La nuova classe

Milovan Gilas
La nuova classe. Una analisi del sistema comunista
Il Mulino, 1957

Marx

1.01Dopo la fine del socialismo reale ci si può chiedere dove stia l'errore di Marx. Ci deve pur essere, da qualche parte, un errore, nella teoria marxista, se gli esperimenti in vivo, compiuti nel secolo scorso, non hanno conseguito gli effetti previsti della teoria. Nella sterminata produzione di testi marxisti e sul marxismo è raro trovare una una seria riflessione sul perché il marxismo abbia fallito. Non è stato un fallimento provocato dall'esterno, ma una implosione. Ci faremo guidare da Milovan Djlas per cercare di comprendere ciò che è accaduto.

1.02Ma prima occorre ricordare che Milovan Gilas è stato un comunista. Recluso per tre anni nel carcere di Sremska Mitrovica come attivista comunista prima della guerra. Con lo scoppio dell'insurrezione partigiana venne mandato nel Montenegro, di cui è figlio per organizzarvi la lotta. * Dopo esserne stato uno membri più autorevoli alla fine del 1953 si delinea un contrasto con la linea del partito, che prede forma con alcuni articoli, publicati sulla Borba. Dopo pochi anni, per lui, si aprono nuovamente le porte di Sremska Mitrovica.

1.03Gilas era comunista e marxista. La seconda parte de La società imperfetta, la più importante, dove Gilas analizza il suo rapporto con il marxismo, si apre con una lunga citazione del passo più famoso in cui Marx espone la sua visione della storia e della società.

Il risultato generale al quale arrivai e che, una volta acquisito, mi servì da filo conduttore nei miei studi, può essere brevemente formulato così: nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate di coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. A un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l'espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l'innanzi s'erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un'epoca di rivoluzione sociale. Con il cambiamento della base economica si sconvolge più o meno rapidamente tutta la gigantesca sovrastruttura. Quando si studiano simili sconvolgimenti, è indispensabile distinguere sempre fra lo sconvolgimento materiale delle condizioni economiche della produzione, che può essere constatato con la precisione delle scienze naturali, e le forme giuridiche, politiche, religiose, artistiche o filosofiche, ossia le forme ideologiche che permettono agli uomini di concepire questo conflitto e di combatterlo. Come non si può giudicare un uomo dall'idea che egli ha di se stesso, così non si può giudicare una simile epoca di sconvolgimento dalla coscienza che essa ha di se stessa; occorre invece spiegare questa coscienza con le contraddizioni della vita materiale, con il conflitto esistente fra le forze produttive della società e i rapporti di produzione. Una formazione sociale non perisce finché non si siano sviluppate tutte le forze produttive a cui può dare corso; nuovi e superiori rapporti di produzione non subentrano mai, prima che siano maturate in seno alla vecchia società le condizioni materiali della loro esistenza. Ecco perché l'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perché, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione. A grandi linee, i modi di produzione asiatico, antico, feudale e borghese moderno possono essere designati come epoche che marcano il progresso della formazione economica della società. I rapporti di produzione borghesi sono l'ultima forma antagonistica del processo di produzione sociale; antagonistica non nel senso di un antagonismo individuale, ma di un antagonismo che sorga dalle condizioni di vita sociali degli individui. Ma le forze produttive che si sviluppano nel seno della società borghese creano in pari tempo le condizioni materiali per la soluzione di questo antagonismo. Con questa formazione sociale si chiude dunque la preistoria della società umana.

1.04L'elemento deterministico di questo brano straordinario, che a ben guardare è la negazione di ogni possibilità di realizzare il comunismo, in Gilas è già velato dalle ombre del volontarismo individualistico.

Nella storia, non è importante chi attua un processo, è importante solo che il processo venga attuato. È il caso della Russia e degli altri paesi in cui si ebbero le rivoluzioni comuniste. La rivoluzione creò forze, capi, organizzazioni e idee indispensabili. La nuova classe nacque e visse per ragioni obiettive, e per la volontà, l'intelligenza e l'azione dei suoi capi.

per cui la rivelazione quasi mistica, che marxianamente: il comunismo non può essere edificato volontariamente, non ci coglie di sorpresa.

