Altruismo ed egoismo, falso problema?
L'amore di sè di un individuo è il suo "desiderio generico della propria felicità"
L'elemosina consiste nel donare ciò che è necessario per il beneficiato e non è necessario per il donatore.
L'alternativa altruismo - egoismo è un falso problema?
Il "filosofo di Sans-souci" era autore di un Essai sur l'amour-propre, envisagé comme principe de morale trattatello di quell'etica eudemonistica, che rispondeva esattamente allo spirito dello Stato prussiano ed era la premessa della meccanica politica.
L'argomento della sostenibilità dell'egoismo (ovvero, se lo preferite dell'altruismo) può essere affrontato in molti modi. La tesi egoistica è stata sostenuta con particolare vigore da Ayn Rand, dando ad essa una caratterizzazione di estremo individualismo.
Solo i singoli uomini hanno il diritto di decidere se e quando aiutare il prossimo: la società - intesa come sistema politico organizzato - non ha alcun diritto di intervenire in materia. [Rand, p. 82]
La tesi egoistica può essere così espressa in modo semplificato:
Tesi. Lo Stato non deve occuparsi di assistenza.
Corollario. L'assistenza è compito dei singoli soggetti privati, che sono liberi di provvedervi o meno.
Scolio. Poiché gli individui sono guidati dal proprio interesse, nessuno di loro avrebbe interesse a spendere il proprio denaro senza prevedere un ritorno economico - perché questo lo indebolirebbe nei confronti degli altri - od il proprio tempo senza prevedere almeno un ritorno ludico. Da ciò segue che: nessun individuo razionale assisterà il prossimo, se non prevederà un guadagno dalla sua azione.
Conseguenza. Necessariamente ne segue che chi non ha mezzi per provvedere al proprio sostentamento ha titolo, secondo la regola che prescrive un comportamento egoistico, ad appropriarsi contrattualmente - o no - di ciò di cui necessita per il proprio sostentamento. Questo legittima comportamenti che possono ledere la proprietà di soggetti privati senza che questi possano recriminare o rivolgersi ad un terzo per richiedere il risarcimento del danno patito.
Scolio. Si può ipotizzare anche che il privato a cui viene tolta una parte della sua proprietà entri in conflitto diretto con chi lo vuole spogliare di parte dei suoi beni. Questa operazione ha comunque un costo che può essere superiore per il singolo soggetto privato, al danno patito e quindi lo esporrebbe ad una perdita maggiore.
Conseguenza. La stessa motivazione egoistica razionalmente prescrive quindi che non sia il singolo soggetto privato ad assolvere il compito di aiutare il prossimo. E' necessario un soggetto terzo che se ne occupi. Lo Stato in questo caso è, e deve essere inteso, semplicemente come un terzo.
Conclusione. Si può ipotizzare infine un accordo per cui in una data comunità venga demandato ad una agenzia indipendente la fornitura a tutti dei mezzi necessari alla vita, dietro l'accordo che non vi sia una lesione della proprietà dei singoli partecipanti al contratto.
Esiste un solo diritto fondamentale (tutti gli altri sono i corollari o le conseguenze) ossia il diritto di un uomo alla propria vita. La vita è un processo attivo capace di autosostentarsi e di autogenerarsi: Il diritto alla vita significa il diritto di intraprendere azioni capaci di generarsi e sostentarsi autonomamente. Ciò significa quindi la libertà di intraprendere qualsiasi azione richiesta dalla natura di un essere razionale per il sostegno, la prosecuzione, la realizzazione e il godimento della propria vita. [Rand, p. 101]
Il concetto di "diritto" attiene esclusivamente all'azione; più esattamente, alla libertà di agire. Esso comporta la libertà dalla costrizione fisica, dalla coercizione e dall'interferenza degli altri. [Rand, p. 102]
L'uomo che produce mentre altri dispongono del frutto della sua fatica è uno schiavo. [Rand, p. 102]
L'altruismo è incompatibile con la libertà, con il capitalismo e con i diritti individuali. [Rand, p. 104]
Ogni etica prescrittiva che preveda una morale da rispettare e da insegnare rappresenta in sé stessa una indebita ingerenza nell'essere dell'altro e costituisce quindi un atto moralmente malvagio e ingiustificabile dal punto di vista dell'etica prescrittiva.
