L'insegnamento essoterico

La distinzione tra insegnamento essoterico (o publico) e insegnamento esoterico (o segreto) ha un ruolo importante nel pensiero di Leo Strauss.

Nell'articolo Exoteric Teaching, scritto originariamente nel dicembre del 1939, ma publicato postumo, Leo Strauss si occupa dell'essoterismo in Lessing e, marginalmente, del Platone di Schleiermacher. L'occasione della rilettura di Lessing era stata data a Strauss dalle sue ricerche per il Moses Mendelssohn Jubiläumsausgabe.

Gotthold Ephraim Lessing univa in sè, in maniera straordinaria, le doti, pur così contrastanti dell'erudito e del filosofo. Egli trattò la questione dell'esoterismo in maniera chiara ed esauriente in tre scritti minori: Leibniz von den ewigen Strafen, 1773, [Leibniz sulle pene eterne]- Des Andreas Wissowatius Einwürfe wider die Dreieinigkeit, 1773, [Obiezioni di Andreas Wissowatius al dogma della Trinità] - Ernst und Falk, (1777 e 1780)
La sua trattazione fu chiara ed esauriente quanto poteva esserlo da parte di qualcuno che accettava l'essoterismo non come mera bizzarria del passato, bensì come comprensibile necessità di ogni tempo e dunque come principio guida della propria attività letteraria. In breve, Lessing fu l'ultimo scrittore a rivelare, pur dissimulandole, le ragioni che costringono gli uomini savi a celare la verità: seppe scrivere tra le righe a proposito dell'arte di scrivere tra le righe.

Fra quanto Leo Strauss dice sottolineiamo questa frase: [Lessing] seppe scrivere tra le righe a proposito dell'arte di scrivere tra le righe. Si potrebbe affermare che dell'arte di scrivere tra le righe si può scrivere solo tra le righe, poiché chiunque ne scriva cade nel paradosso.

Ernst und Falk

L'argomento del dialogo Ernst und Falk è la massoneria. Si può notare subito che Lessing considera la massoneria come la religione. La religione esiste da sempre, così la massoneria che è necessaria è sempre esistita ed esisterà sempre. Il rapporto con la massoneria è dello stesso tipo di quello che Lessing ha con il cristianesimo.

Falk: Poiché la loggia si rapporta alla massoneria allo stesso modo in cui la chiesa si rapporta alla fede. Dallo stato di benessere esteriore della chiesa non si può dedurre nulla e assolutamente nulla a proposito della fede.

Così come la religione di Cristo non è il cristianesimo, ma è radicata nell'essenza dell'uomo, così la massoneria è per Lessing una forma religiosa, e in quanto tale può essere trasmessa nelle sue apparenze esteriori, ma non nella sua essenza che appartiene a tutti gli uomini per natura.

Falk: La massoneria non è nulla di arbitrario e nulla di superfluo: è anzi qualcosa di necessario che è radicato nell'essenza dell'uomo e della società civile. Di conseguenza, ci si deve poter arrivare per proprio ragionamento altrettanto bene quanto vi si viene condotti grazie alla guida altrui.

I cinque dialoghi che compongono Ernst und Falk sono costruiti intorno all'indicibilità dell'essenza della massoneria.

Falk: Il segreto della massoneria, come Ti ho già detto, è ciò che il massone non può pronunciare, neanche se fosse possibile che lo volesse.

Indicibilità che non riguarda i contenuti, che possono essere espressi secondo le convenienze dei tempi.

Falk: [..] I pensieri reconditi, invece, sono cose che si possono dire benissimo e che solo, in certe epoche e in certi paesi, sono state in parte per invidia nascoste, in parte per timore represse, in parte per prudenza taciute.

La libera massoneria deve la sua esistenza all'imperfezione della vita pratica. L'appartenenza alla comunità massonica incontra un ostacolo nella provenienza dei membri da classi sociali diverse. Lo scoglio insuperabile resta quello della disparità economico sociale prodotta da una diseguale distribuzione della ricchezza. Contrariamente a quello che ritiene Merker la sfera della produzione di ricchezza non incide sulla sua distribuzione, e Lessing è nel giusto a considerare la trasmissione della ricchezza il vero problema dell'uguaglianza.