Questo passo, con la sua visione drammatica del corso storico, mi ha reso arduo emanciparmi dal marxismo [..] Stavo dietro all'antica cappella della prigione [..] amareggiato, stavo ancora cercando di uscire dagli incubi che mi avevano tormentato durante la notte, o nel sonno pomeridiano, quando all'improvviso mi divenne chiaro, con l'incontrovertibile certezza di un sentimento, più che di un ragionamento, che non è vero che la società e l'individuo - e in particolare il pensiero - si basano esclusivamente sulle forze materiali. [..] E l'edificazione ideologica, « cosciente », di una particolare società - come hanno cominciato o credono di aver cominciato a fare i comunisti - non è in sé contraria alla tesi di Marx, per cui il modo di produzione nella vita materiale... condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita? E il sistema comunista non è in sé l'esempio più estremo di come, contrariamente a quanto dice Marx, la sovrastruttura politica e giuridica determini i rapporti di produzione, la struttura economica della società?

1.05La conclusione, resa esplicita, è quindi che:

è lo stesso sistema comunista, con la sua economia ideologica, a fornire la confutazione più diretta e convincente della tesi marxista sul rapporto tra struttura e sovrastruttura.

La nuova classe

2.01Nell'analisi di Milovan Gilas sulla nuova classe, che qui tenterò di riassumere, si può leggere in filigrana l'evoluzione della classe politica italiana del dopoguerra. Sull'ipotesi di una omogeneità fra le classi politiche, derivante da comuni ideologie, non mi soffermerò oltre. Seguiamo invece il discorso che Gilas ci propone.

La più grande delle illusioni fu che l'industrializzazione e la collettivizzazione nell'URSS, e la distruzione della proprietà capitalistica si sarebbero realizzate in seno ad una società senza classi.

2.02Nell'Unione Sovietica dopo la rivoluzione d'Ottobre, contrariamente alle aspettative, si è creata una nuova classe sociale. Questo è un fatto.

Questa nuova classe, la burocrazia o più precisamente la burocrazia politica, ha tutte le caratteristiche di ciascuna [delle classi] che l'hanno preceduta

2.03Questa nuova classe ha la peculiarità di non essere espressione di una realtà economica preesistente, ma è il risultato dell'affermazione rivoluzionaria di una ideologia.

Nei secoli precedenti la venuta al potere di qualche classe [..] era l'avvenimento finale che risultava dalla sua formazione e dal suo sviluppo. L'opposto accadde nell'URSS. Qui la nuova classe venne definitivamente formata dopo la conquista del potere. La sua coscienza dovette formarsi prima del potere economico e materiale, perchè la classe non aveva radici nella vita della nazione.

2.04Si può affermare che la nuova classe nasce in contraddizione con la lettura marxiana della formazione del potere, fondandosi su una coscienza (Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza)

Siccome questa nuova classe non si era formata come parte della vita economica e sociale prima di giungere al potere, poteva solo costituirsi in un'organizzazione di tipo speciale fondata su identici punti di vista filosofici e ideologici dei suoi membri.

2.05Diversamente da quanto previsto il partito diventa lo strumento della classe.

Il partito crea la classe, ma la classe, come conseguenza, s'ingrandisce e usa il partito come base. La classe si fa più forte, mentre il partito si fa più debole; questo è il fato inevitabile di ogni partito comunista al potere.

2.06La nuova classe rappresenta l'industrializzazione e gli operai che dell'industrializzazione solo gli artefici

L'origine sociale della nuova classe si ritrova nel proletariato così come l'aristocrazia sorse in una società di agricoltori e la borghesia in una società di commercianti e di artigiani.

2.07La nuova classe nata dal proletariato, come sua espressione, si rende indipendente da esso.

la nuova classe si interessa del proletariato e dei poveri solo nella misura necessaria per sviluppare la produzione [..] Il monopolio che la nuova classe istituisce in nome della classe operaia su tutta la società è, anzitutto, un monopolio sopra la classe operaia stessa. Tale monopolio è prima intellettuale, sul cosiddetto proletariato di avanguardia, e poi su tutto il proletariato. È questo l'inganno supremo che la classe deve compiere; esso ci mostra che il potere e gli interessi della nuova classe consistono, in primo luogo, nell'industria. [..] I primi figli della classe operaia sono i membri più solidi e risoluti della nuova classe. È sempre stata la sorte degli schiavi fornire ai padroni i rappresentanti più abili e dotati. In questo caso, una nuova classe sfruttatrice e dominante è sorta dalla classe sfruttata.

2.08La burocrazia politica come élite amministrativa.

