Sono andato molto al di là di me stesso
... Sono andato molto al di là di me stesso. Una volta nel bosco incrociai un uomo che mi fissò intensamente: in quell'istante capii che dovevo avere una espressione di raggiante felicità...
1.01Il pastore Karl Ludwig Nietzsche nasce a Eilenburg presso Lipsia il 10 ottobre 1813, e muore a Röcken presso Lützen il 30 luglio 1849.
1.02Lungo tutta la sua opera Nietzsche si trova alle prese con il problema di come Dio possa morire. Nella realtà il Dio di Nietzsche è già morto, ed egli tenta invano di darsene una spiegazione.
[..] per parlare per enigmi, in quanto mio padre sono già morto, in quanto mia madre vivo ancora e invecchio [..]
1.03Prendendo spunto dai capitoli sulla tragedia greca e su Paolo ci soffermeremo brevemente, attraverso le parole di Carlo Gentili, sulle due figure del Dio morto: Dioniso e il Crocifisso.
2. In cammino verso Dioniso
2.01I primi anni di Nietzsche a Basilea si svolgono sotto l'insegna della riflessione sui rapporti fra dionisiaco e tragedia. Con l'aiuto del libro di Gentili mi soffermerò su alcuni dei suoi interlocutori ideali. Ideali poiché, come nota Gentili, nella Nascita della tragedia non vengono mai citati esplicitamente. Si tratta di Karl Otfried Müller, del filologo Jacob Bernays, e del conte Paul Yorck von Wartenburg
2.02Dalle ricerche di Karlfried Gründer risulta che Nietzsche prese in prestito i volumi di Bernays e Yorck dalla Biblioteca universitaria di Basilea negli anni 1870 e 1871 ed è assolutamente verosimile che conoscesse la Storia della letteratura greca di Müller.
2.03Come è noto la questione del tragico ha i suoi riferimenti principali in alcuni passi di Aristotele ed Erodoto alla cui interpretazione Muller, Bernays e Yorck danno il loro apporto. In particolare Bernays riconduce il termine katharsis all'ambito medico (alla patologia o alla fisiologia se si preferisce) come si può vedere dall'utilizzo dei termini Erregung e Entladung nella traduzione di 1449 b 27-28.
die Tragödie bewirkt durch [Erregung von] Mitleid und Furcht die erleichternde Entladung solcher [mitleidigen und furchtsamen] Gemüthsaffectiones.
La tragedia produce, mediante [il rilasciamento di] compassione e terrore, lo scaricamento alleviante di tali affezioni dell'animo [compassionevoli e terrorizzanti]
2.04In Yorck quello che mi sembra interessante segnalare non è tanto l'interpretazione generale (che non conduce a nulla), ma alcuni passaggi che tradiscono la reale sensibilità dell'autore e, nota Gentili, si trasferiscono pari pari nel testo de La nascita della tragedia.
Dopo aver accolto la tesi centrale di Bernays riguardo la catarsi come "processo patologico", York definisce lo "stato estatico" come l'esperienza centrale del culto dionisiaco; l'estasi non sarebbe altro "che un perdersi nel dominio delle potenze della natura" ottenuto "attraverso l'eccitazione e l'intensificazione degli effetti del dolore e del piacere". Uno degli attributi fondamentali di Dioniso - "il liberatore" - rinvia alla capacità di produrre la liberazione attraverso l'estasi, che presuppone tuttavia l'intensificazione del dolore stesso: "Sappiamo che coloro che venivano iniziati al culto di Bacco venivano scossi con immagini di terrore, si abbandonavano a dolori che distruggevano l'individualità per trasferire l'anima fuori di sé".Abbiamo già, in queste parole una descrizione del dionisiaco come rottura del principium individuationis secondo la posteriore formulazione nietzscheana. Ma l'analogia si spinge oltre "I dolori risvegliano piacere, il terrore gioia" ( die Schmerzen erwecken Lust, der Schrecken Freude). Queste stesse espressioni si leggono nello scritto nietzscheano del 1870: "I dolori suscitano piacere, il terribile suscita gioia" ( Schmerzen erwecken Lust, der Schrecken Freude) (KGW, II, 3 12) E ancora in questo testo, troviamo un identico riferimento al rituale bacchico: " Coloro che erano consacrati al servizio di Bacco venivano colpiti con immagini terrificanti". Il prelievo è come sei vede pressoché letterale. Nessuna meraviglia, a questo punto che la conclusione di Yorck sia, per così dire, già nietzscheana: "L'estasi è unità superiore del dolore e del piacere".
2.05Per una migliore comprensione riporto quindi il brano completo della citazione a cui si riferisce Gentili.