La guerra (il conflitto), paradossalmente, sembra essere l'unica azione umana in cui non si applica l'etica come amor proprio. Nel senso che la guerra la vince chi riesce a combattere più correttamente il nemico.
Lotta economica come fine in sé
Io posseggo una cosa quando ho il potere di impedire che altri ne usino e ne godano. [Leon, p. 304]
E' questo egotismo, questa negatività, questa ambizione di escludere, questo desiderio che gli altri non abbiano, che è alla radice, se non di tutti i mali economici, almeno di quelli moderni... Non vale che gli specialisti in economia dimostrino che ci può essere abbastanza di che andare avanti per tutti: i loro ragionamenti, se non ci lasciano freddi, ci allarmano; ci mettono davanti la visione minacciosa di una vita insipida privata di ogni sua attrattiva - una vita nella quale ogni Paolo,Pietro e Giovanni potrebbe avere ogni cosa così come ha ora l'aria comune a tutti. Se un tale stato di sufficienza dovesse diventare reale, noi indubbiamente ci accingeremmo subito a disfarlo, distruggendo alcuni dei rifornimenti, tutti troppo abbondanti, a meno che il nostro desiderio di escludere gli altri potesse trovare una adeguata soddisfazione in altri campi. Nelle condizioni presenti noi facciamo indubbiamente del nostro meglio per impedire che un tale stato diventi un fatto reale. Perche ammesso che la lotta economica o la lotta per l'esistenza sia dovuta semplicemente alla Natura materiale e non al nostro egotismo, noi ora padroneggiamo la Natura (così almeno ci dicono i nostri esperti nei Congressi Mondiali); abbiamo o possiamo avere a sufficienza per ciò che riguarda la produzione; abbiamo solo da trovare il metodo più adatto per la distribuzione. Ma nessuno suppone che noi non siamo abbastanza abili per trovarla. Il guaio è che questo metodo funzionerebbe solo se si potessero cambiare la natura umana e i motivi umani, il cambiamento, tuttavia, consisterebbe nel farla finita non solo con i conflitti intestini e nel sostituirvi la cooperazione, ma anche coi conflitti e con la separazione delle nazioni; ma piuttosto che arrivare a tanto le nazioni preferirebbero morire. [Leon, p. 304]
Il libro di Leon è un bell'esempio di come a parole di possa sostenere una tesi altruistica, ma nei fatti poi se ne sostenga una egoistica.
è la forza che crea il diritto. la forza è l'opposto della violenza. la forza in quanto forza ha ben poche occasioni di manifestarsi come violenza.
A.W.H. Adkins ha messo in rilievo la somiglianza fra Trasimaco quale lo raffigura Platone e le versioni più crude dell'eroe omerico: "Raschiate la superficie di Trasimaco e troverete Agamennone"
anche nella letteratura il diritto perde la sua dignità di immagine della giustizia, espressione di un ordine supremo; e diventa angoscia esistenziale, pretesa e domanda verso e contro un altro. Nel caotico brulicare della vita tutti i partecipanti, gli individui particolari, acquistano una selvaggia autonomia, eguali diritti per tutti. Tutti verso tutti. [Barcellona, 1987, p. 21]
L'eguaglianza nasce come istanza dell'individualismo che nel 'suo nome' contesta e nega il fondamento delle gerarchie, della subordinazione e dell'ubbidienza, dei privilegi dei poteri superiori, delle autorità precostituite, mette in discussione tutte le visioni organiche e olistiche delle società e del potere, e tuttavia viene chiamata a garantire la diversità, l'irripetibilità individuale, l'autonomia del volere di ogni singolo individuo. Paradossalmente l'eguaglianza deve negare la diversità (le gerarchie) ma deve anche impedire l'omologazione. [..] il problema dell'eguaglianza e la sua strutturale contraddizione non possono essere pienamente compresi se non li si rapporta alla costituzione originale della moderna società individualistica e al suo carattere spiccatamente artificiale, al suo essere una società costriuta secondo un 'progetto' (e non già espressiva di tendenze o sviluppi naturali. Il progetto è quello per cui ogni uomo è incarnazione dell'intera umanità e come tale è uguale a ogni altro uomo e libero. [..] Sotto questo aspetto l'eguaglianza [..] è il principio regolatore di un nuovo ordinamento sociale e degli istituti che ne garantiscono il funzionamento. [Barcellona, 1987, p. 43]
