Su Karl Marx

La soggettività in Marx

L'acquisizione della consapevolezza che il limite del pensiero di Marx è nell'incapacità di comprendere la soggettività, e quindi di assegnarle il ruolo che le compete, è assai recente.

In buona parte dell’opera di Marx c’è infatti un deficit profondissimo di analisi e comprensione della soggettività, che ha avuto conseguenze assai negative nelle storie dei movimenti operai e delle emancipazioni sociali che si sono richiamate al marxismo.

Che, nella concezione marxiana dell'uomo, la soggettività faccia problema è evidenziato dal sarcasmo, inteso qui come sintomo, scaricato sul povero Stirner nell'Ideologia tedesca.

Si può anche leggere il marxismo come una allucinazione, una allucinazione sociale in cui una élite borghese ha fatto rispecchiare la massa dei proletari in qualcosa di inesistente. Come dice Max Weber:

Il destino di chi lavora in miniera non cambia in alcun modo se questa miniera è privata o statale [..] La separazione dei mezzi di produzione sussiste in ogni caso

Perché Marx non ha completato 'Il capitale' ?

Ho iniziato questo scritto da una domanda. [Ho iniziato questo scritto perché] sono stato incuriosito da una domanda che mi si è posta, come sovente accade, leggendo. Che cos'è una domanda? Una domanda è una proposizione ambigua.

Una domanda è una proposizione ambigua: la sua determinazione è costituita dalla risposta. Ci può essere solo un certo numero di alternative atte a completarne il senso. In questo modo, il trattamento intellettuale di ogni dato, esperienza, soggetto è determinato dalla natura delle nostre domande, ed è portato avanti solo dalle risposte.

Forse avrei dovuto iniziare chiedendomi se Il capitale sia un'opera incompiuta; perché nella domanda: Perché Marx non ha completato Il capitale? è inclusa la risposta alla domanda: Il capitale è un'opera incompiuta?

Dunque, questa è la risposta dalla quale sono partito: È opinione comune che Il capitale di Karl Marx sia un'opera incompiuta.

Marx non ha finito di scrivere la teoria del capitale. Ebbe in verità il tempo per farlo: già nel 1865 disponeva di una redazione complessiva di tutti e tre i libri [..] si dedicò invece a studi di varia natura che non avevano attinenza immediata con quei temi. La domanda del perché non abbia concluso il suo lavoro resta aperta; in base agli inediti finalmente disponibili si sta iniziando a cercare una risposta.

Compiutezza e incompiutezza, sono, per la stessa ragione, motivo di interesse in chi legge. In un ragionamento compiuto si cerca che cosa lo rende compiuto. In un ragionamento incompiuto anche. Si cerca in ogni caso che cosa fa di un ragionamento, un ragionamento compiuto.

Sui motivi dell'incompiutezza de Il capitale le opinioni sono discordanti.

Occorre distinguere. è incompleta la teoria del capitale o è incompleta la stesura del libro il capitale?

Pare a me una direzione possibile di ricerca la seguente: lo sviluppo che il modo di produzione capitalistico aveva nel 1865 era tale da poterne delineare la struttura essenziale, cosa che Marx fece efficacemente. Soprattutto però per la parte più concreta di quella esposizione - il capitale azionario, la crisi, i processi di centralizzazione - i tempi non erano ancora maturi. [..] Di questo Marx era cosciente. [..] Forse per questi motivi Marx si dedicò a studi di ampio spettro che travalicarono inevitabimente le sue sole forze. Il compito che si era prefissato era irrealizzabile da un solo uomo (o da due se vogliamo mettere anche Engels) per quanto geniale potesse essere.

Notoriamente la conclusione del sistema hegeliano è tale perché essa giunge a porre quello che era il punto di partenza, instaurando un circolo dei circoli. Accade lo stesso nella teoria dialettica di Marx? Per rispondere a questa domanda è necessario preliminarmente ricordare che il piano complessivo del progetto conoscitivo comprendeva ben sei libri di cui quello dedicato al capitale non era che il primo. Da questo punto di vista il risultato è largamente deficitario e il progetto è ben lontano dall'essere concluso.

Il capitale come (auto)rivelazione dell'essenza della merce.

In Hegel c'è la confluenza nello stesso concetto dell'idea di storia ripresa da Turgot-Condorcet e del sempre uguale circolo infinito di Spinoza.

Marx non ha fatto in tempo a elaborare coerentemente, sulla base della propria teoria generale del capitalismo, una dottrina politica. Ciò non significa che egli non abbia fatto politica mentre scriveva Il capitale

La questione è se l'attività politica di Marx possa essere considerata organica alla teoria del capitale, cosa che non sembra essere.

Il divario tra elaborazione teorica generale e applicabilità di essa non è stato colmato organicamente da Marx. Ciò non significa che non sia possibile colmarlo [..]