Sappiamo che coloro che venivano iniziati al culto di Bacco venivano scossi con immagini di terrore, si abbandonavano a doloro che distruggevano l'individualità per trasferire l'anima fuori di sé, intensificavano il piacere fino a un'esultanza che arrivava alla perdita dei sensi. L'anima in preda a tale sgomento, perduta in dolore e piacere, cade nello stato dell'estasi. Le forze della natura, dissolto il legame della coscienza, si libravano liberamente sù e giù in essa, ma nell'estasi gli affetti da essa provocati sono annullati. I dolori risvegliano piacere, il terrore gioia, il piacere ha un che di convulsamente doloroso. L'estasi è l'unità superiore del dolore e del piacere.
2.06Le assonanze sono realmente impressionanti. Ciò indica che un'esperienza così particolare, come quella sado-masochista a cui si riferiscono senza dubbio sia Nietzsche che Yorck, con parole che tradiscono una comprensione interiore, è forse realmente all'origine del culto di Dioniso. Se si ammette, quindi, che i Misteri eleusini siano, nella loro essenza, una esperienza sadomasochista, la loro trasformazione da esperienza vissuta a rappresentazione tragica comporta un salto logico che occorre spiegare. Su questo salto logico, il rifiuto della catarsi nel passaggio dai Misteri eleusini alla tragedia greca, si gioca quasi tutto il pensiero di Nietzsche. Ma intendiamoci, comprendere questo passaggio significa essere molto, troppo, vicino alla Verità.
3. Jesus contra Paulum
3.01Il secondo capitolo su cui mi voglio soffermare e che Gentili intitola Jesus contra Paulum riguarda Paolo. Se Gentili avesse voluto esprimere il senso del pensiero di Nietzsche su Paolo il titolo avrebbe dovuto essere Paulus contra Jesum, diversamente si rende evidente l'identificarsi di Nietzsche con Gesù. Probabilmente sono vere entrambe le versioni.
Nella sua critica radicale al cristianesimo Nietzsche distingue con cura la posizione di Gesù da quella di Paolo. Gia in Aurora (68) Paolo è considerato l'autentico fondatore del cristianesimo storico.
3.02Scrive ancora Nietzsche in un frammento del 1887:
Paolo che aveva un istinto per i bisogni dei non-ebrei... cercò aiuto in pieno paganesimo e ne attinse l'immortalità personale, qualcosa di altrettanto antiebraico e anticristiano. Ma in tutto il mondo dove esistevano culti segreti si credeva in questa sopravvivenza, e precisamente secondo la prospettiva del premio e del castigo. Questo oscuramento del paganesimo con l'ombra dell'espiazione delle colpe nell'al di là, fu per esempio ciò che Epicuro combattè... L'artificio di Paolo consistette nel gonfiare la credenza che Cristo fosse stato visto dopo la morte (ossia il fatto di un'allucinazione collettiva) in una logica teologica, come se l'immortalità e la resurrezione fossero cose essenziali e per così dire costituissero il fulcro della concezione della salvezza di Gesù ( a tal fine si dovette rovesciare tutta la dottrina e la prassi dell'antica comunità).
Qui sta l'UMORISMO della cosa , un umorismo tragico: Paolo restaurò in grande stile precisamente ciò che Cristo aveva annullato con la sua vita. Infine, quando la Chiesa è fatta, assume addirittura l'esistenza dello Stato sotto la sua sanzione...
3.03 Ma il rapporto di Paolo con la legge è perverso. Paolo è colui che ha eretto a regola sovvertitrice della legge il principio di Nicodemo.
- In quanto odia la legge per l'impossibilità di adempirla, Paolo vede in Gesù come vittima - ma prima ancora come colui che ha sovvertito la legge stessa - la testimonianza di questa impossibilità. Questa è la chiave della sua conversione: " E' irrazionale - egli pensa . [...] perseguitare questo Cristo, si, è qui e in nessun altro luogo che io tengo il distruttore della legge!" Cristo è dunque ucciso dalla legge: è colui che porta inscritta nella propria morte l'inadempibilità. Con la conversione Paolo si appropria del senso di questa morte. Ciò che Cristo ha testimoniato diviene ora la sua propria testimonianza. " Divenire una sola cosa con Cristo - cioè essere divenuti con lui, anche distruttori della legge; essere morti con lui - cioè essere morti alla legge
3.04Il rapporto di Nietzsche con la Legge è quanto mai complesso e non ho finora letto nulla di interessante sull'argomento. A questo proposito posso solo associare un aneddoto raccontato dalla sorella, che ritengo comunque verosimile. Durante un temporale, all'uscita da scuola anziché correre a casa il più in fretta possibile Nietzsche aveva continuato a camminare sotto la pioggia senza scomporsi con lo stesso passo che teneva usualmente fino a casa. Alla madre che vedendolo arrivare completamente bagnato lo aveva rimproverato aveva risposto che nelle regole da seguire affisse a scuola c'era di non correre all'uscita da scuola.