Solo la formalizzazione del diritto, il suo divenire pura forma, pura procedura, pura 'regola del gioco' (indifferente ai contenuti materiali della giustizia) può compiere il 'miracolo' di una reductio ad unitatem che non neghi la portata dirompente del nuovo individualismo. [Barcellona, 1987, p. 50]
La democrazia è una tecnica di distribuzione del carico delle tensioni che derivano dall'ambiente turbolento dei conflitti sui vari ambiti in cui si articola il sistema sociale, un filtro per lo smistamento di problemi del sistema politico ai sottosistemi dell'amministrazione, della giurisdizione, dell'assistenza, etc. [Barcellona, 1987, p. 65]
Il rapporto fra individuo e istituzione-Stato è trasfigurato e riformulato nel rapporto fra sistema-istituzione e ambiente-contingenza. La teoria sistemica è il compimento e il superamento della logica kelseniana e la risoluzione della contraddizione fra democrazia e politica... [Barcellona, 1987, p. 66]
Secondo Luhmann la ragione della crisi dello Stato del benessere sta proprio nell'assunzione del benessere come obiettivo politico interno allo stesso sistema politico. [..] ma proprio l'assunzione del benessere come obiettivo politico pone il sistema politico di fronte a una serie di difficoltà insormontabili. Lo Stato del benessere proprio perché è fondato su questo obiettivo, si propone la progressiva inclusione politica e sociale della popolazione e dei suoi ambiti di vita, con il risultato di indurre sempre nuovi bisogni a cui dare risposta, nuova diseguaglianza da compensare: finisce così col restare vittima dello stesso paradigma che lo costituisce. [Barcellona, 1987, p. 92]
siamo di fronte ad una società e a un sistema che risponde apparentemente a ogni 'bisogno', producendo un'istituzione che se ne occupa. Tutto ciò si traduce in un'articolazione differenziata ed estremamente complessa di status, di ruoli, di figure formali: lo statuto dell'handicappato, del malato, del pensionato, del cassintegrato ecc. [Barcellona, 1987, p. 114]
Un'ipotesi interpretativa: l'individuo di massa è il compimento dell'individualismo possessivo. [..] L'ipotesi è che l'individualismo di massa, che conduce apparentemente alla negazione della forma della soggettività giuridica, sia una conseguenza dello sviluppo dei principi organizzativi inerenti alla concezione originaria dell'individualismo possessivo proprietario della moderna ideologia borghese. [..] L'individualismo possessivo, che è alla base del pensiero di Hobbes e di Locke, ha storicamente svolto una funzione di rottura del vecchio ordine, [..] ma ha condannato l'uomo a diventare un'appendice della res cioè della proprietà. [Barcellona, 1987, p. 121 ss.]
L'individualismo e il libero pensiero non datano né dai giorni nostri, né dal 1879, né dalla Riforma, né dalla Scolastica, né dalla caduta del politeismo greco-romano o delle teocrazie orientali: è un fenomeno che si sviluppa incessantemente durante tutto il corso della storia. [Durkheim, 1996, p. 183]
La finzione del velo d'ignoranza sviluppata da Rawls ricalca oltre che Smith e la volontà generale
di Rousseau anche l'opinione dell'individuo qualsiasi
La formula citata indica che ogni essere umano ha in via di principio un senso della propria dignità e dei propri interessi vitali e che, in ogni società, dalle più arcaiche alle più moderne le istituzioni sono percepite dagli esseri umani come più o meno legittime a seconda che esse diano loro o meno il senso di rispettare la loro dignità e di difendere i loro interessi vitali. La formula postula che l'individuo ha la tendenza a valutare un'istituzione o una norma, buona o cattiva a seconda che egli abbia o meno l'impressione che un individuo qualsiasi avrebbe la tendenza a pensarla nello stesso modo. In realtà l'individualismo e il libero pensiero sono inseparabili: al pari dell'individualismo, la libertà di pensiero e di giudizio èun fenomeno che non comincia da nessuna parte.