Que Marx se soit heurté à une contradiction qu’il n’a pu surmonter, on en a la preuve par son étrange comportement à l’égard de la publication de son oeuvre. Dans une lettre à Engels datée du 31 juillet 1865, il estime très proche l’achèvement du Capital. Il ne manque plus, écrit-il, que trois chapitres pour terminer la partie théorique (les trois premiers livres). Ne restera donc plus, ajoute-t-il, que la partie historico-littéraire (le quatrième livre) qui sera « la plus facile », car alors « toutes les questions seront résolues ». Mais il ne veut rien faire imprimer, conclut-il, tant qu’il n’aura pas devant lui « l’ensemble achevé » 1.

Marx autore unius libri

Si può partire da una citazione.

La deuxième partie de la carriere de Marx est également d'interprétation difficile en raison du caractère des œuvres qui en sont résultées. En tant que savant, je dirais que, de 1849 à sa mort en 1883, Marx a travaillé à un livre unique. Si la comparaison ne paraissait, et justement, à beaucoup d'égards, surprenante, je dirais qu'en tant qu'auteur génial, Marx ressemble à Proust. Il est l'homme d'un livre unique. La comparaison ne vaut, je m'empresse de l'ajouter, que sur ce point particulier. L'un et l'autre ont porté toute vie un livre unique qu'ils n'ont terminé ni l'un ni l'autre. Marx, en effet, a partir de 1849-1850, a travaillé à un livre qui s'appelait Critique de l'économie politique. L'ouvrage ne s'appelait pas Le Capital. Das Kapital est le titre qui a été donné à un fragment de cette œuvre globale non achevée qui aurait été la Critique de l'économie politique. Ce titre ne s'est trouvé retenu que pour le fragment publié en 1859 sous le titre Zur Kritik des politischen Ökonomie. Mais nous savons que ce petit livre n'était qu'un fragment de l'œuvre d'ensemble à laquelle Marx n'a cessé de travailler entre 1849 et 1883.

S'interrogeant sur les rapports entre marxisme et totalitarisme, Raymond Aron écrivait dans ses mémoires : Faut-il conclure que le socialisme soviétique sort logiquement de la pensée de Marx? Qu'il constitue la réalisation authentique de l'idée socialiste-marxiste? L'homme Marx qui plaida toute sa vie pour la liberté de la presse, révolté par tempérament, nous l'imaginons mal apologiste d'un État despotique. [..] La question décisive se situe ailleurs. L'idée socialiste, poussée jusqu'au bout, jusqu'à la négation de la forme marchandise, avec l'égalité pour objectif, n'aboutit-elle pas nécessairement ou tout au moins, logiquement, à un régime de type soviétique ? Alexandre Zinoviev plaide cette thèse et je la défendrais aujourd'hui. Raymond Aron, Mémoires, Julliard, 1983, p. 668.

Fin quando il marxismo ha retto come possibilità, cioè fino all'avvento di Stalin, ha fatto paura alle élite occidentali. Quando si è capito che Stalin aveva ucciso Marx, è accaduto qualcosa, come se i capitalisti si fossero improvvisamente sentiti liberi.

La profonda incomprensione che Marx ha della centralità della meritocrazia e dell'istituto della successione ereditaria nell'evoluzione del capitalismo ha determinato il ripiegamento dei regimi comunisti in sistemi sociali di tipo sostanzialmente feudale.

Biografia

1. Perché questa biografia? Il pensiero di Marx sta nei suoi scritti. Parlare di qualunque autore è solo esercizio di fiato se non si sa qualcosa delle fonti. I testi, poi, appartengono a certi periodi della sua vita e della sua esperienza. Perciò se su Marx (o su chiunque altro) si vuole un’informazione di qualche attendibilità, bisogna mettere insieme la biografia e gli scritti.

Ma i dati non diventano allora troppi, ingovernabili? Nella sua Logica, teoria dell’indagine il filosofo americano John Dewey avvertiva che conosciamo qualcosa solo se ne individuiamo i “tratti diagnostici”, quelli che differenziano una cosa da altre perché di essa sono essenziali. Che un calzolaio sia calvo non è «segno evidenziale o indizio diagnostico » del suo esser calzolaio [Dewey 1938: 268-70]. Né lo è che Marx abbia fatto un figlio con la domestica di casa, o sia stato eterno debitore di denaro all’amico Engels. Sono tratti casuali rispetto agli evidenziali . I quali riguardano ciò che di specifico distingue Marx da altri soggetti, e ne fa il teorico del “materialismo storico” o l’autore del Capitale o il teorico di un certo tipo di socialismo

Marx trascorse metà della vita, dal 1849 alla morte, in esilio a Londra. Fino al 1870 furono vent’anni di letterale miseria. Quale peso ebbero nell’elaborazione delle sue teorie? Senza la tensione disperata di quel periodo, scisso tra l’assillo della povertà e la tenacia dello studioso, avrebbe acquistato Marx il peso intellettuale e morale riconosciutogli anche dagli avversari (quelli seri)? Preconizzava l’inevitabile tramonto e crollo del modo di produzione capitalistico, talvolta lo immaginava imminente. Poterlo accelerare e, forse, addirittura assistervi, non sarebbe stato un risarcimento delle umiliazioni e privazioni patite? Nell’animo dell’esule albergava sicuramente anche questo [p.6]

Una famiglia di borghesi ebrei, illuminati e liberali

Karl Heinrich Marx, terzo di quattro fratelli e cinque sorelle, nacque il 5 maggio 1818 a Treviri nella Renania meridionale, città di allora 12 mila abitanti, in una casa d’affitto di Brückenstrasse 10. Oggi è un museo dedicatogli. Il padre Heinrich Marx era un procuratore legale benestante; la madre di origini olandesi, Henriette Pressburg (o Pressbork), non imparò mai bene il tedesco. Venivano entrambi da generazioni di famiglie ebraiche.

