Istoria di Marzia Basile

Giovanni Romeo
Aspettando il boia
Sansoni, 1993

Il 7 maggio 1603 venne decapitata al borgo S. Antonio a Napoli una ragazza di vent'anni. [1] A volte accade che gli uomini lascino traccia di sè nella storia, senza sapere per cosa e come verranno ricordati e giudicati. Ciò vale tanto per Marzia Basilia quanto per don Pietro Capece confratello delegato per quell'anno dalla Compagnia dei Bianchi a redigere le relazioni delle giustitie. Entrambi devono la loro vita postuma a Giovanni della Carriola, [2] semileggendario cantastorie napoletano, e alla sua Istoria di Marzia Basile, che attirerà su di loro , per un attimo, l'attenzione e lo sguardo prima di Francesco Novati e poi di Benedetto Croce.

La vera dimensione di Benedetto Croce, quella in cui meglio ci si ritrova nel leggerlo, è quella dell'aneddoto, della "storia popolare", di cui sono esempio magistrale i quattro volumi in cui sono raccolti gli Aneddoti di varia letteratura. Non voglio ripetere l'errore di chi ha considerato gli scritti di Carlo Cattaneo, seppur lodandoli nella forma criticandoli nella sostanza, privi di spirito filosofico, dicendo lo stesso di Benedetto Croce, ma, certo, se dovessi definirlo nella sua intima essenza lo direi "uomo di lettere", non mai filosofo. Sagace erudizione, amore per i libri rari, passione per la storia, anche quella più minuta, queste sono le qualità migliori di don Benedetto.

Nel caso di Giovanni della Carriola e la sua "Storia di Marzia Basile", dopo averne discettato a lungo, Croce "censura" il poemetto - una censura morale oltre che artistica - con le giustificazioni - qui appresso riportate - che possiamo considerare caratteristiche della mentalità del tempo.

Da questa premessa storica parte la ricostruzione proposta da Giovanni Romeo [3] attraverso nuovi documenti d'archivio [4] che consentono di dare una lettura più complessa dei fatti.

Se si confrontano questi aspetti del caso Campanella con la prassi degli scarichi di coscienza alla vigilia dell'esecuzione capitale, il loro significato cambia. Può essere utile assumere come punto di riferimento la vicenda di Marzia Basilia, quella che forse rappresenta meglio di tutte la disperazione e la drammaticità dell'attesa della morte per 'giustitia'. Aggrappata al diavolo come all'unico sostegno, schiacciata dal peso di istituzioni fredde e ostili, nonché profondamente solidali tra loro, ella guadagna poche ore di vita da un'autodenuncia che non convince e non attira nessuno dei giudici. Il suo è un gioco scoperto, quasi infantile, archiviato rapidamente e senza strascichi conflittuali. Nel caso di Campanella e dei suoi seguaci, invece, un gruppo di detenuti lucidi e smaliziati utilizza ben prima della condanna a morte tutti gli strumenti e i margini di manovra disponibili, si inserisce abilmente nei conflitti istituzionali tra Stato e Chiesa, tiene in scacco molto più a lungo le massime autorità di governo.

Per concludere mi piace condividere il significato metastorico che le parole della nostra guida, nonché ottimo narratore, danno alla storia di Marzia Basile :

La storia di sangue ed espiazione che grazie al poemetto di Giovanni della Carriola circolò in molte piazze italiane almeno fino all'Ottocento [...] si era dunque consumata, nell'arco di poche, lunghissime ore, in un clima di tensione ancor più aspro di quanto si fosse potuto finora immaginare. Mi riferisco in primo luogo al retroterra di drammatiche esperienze individuali che traspare dall'autodenuncia di Marzia Basilia, confermando e arricchendo i tratti di sensibilità già delineati dal cantastorie, e alla partecipazione della città, che acquista, alla luce dell'irriducibile vitalità della ragazza, uno spessore più profondo, come di sfida a una giustizia ingiusta e implacabile e agli ecclesiastici servili che le spianano il terreno.

Note

In questo caso la lodevole pignoleria dello scrivano don Pietro Capece ci permette di fare delle considerazioni morali

  1. In realtà quel giorno i giustiziati furono tre. La predetta Martia Basilia d'anni 20 incirca lascia due figliuole, l'una nominata Tolla Guarniero d'anni 8 incirca - sta agl'Incurabili - l'altra, Beatrice, d'anni 4 incirca, sta con Pietro ... di Migliano, vicino Lauro, quale l'ha tenuta per allattare. La predetta Desiata, appiccata come sopra, lascia due figliuole, la prima, Dianora Schiattino, di anni 20 incirca, la 2a, Faustina Schiattino, di anni 10 incirca, in casa di Giovanni Andrea alli Vergini alguzzino; la prima in casa di Giovanni Iacomo Cucurullo, alli Vergini. Giovanni Angelo Giamelio, appiccato, come si è detto, lascia sua moglie nomine Ampellonia de Aurea, d'Evoli, di anni 28 incirca, con due figlie femmine, la prima di anni tre e mezzo, nominata Diana, l'altra Camilla, di uno anno e mezzo incirca; habitano a San Giovanni Carbonara, alle case di Paolo Gagliardo. [Romeo, 1993, p. 219]
  2. Per il nomignolo 'della Carriola' si di veda Ferdinando Russo, Un cantastorie napoletano del Cinquecento, Napoli, 1915
  3. Giovanni Romeo (Procida, 1949) è docente presso il Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Napoli, si interessa di storia dell'Inquisizione, in particolare dell'Inquisizione romana.
  4. Riporto per completezza (pignoleria bibliografica) le indicazioni d'archivio relative a Marzia Basilia - dall'elenco degli scarichi di coscienza a Napoli tra il 1586 e il 1618 - desunte da quelle trascritte in Romeo 1993: Marzia Basilia, 7 maggio 1603 (fonti Archivio Storico Diocesano di Napoli, Sant'Ufficio, 364a; Archivio della Compagnia dei Bianchi di Giustizia, Relazioni di uscite, Capece Scrivano, 1602 a 1603, cc. 38v-39r
MP

Bibliografia

Benedetto Croce
- Giovanni della Carriòla e la sua "Storia di Marzia Basile", in Napoli nobilissima, N.S. II-5, 1921, pp. 65-68 poi in Aneddoti di varia letteratura, Bari, 1953, vol. II, pp. 83-96
Francesco Novati
- Giovanni della Carretòla: un cantastorie del sec. XVI e i suoi Contrasti, in Il libro e la stampa, VIII, 1914 (ma 1915), pp. 1-18
G. Panico
- Il carnefice in piazza. Crudeltà di Stato e violenza popolare a Napoli in età moderna, Napoli, 1985, pp. 23 e 53
Giovanni Romeo
- Aspettando il boia. Condannati a morte, confortatori e inquisitori nella Napoli della Controriforma, Firenze, RCS Sansoni, 1993
F. Russo
- Un cantastorie napoletano, ed. Vela Latina, Napoli, 1917