Durkheim considera dunque qui il termine individualismo in un'accezione che non ha proprio nulla a che vedere con il significato corrente, per esempio quello in cui lo intende Toqueville [La democrazia in America] come il ripiegarsi dell'individuo su se stesso nei confronti degli altri. [Boudon, 2009, p. ]
l'abolizione del Wergeld, una pratica giudiziaria sassone che metteva in relazione la sanzione penale con il rango sociale della vittimma. Dopo la sua abolizione, l'omicidio di un individuo comporta le stesse sanzioni, si tratti del re o di un semplice contadino. L'abolizione del Wergeld deriva dall'affermazione del valore dell'individuo in quanto tale, indipendentemente dalla sua posizione sociale.
Questo esempio è tanto più istruttivo in quanto il meccanismo che ha portato all'abolizione del Wergeld è sempre all'opera nell'evoluzione delle istituzioni giudiziarie contemporanee. [..] il desiderio simmetrico di fare in modo che la gravità dell'atto delittuoso sia giudicata indipendentemente dalla qualita sociali del suo «autore» [Boudon, 2009, p. 67-68]
Questo saggio si occupa di quello che io considero il problema centrale della teoria politica. [Nagel 1993, p. 11] [..] La mia tesi è che il problema di progettare istituzioni capaci di rendere giustizia all'uguale importanza di tutte le persone, senza scaricare sugli individui delle richieste inaccettabili, non è stato risolto. E ciò in parte , è avvenuto perché non è stato risolto per il nostro mondo il problema di stabilire quale sia il giusto rapporto tra punto di vista personale e punto di vista impersonale all'interno di ciascun individuo.
Noi viviamo in un mondo di ripugnante ineguaglianza economica e sociale, in un mondo il cui cammino verso il riconoscimento di comuni modelli di tolleranza, di libertà individuale e di crescita umana è stato penosamente lento e incostante. [Nagel 1993, p. 13]
Le moderne teorie politiche riconoscono concordemente che per certi aspetti la società deve trattare ugualitariamente i propri membri, ma divergono nell'individuazione di questi aspetti e delle loro priorità interne. Per alcuni abituati a quelle formule dell'uguaglianza davanti alla legge e dell'uguaglianza tra i cittadini che in una democrazia liberal occupano il primo posto, la questione che viene naturale porsi è quella di stabilire fino a che punto sia desiderabile o possibile estendere la regola sul terreno dei rapporti sociali ed economici. [Nagel 1993, p. 84]
A darci una ragione per desiderare un'uguaglianza maggiore di quella che c'è oggi è la motivazione dell'imparzialità. Se non si ammette che l'imparzialità rappresenta una motivazione importante nel determinare l'accettabilità di un sistema sociale, se si ritiene che ogni sistema sociale non è che il frutto di un patto concluso tra parti autointeressate, l'uguaglianza non può apparire un obiettivo desiderabile se non come condizione necessaria per garantire la stabilità. [Nagel 1993, p. 85]
Occupiamoci ora dell'obiezione derivante dal punto di vista del minimo garantito che giudicherebbe stravaganti sia le pretese dell'ugualitarismo che quelle dell'utilitarismo. L'idea è che ciò che una persona deve alle altre è la non aggressione, un comportamento corretto nonché un interesse che, lungi dal preoccuparsi del benessere generale della gente, si limita alle condizioni fondamentali di un'esistenza decente. [Nagel 1993, p. 103]
L'altruismo è un concetto ambiguo. [Simon, p. 97]
L'essere adeguato all'ambiente (fitness) rappresenta il concetto chiave della moderna teoria evoluzionistica. [Simon, p. 97]
Nella teoria evoluzionistica il termine altruismo indica quel particolare comportamento che riduce la fitness del singolo agente, accrescendo quella degli altri agenti. Se l'altruista contribuisce, globalmente, alla fitness degli altri agenti ad un livello tanto elevato da superare la perdita di fitness che egli sopporta, a livello personale, proprio per il suo comportamento altruistico, allora l'altruismo farà aumentare le prospettive di fitness del gruppo [Simon, p. 97]
Gli uomini non si comportano in maniera ottimale, per il raggiungimento della loro fitness, a motivo del fatto che essi sono del tutto incapaci di acquisire la conoscenza necessaria, sia di effettuare tutti i calcoli che sono necessari per il processo di ottimizzazione. [...] (assioma) gli uomini sono capaci solo di una razionalità molto approssimativa e limitata [Simon, p. 98]