Il nonno e bisnonno paterni di Karl, rabbini a Treviri, provenivano da comunità ebraiche polacche (Leopoli e Cracovia) e italiane (Padova). Rabbino era stato anche il nonno materno, a Nimega in Olanda. Una zia olandese di Karl aveva sposato il banchiere Lion Philips, nonno del fondatore dell’omonima industria elettrica. Esistevano rapporti cordiali tra lo zio Lion e Karl, dagli anni 1860 particolarmente affezionato alla cugina olandese Antoinette (Nanette) Philips.

L’essere borghesi caratterizzava gli ebrei renani assai più che non l’essere ebrei, come mostrerà il caso del padre di Marx. Già durante le guerre seguite alla Rivoluzione francese la riva sinistra del Reno era stata annessa di fatto dalla Francia. Così anche Treviri ebbe dal 1795 al 1814 l’uguaglianza giuridica e politica dei cittadini nonché l’abolizione delle corporazioni, della servitù della gleba e delle decime alla Chiesa. Dal 1804 ebbe il Codice napoleonico, dunque un sistema di leggi modernamente borghese.

Nel 1816 o 1817 – quando nel corso della discriminazione contro gli ebrei, esclusi già nel 1815 da tutti i pubblici uffici, venne nel 1816 definita “ufficio pubblico” anche la professione di procuratore legale – il procuratore Marx dovette abbandonare la fede degli avi e farsi battezzare. Non gli pose problemi di coscienza: in materia di fede era ormai un laico, un indifferente. A Treviri, città di maggioranza cattolica, scelse però la confessione evangelica luterana perché nel protestantesimo scorgeva, come molti liberali, maggiori aperture di libertà spirituale. Nel 1824 fece battezzare con il rito protestante anche i figli. L’intera faccenda indica come nella formazione di Karl la componente ebraica, che qualcuno ha voluto sottolineare, avesse assai poco peso. Né il padre né lui in realtà si sentivano ebrei.

Wilson era stupefatto dal rifiuto di Marx di lavorare: "La contraddizione più impressionante della vita di Marx fu che l'uomo che più di ogni altro aveva attirato l'attenzione sulla motivazione economica fosse incapace di lavorare" (Wilson, 1940, p.206). Altri esuli tedeschi avevano trovato lavoro, ma durante i trent'anni a Londra lui non cercò maidi trovarne uno. Inoltre, una volta Marx tentò di lavorare come impiegato delle ferrovie, ma fu salvato da quel destino infelice a causa della sua scrittura illeggibile. (Wheen, 1999, p.185) Come sempre, era Engels che interveniva a salvare Marx dalla sua avversione per il lavoro, usando i risparmi provenienti dal suo lavoro alla fabbrica del padre per pagargli i debiti.

MP

Bibliografia

Raymond Aron
- Le marxisme de Marx, Paris, Editions de Fallois, 2002
Roberto Fineschi
- Marx e Hegel. Contributi a una rilettura, Carocci, Roma, 2006 [L'introduzione si può leggere sul sito: Marx. Dialectical Studies]
- Un nuovo Marx. Filologia e interpretazione dopo la nuova edizione storico-critica (Mega2), Carocci, Roma, 2008
Romain Kroës
- L'illusion capitalocentriste, son empire, ses phobies, son agonie, Revue du Mauss permanente, 2013, journaldumauss.net
Michael R. Krätke
- »Hier bricht das Manuskript ab.« (Engels) Hat das Kapital einen Schluss? Teil I, Beiträge zur Marx - Engels - Forschung. Neue Folge, 2001, [das-kapital-lesen.de]
- Le dernier Marx et le Capital, Vortrag auf dem IV. Internationalen Marx Kongress in Paris-Nanterre am 1. Oktober 2004, zuerst veröffentlicht in: Actuel Marx, No 37, premier semestre 2005, pp. 145 – 160 [marxforschung.de]
- L'ultimo Marx e il Capitale, Critica marxista, tr. Marcello Musto, Dedalo, 2005, 6, pp. 45-54 [Academia.edu]
Karl Marx, Friedrich Engels
- Die deutsche Ideologie Kritik der neuesten deutschen Philosophie in ihren Repräsentanten Feuerbach, B. Bauer und Stirner und des deutschen Sozialismus in seinen verschiedenen Propheten Geschrieben, 1845-1846, Zum ersten Mal in deutscher Sprache nach dem Originalmanuskript vom Marx-Engels-Lenin-Institut, Moskau, 1932 [veröffentlicht]
- L'ideologia tedesca