Herr Kant alias Mr. Green

Quando l'elegante magister Immanuel Kant conobbe il mercante inglese Joseph Green, probabilmente intorno al 1765, era un uomo di mondo che

si muoveva liberamente in quella che era l'alta società di Königsberg: nobili ufficiali, ricchi mercanti e la corte del conte [..]
consumava forse la maggior parte dei pranzi e delle cene in società, [..] dove non di rado partecipava a qualche partita a carte, e talvolta rientrava solo verso mezzanotte. Se non era impegnato per pranzo o per cena, mangiava in una trattoria, a una tavola frequentata da molte persone colte. Era qui in particolare che si incontrava [..] con Hippel [..] In altre parole, Kant era una figura di primo piano nella società di Königsberg.

Viceversa - come racconta Manfred Kuehn nella sua documentata biografia di Kant - Green era un uomo riservato, pedante e dedito agli studi.

Joseph Green, un mercante inglese giunto a Königsberg quando era molto giovane [..] era scapolo come Kant, ma viveva diversamente da come [Kant] era vissuto fino ad allora. Invece di farsi trascinare dal turbinio degli eventi mondani, Green regolava la propria vita secondo alcune regole, o massime, più rigorose. Seguiva pedantescamente l'orologio e il calendario. Si ritiene che Hippel, che nel 1765 scrisse la pièce L'uomo con l'orologio, abbia tratteggiato questo personaggio basandosi su Green. [..] Green era il maggiore e più rispettato commerciante della colonia inglese di Königsberg. Però non gli interessava tanto seguire i propri affari quanto piuttosto leggere libri inglesi su nuove scoperte e conduceva una vita da eremita. Secondo quanto racconta un testimone era più uno studioso che un mercante e la sua cultura era assai superiore a quella degli altri commercianti dell'epoca. Forse non sorprende che Kant ritenesse tanto preziosa la sua amicizia.

Amicizia tanto preziosa e coinvolgente da convincere in breve tempo Kant a smettere di giocare a carte, a rinunciare alle cene in società e, in seguito, anche alle uscite a teatro, solo per compiacere l'amico.

Certo è che nel 1766 erano molto amici e che almeno da allora in poi Kant fu ospite fisso e assai regolare da Green. [..] L'amicizia tra i due divenne molto stretta e non si può sopravvalutare l'effetto di Green su Kant. Come lui egli amava Hume e Rousseau.

Senza dubbio l'influenza di Green aveva avuto i suoi effetti. Il carattere di Kant aveva iniziato a formarsi. Era contraddistinto dallo sforzo di procedere in ogni caso dopo matura riflessione e seguendo principi, almeno secondo la sua convinzione, ben fondati; e si affannava a fissare, per le cose grandi e piccole, per le più o meno importanti, certe massime dalle quali occorreva prendere le mosse e alle quali bisognava sempre ritornare

la loro amicizia non si basava sul mero sentimento, ma su principi, almeno se dobbiamo dare credito allo stesso Kant. Si trattava di un'amicizia morale, non semplicemente di un'amicizia estetica. La concezione che Kant aveva delle massime, necessarie per formare il carattere, almeno in parte si deve al modo di vivere di Green. Non è un caso che nelle lezioni di antropologia in cui si parla di massime Kant spesso affermi che gli inglesi possiedono l'intelletto più stabile.

La conversazione, con Green e con i suoi ospiti, diventa per Kant uno dei tempi in cui viene rigorosamente scandito il trascorrere della giornata.

probabilmente, il più delle volte tali conversazioni seguivano lo schema che Kant descrive nelle lezioni di antropologia. Secondo la sua idea una conversazione è fatta di tre parti: un racconto o storia, una discussione e un motto. [..] La storia poteva avere una durata molto diversa, ma Kant era convinto che prima o poi la conversazione si sarebbe orientata verso la discussione e che perciò prima o poi sarebbe entrata in gioco l'arguzia.

Non è possibile conoscere quanta parte delle conversazioni di Kant con il suo amico Green sia confluita nelle opere di Kant.

In ogni modo vi sono molte espressioni negli scritti di Kant che si possono far risalire al linguaggio dei commercianti, come prestito, capitale e altre. Inoltre, le opere scritte dopo la morte di Green sono di lettura più difficile di quelle redatte quando l'amico era ancora in vita.

Quando, intorno al 1770, la critica della ragione inizia a prendere forma nella mente di Kant è naturale che venga discussa nei lunghi pomeriggi trascorsi con Green.

Jachmann racconta che Kant (egli stesso me lo confermò) non scrisse nemmeno una riga della Critica della ragion pura senza averla prima fatta ascoltare e giudicare da Green, il quale era imparziale perché non ascritto ad alcun sistema. Se ciò è vero, e non v'è ragione di dubitarne, allora la Critica non è tanto l'opera di un pensatore isolato e solitario, quanto il prodotto di uno sforzo comune. Certo le idee venivano da Kant, e il sistema che veniva presentato era il suo; eppure ci si potrebbe chiedere come il giudizio di Green abbia modificato la prima stesura della Critica. Jachmann affermava che Green ha esercitato indubbiamente un influsso decisivo sul suo [di Kant] cuore e sul suo carattere. Forse ebbe un'influenza diretta anche sulla prima Critica così come su alcune delle opere successive.

La morte di Green, dopo una lunga malattia, determinò dei cambiamenti nel tranquillo svolgersi della vita di Kant.

Spesso si presume che la vita di Kant cambiò quando comprò la propria casa, e che allora smise di uscire la sera per recarsi in società solo di pomeriggio. In parte, la causa di ciò non fu il cambio di residenza nel 1783, bensì la morte del suo migliore amico, Green, il 27 giugno 1786.

L'immagine pedante ed austera di Kant, che ci hanno lasciato i biografi a lui contemporanei, è ampiamente sovrapponibile a quella di Green. Al termine della sua vita l'elegante magister Kant era diventato Mr. Green.

la scomparsa di Green modificò il suo tenore di vita talmente che da allora Kant non andò più la sera in società e rinunciò del tutto alla cena. Pareva che volesse sacrificare le ore, già sacre alla più intima amicizia, al diletto amico perduto e passarle in solitudine sino al proprio tramonto.

Come forse avrete capito la biografia dell'autore della Critica della ragion pura scritta da Manfred Kuehn riserva delle sorprese.

MP

Bibliografia

Theodor Gottlieb von Hippel
- Der Mann nach der Uhr oder der ordentliche Mann. Lustspiel in einen Aufzug, a cura di Erich Jenisch, Halle, Niemeyer, 1928 - zeno.org
Manfred Kuehn
- Kant. Una biografia, tr. Stefano Bacin, il Mulino, Bologna, 2011
Friedrich Theodor Rink
- Ansichten aus Immanuel Kants Leben, Königsberg, Göbbels und Unzer, 1805 - Google Books
Ludwig Ernst Borowski; Reinhold Bernhard Jachmann; Ehregott Andreas Christian Wasianski
- La vita di Kant narrata da tre contemporanei, Laterza, Bari, 1969
Karl Vorländer
- Immanuel Kant. Der Mann und das Werk, Meiner, Leipzig, 1924 (1992)

Aggiornamento bibliografico

Steffen Dietzsch
- Immanuel Kant. Eine Biographie, Reclam Verlag Leipzig, 2003
Manfred Geier
- Kants Welt. Eine Biographie, Rowohlt, Reinbek 2003
Arsenij Vladimirovic Gulyga
- Immanuel Kant. Mit einem Vorwort, Frankfurt am Main, Insel Verlag, 1981
Steve Naragon
- Kant’s Life, Manchester University, 2006-2014