A causa della razionalità limitata, la docilità contribuisce alla fitness degli uomini, nel contesto di una concorrenza di tipo evoluzionistico. Con il termine "docilità" intendo la tendenza ad essere dipendenti dai suggerimenti, dalle raccomandazioni, dalla persuasione e dall'informazione ottenuta attraverso canali sociali... [Simon, p. 98]
Un siffatto comportamento contribuisce, in modo molto forte, alla nostra fitness, sia perché i condizionamenti sociali, in generale, ci suggeriscono "ciò che è per il nostro bene", sia perché l'informazione, sulla quale si basa questo suggerimento, è di gran lunga migliore dell'informazione che saremmo in grado di raccogliere in modo autonomo. Di conseguenza, le persone rivelano un grado molto elevato di docilità. [Simon, p. 99]
Dal momento che le persone docili dipendono, in modo consistente, dai suggerimenti e dagli ordini veicolati dal condizionamento sociale, esse compiono frequentemente delle scelte che riducono la loro fitness personale. [perché sono] incapaci di giudicare in modo autonomo se una scelta che viene suggerita, sia effettivamente svantaggiosa per loro, a livello individuale. [Simon, p. 99]
Ne consegue che, talvolta, la società può "tassare" gli individui docili, per persuaderli a compiere azioni altruistiche, che fanno diminuire la loro fitness individuale. [...] Ne consegue che quelle società che inducono un comportamento altruistico negli individui docili avranno la meglio nella concorrenza con quelle società che non lo fanno. [Simon, p. 99]
Altruismo significa indurre gli altri a comportarsi in modo altruistico [Simon, p. 100]
Al fine di formalizzare in termini analitici questi argomenti ho costruito un modello (Simon 1990) [Simon, p. ]
sulla base del fatto che esistono differenze intellettive [ma non solo anche le differenze pricologiche influiscono] tra individui docili, il soggetto più intelligente avrebbe una maggiore capacità di discernere tra un consiglio utile alla fitness ed un consiglio favorevole all'altruismo, e tale differenza nel discernimento potrebbe condurre alla scomparsa dell'altruismo. Intendo dimostrare che gli altruisti intelligenti, sebbene abbiano un comportamento altruistico meno spiccato degli altruisti non intelligenti, saranno capaci di adattare le situazioni esterne a proprio vantaggio, sia rispetto agli altruisti non intelligenti, sia rispetto agli individui egoisti. [Simon, p. 100]
La sopravvivenza dell'altruismo richiede solo che pure le persone intelligenti possano non discernere perfettamente tra un comportamento che accresce la fitness ed un comportamento altruistico. Poiché essi traggono beneficio della loro docilità, gli altruisti intelligenti saranno capaci di modificare le circostanze a proprio vantaggio rispetto agli individui egoisti, e siccome la limitatezza della razionalità non è eliminabile, l'altruismo sopravviverà. [Simon, p. 101]
i genitori ricchi tendono ad insegnare ai loro figli ad identificarsi con altri ricchi e a considerare come diversi i meno fortunati: si tratta di un insegnamento abbastanza intenzionale, messo in atto attraverso un processo di apprendimento di particolari codici di comportamento, quali sono le "abitudini" inerenti lo stile di vita dei ricchi... [Akerlof, p. 118]
Secondo Coles non solo il ricco, ma anche il più povero dei poveri insegna consapevolmente ai propri figli a quali valori ispirarsi, perché essi possano sopravvivere economicamente, nel modo migliore possibile [Akerlof, p. 109]
L'altruismo è quella torsione dell'egoismo per cui si fa credere all'altro che sia necessario anteporre al proprio utile quello del prossimo. Sostanzialmente si tratta di una menzogna. L'altruismo proclamato o insegnato è un inganno che ha come mira indebolire l'altro facendogli approvare un comportamento altruista.
Non esistono atti gratuiti, neppure quelli del santo e dell'artista o del filosofo, che non siano dettati dalla volontà di affermazione. L'egoismo nietzschiano ha una validità trascendentale: è la condizione di possibilità stessa della vita tanto dell'individuo, quanto delle religioni, delle nazioni, delle idee.