Quando si analizzano criticamente i sistemi comunisti, si giunge alla conclusione che la loro caratteristica fondamentale consiste nel fatto che una burocrazia organizzata in uno strato speciale domina sopra il popolo. In linea generale ciò corrisponde alla realtà. Tuttavia una analisi più minuta mostrerà che solo uno speciale strato di burocrati, quelli che non sono funzionari amministrativi, costituisce il centro che muove la burocrazia governante, ossia, secondo la mia definizione, la nuova classe. Questa è in realtà la burocrazia politica o di partito. Gli altri funzionari costituiscono solo l'apparato sotto il controllo della nuova classe

2.09Il particolare ruolo della proprietà comune nella nuova società comunista.

Secondo la definizione giuridica romana, la proprietà costituisce l'uso, il godimento e la disponibilità dei beni materiali. La burocrazia politica comunista usa, gode e dispone della proprietà nazionalizzata.

2.10Questa definizione è applicabile anche alla classe politica italiana di oggi

La nuova classe ottiene il suo potere, i suoi privilegi, la sua forza ideologica e le sue abitudini da una forma particolare di proprietà - quella collettiva - che la classe amministra e distribuisce in nome della nazione e della società.

2.11L'evoluzione della funzione della nuova classe come burocrazia amministrativa si può paragonare a quella dei managers nelle società per azioni

La nuova classe sostiene che la proprietà deriva da un rapporto sociale stabilito. È il rapporto che corre tra monopolisti dell'amministrazione, i quali costituiscono uno strato ristretto e chiuso, e la massa dei produttori (contadini, operai, intellettuali) che non hanno diritti.

2.12Relazione tra amministrazione della proprietà e proprietà. Vedi sopra.

I privilegi di proprietà della nuova classe e dei suoi quadri sono i privilegi dell'amministrazione.

2.13

L'abolizione della proprietà privata fu il requisito primo per operare l'industrializzazione e per dar vita alla nuova classe. Tuttavia, senza la loro particolare funzione di amministratori dei beni della società e di distributori della proprietà, i comunisti non avrebbero potuto trasformarsi in una nuova classe [..] I beni materiali vennero gradualmente nazionalizzati, ma in realtà, per il diritto di usarli, di goderli e di distribuirli, divennero proprietà di uno strato ben definibile del partito e della burocrazia raccolta intorno ad esso.

2.14La lotta contro la proprietà contadina, già presente i Lenin, non ha una motivazione di efficienza economica, ma esclusivamente di controllo sociale da parte della nuova classe.

La collettivizzazione delle proprietà agricole, economicamente ingiustificata, fu inevitabile perché le nuova classe doveva insediarsi con tutta sicurezza nel suo potere e nei suoi possessi.

2.15Considerazioni sociologiche.

Il consolidamento della proprietà della nuova classe fu messo in evidenza dai mutamenti nella psicologia, nel modo di vivere, e nella posizione materiale dei suoi membri, in dipendenza dalla posizione da loro raggiunta nella scala gerarchica. Vennero acquistate case in campagna, l'abitazione migliore in città, i mobili più belli, ecc.; vennero creati speciali quartieri ed alberghi esclusivamente per i più alti funzionari, per la parte eletta della nuova classe.

2.16Il giudizio finale sulla nuova classe è quantomeno sprezzante.

La nuova classe è vorace e insaziabile come fu un tempo la borghesia. Ma non ha le virtù di frugalità e di economia che questa aveva. La nuova classe è esclusiva e intransigente come l'aristocrazia, ma senza averne la raffinatezza e la fierezza cavalleresca.

2.17Mistificazione del linguaggio. Publicità e immaginario.

La nuova classe avverte istintivamente che i beni nazionali sono di fatto sua proprietà e che anche i termini socialista, sociale e statale, a proposito della proprietà, denotano una funzione giuridica generale. Crede anche che ogni violazione della sua autorità totalitaria possa mettere in pericolo la sua proprietà. Di conseguenza la nuova classe si oppone a qualsiasi tipo di libertà, ostensibilmente allo scopo di preservare la proprietà socialista.

2.18Messianismo

Di conseguenza è costretta a cercar di giustificare la sua autorità invocando finalità astratte e irreali.

MP

Bibliografia

Milovan Gilas
- La società imperfetta. Al di là della « nuova classe », tr. Paola Campioli, Arnoldo Mondadori Editore, 1969
- La nuova classe. Una analisi del sistema comunista, tr. Luciano Serra, Il Mulino, 1957