)

Lasciatemi ritornare sul fatto che tutto è citazione: qui si dà per scontato che grossomodo viene intesa la lingua italiana [..] Il presupposto è cioè che noi abbiamo in comune un sistema di citazioni, per cui quando dico sistema di citazioni grosso modo intendiamo la stessa cosa.

La conseguenza è che se non abbiamo in comune un sistema di citazioni la comprensione è deformata. Non ho detto impossibile e neppure ho detto incompleta, ho detto deformata, volutamente. Ciò accade sempre. Maggiormente nel testo letterario.

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Nelle prime pagine di un libro divenuto un vero e proprio classico della filologia, Storia della tradizione e critica del testo, Pasquali presentava la nozione di "arte allusiva ".
In poesia culta, dotta io ricerco quelle che da qualche anno in qua non chiamo più reminiscenze ma allusioni e volentieri direi evocazioni e in certi casi citazioni. Le reminiscenze possono essere inconsapevoli; le imitazioni, il poeta può desiderare che sfuggano al pubblico; le allusioni non producono l'effetto voluto se non su un lettore che si ricordi chiaramente del testo cui si riferiscono. 18
Dunque l'arte allusiva definita da Pasquali è anzitutto un'arte di cultura, che si fonda su una conoscenza non solo da parte dello scrittore, ma anche del lettore. ln un certo senso Pasquali ci dà una serie in crescendo di termini che vanno isolati, "allusioni", "evocazioni", "citazioni" e fra questi il termine allusione è un termine più preciso, più tecnico e più adeguato rispetto a quello corrente di reminiscenza. L'allusione esige che il lettore stabilisca un rapporto vero col testo che sta leggendo. E, anzi, molti scrittori si pongono quasi in gara con il lettore, lo sfidano a vedere se scopre una citazione, il indica una sorta di virtuosismo, di astuzia, di capacità straordinaria e di ambiguità.
allusióne s. f. [dal lat. tardo allusio -onis]. – 1. L’alludere e le parole con cui si allude: fare a. a una persona, a un fatto; a. velate, evidenti, chiare; la sua a. era trasparente; non so se hai capito l’allusione. 2. Riferimento o riecheggiamento intenzionale, o spontaneo, di passi o versi d’autore, inseriti nel proprio discorso o anche in proprie opere senza esplicita citazione: una predica piena di a. bibliche; nei suoi versi si ritrovano parecchie a. dantesche. 3. Nella critica letteraria, evocazione, suggestione, come tecnica e carattere proprî della poesia «pura» o «ermetica» e in genere dell’arte irrazionale contemporanea, le quali mirano a rivelare a poco a poco l’oggetto.

Citazionismo e postmodernità

[..] altro è citare e altro è servirsi effettualmente della cosa citata.

il citazionismo, poiché non esiste altro che arte allusiva e perché tutto è allusione ovvero citazione, è sempre esistito.

Se c'è un sistema citazionale forte è il sistema moderno, e non il postmoderno. [..] Dovessi indicare dunque il testo più citante sceglierei la Waste Land di Eliot, dove le citazioni sono buttate lì esplicitamente, promosse, dichiarate, nella lingua originale tanto perché non nasca nemmeno l'equivoco che si tratti solo di calco e di trasparenze; e note a piè pagina che dicono che quello è il Tristano e Isotta, o che si sta citando un passo in sanscrito.

Inutile dire che Sanguineti parla di sé stesso. Ci si può chiedere allora quale sia il sistema citazionale al quale si riferisce la sua poesia.

MP

Bibliografia

Edoardo Sanguineti
- Per una teoria della citazione, in Cultura e realtà, a cura di Erminio Risso, Feltrinelli, 2010, pp. 335-347
- Per una teoria della citazione, in Il libro invisibile. forme della citazione nel Novecento, a cura di Adele Dei e Rita Guerricchio, Roma, Bulzoni, 2008 [Atti del convegno di studi omonimo, Firenze, 25-26 ottobre, 2001]