4. Dioniso contro il Crocifisso
4.01Ci sono rimasti solo pochi frammenti che ci permettono di portare lo sguardo un poco oltre le parole. Credo, però, che, per chi legge Nietzsche e quindi sa di cosa si parla, poche parole siano sufficienti per intuire la Verità. La sorella Elisabeth racconta:
A lui era permesso anche di rimanere nello studio del babbo mentre questi lavorava, perché se ne stava tranquillo e raccolto a contemplare nostro padre intento al lavoro. Già bambino di un anno amava tanto la musica, che se per una ragione qualunque egli strillava, il babbo veniva pregato di mettersi al pianoforte, e allora Fritz subito si chetava, si rizzava nella sua piccola carrozzella e non distoglieva più lo sguardo dal babbo che suonava.
4.02E in una lettera a Franz Overbeck del 14 settembre 1884 parlando della compassione come del suo più grande pericolo Nietzsche scrive:
Forse è la brutta conseguenza della straordinaria natura di mio padre, che tutti dopo averlo conosciuto annoveravano più tra gli angeli che tra gli uomini.
4.03Il ricordo del padre, ritorna più volte nell'ultima opera di Nietzsche. Nelle bozze poi sostituite di Perché sono così saggio scriveva:
Considero un grande privilegio aver avuto un tale padre: mi sembra addirittura che ciò spieghi quasi tutti i privilegi che ho avuto - eccetto la vita, il mio grande si alla vita. A lui debbo soprattutto la mia capacità di entrare inavvertitamente in un mondo di cose alte e delicate, senza bisogno di volerlo, ma semplicemente per aver saputo aspettare: in quel mondo io mi sento a casa, solamente là si libera la mia passione più intima. Per poco non ho pagato con la vita questo privilegio. Ma non è stato certamente un cattivo affare. - Per poter capire anche solo qualcosa del mio Zarathustra, bisogna forse trovarsi in condizioni simili alle mie - con un piede al di là della vita...
4.04La sorella ricorda ancora:
In quell'epoca egli riempì alcuni fogli con singolari fantasie, nelle quali la saga di Dioniso - Zagreo si mescolava alla passione dei vangeli e con le persone più vicine a lui, sue contemporanee: il dio, dilaniato dai suoi nemici, camminava essendo risorto, lungo le rive del Po e ora vede tutto quanto ha amato, i suoi ideali, gli ideali del presente in generale, lontano, al di sotto di sè. I sui amici e prossimi sono divenuti nemici che lo hanno dilaniato.... Durante questa epoca firmava tutte le lettere "Dioniso" o "Il Crocifisso".
4.05Che Dioniso e Cristo il Crocifisso siano per Nietzsche la stessa persona, è una verità di cui non dubitiamo. E quando egli scrive a conclusione di Ecce Homo: Dioniso contro il Crocifisso...
sappiamo che si è compiuta una scissione.
Il giorno 8 gennaio 1889 Overbeck giunse a Torino per ricondurre a casa l'amico malato di mente. Lo trovò "rannicchiato in un angolo del divano"; "si getta verso di me, mi abbraccia con forza e ricade poi in convulsioni sul divano". Si abbandona a canti a squarciagola, ad impetuose, inconsulte esibizioni al pianoforte, e danze e salti scomposti, poi pronuncia di nuovo "in un tono indescrivibilmente mite e sublime, frasi ad un tempo chiare e raccapriccianti su se stesso come discendente del Dio morto".
4.06Nietzsche vede qualcosa dove gli altri uomini non vedono nulla perché ama il padre. Solo gli idioti amano il padre.
Bibliografia
- Elisabeth Foerster-Nietzsche
- - [1924] Nietzsche giovane, Firenze, La voce, 1924
- - [1904] Das Leben Friedrich Nietzsches. Biographie, C. G. Naumann, Leipzig, 1895 (I), 1897 (II), 1904 (III)
- Friedrich Nietzsche
- - Indice dell'edizione Colli Montinari
- Carlo Gentili
- - [2001] Nietzsche, Il Mulino, Bologna 2001
- - [1996] Ermeneutica e metodica, Marietti, Genova, 1996
- Curt Paul Janz
- - [1980] Vita di Nietzsche, tr. Mario Carpitella, Laterza, Bari, 1980
- Léon Tolstoi
- - [1885] Ma religion, Librairie Fischbacher, Paris, 1885
- Paul Yorck von Wartenburg
- - [2006] Tutti gli scritti, tr. Francesco Donadio, Bompiani, Milano, 2006