Falk: credi forse che si possa pensare ad uno Stato senza diversità di ceti? Buono o cattivo che sia, che sia più o meno vicino alla perfezione, in ogni caso è impossibile che tutti i suoi membri abbiano tra loro il medesimo rapporto. - Quand'anche partecipassero tutti alla legislazione, non potrebbero però parteciparvi allo stesso modo, o quantomeno non in maniera immediata. Ci saranno, dunque, membri privilegiati e membri inferiori. - Se anche fin dall'inizio, tutti i possedimenti dello Stato fossero ripartiti tra loro in parti uguali, tuttavia questa equa ripartizione non potrebbe resistere nemmeno due generazioni. Uno saprà utilizzare la sua proprietà meglio di un altro. Ma anche chi l'avrà utilizzata peggio dovrà, al pari dell'altro, dividerla tra parecchi discendenti. Ci saranno così membri più ricchi e membri più poveri.

L'essoterismo di Leibniz

Apparentemente molto distante dai Dialoghi massonici è l'argomento degli altri due scritti di Lessing citati da Leo Strauss: Leibniz sulle pene eterne e le Obiezioni di Andreas Wissowatius al dogma della Trinità. Si tratta cioè di argomenti strettamente connessi alle dispute interne alla religione cristiana. Ma ciò che interessa a Lessing e di riflesso a Leo Strauss è comprendere l'atteggiamento del grande filosofo luterano nei confronti della religione: Il fine dichiarato di questi due trattatelli è di discutere «i motivi e le ragioni» che hanno indotto Leibniz a difendere alcune credenze ortodosse: la credenza nella dannazione eterna e la credenza nella trinità.

La prospettiva generale di Lessing è quella di sottoporre l'intero patrimonio dogmatico di ogni confessione religiosa «positiva» ad una relativizzazione storica tale che di volta in volta, quando la cosa gli torna tatticamente utile, egli può servirsi di armi luterane (o per così dire preluterane, nel caso del Berengario) contro il cattolicesimo, ma anche di argomenti cattolici contro l'ortodossia luterana, o magari, attaccando quest'ultima dall'interno, dello «spirito» di Lutero contro la «lettera», o infine, contro l'ortodossia cristiana in genere, di deduzioni prese dal patrimonio islamico (la Riabilitazione di Cardano) e adattate allo scopo: il quale, si sa, è la dimostrazione che in tutte le religioni l'unica «verità» è quella, storica, che deriva dalla loro natura di formazioni ideologiche rispondenti a determinati rapporti sociali o momenti della «unione civile» fra gli uomini.

Se quello di Lessing è un tentativo consapevole di utilizzare le religioni - ideologie secondo la loro effettiva natura, vale a dire per pratiche finalità publiche - come giudicare, in questo contesto, il lungo articolo del 73, le Obiezioni di Andrea Wissowatius contro la Trinità, in cui Lessing appare sostenere, contro l'antitrinitario sociniano Wissowatius, proprio le ragioni che in nome dell'ortodossia già Leibniz aveva avanzato contro di lui?

Come giudicare [..] il lungo articolo del 73, le Obiezioni di Andrea Wissowatius contro la Trinità, in cui Lessing appare sostenere, contro l'antitrinitario sociniano Wissowatius, proprio le ragioni che in nome dell'ortodossia già Leibniz aveva avanzato contro di lui?
[..] Nel commento finale alla disputa, Lessing diede formalmente ragione a Leibniz [..] Secondo le regole del gioco Leibniz sembra allora aver ragione di appellarsi, contro Wissowatius, alla «dottrina comune», e di sostanziare le premesse dei suoi sillogismi con articoli di fede presi dal patrimonio dogmatico del cristianesimo positivo.
Ma a questo punto il Lessing critico delle religioni scopre le sue carte: non potrebbe darsi che in realtà Leibniz non abbia creduto in nulla, cioè in nessuna verità religiosa positiva o dottrina comune, e che abbia trattato le idee cristologiche sue e di Wissowatius come altrettante ipotesi, non essendo egli in fondo convinto di nessuna di esse? Se così fosse, la ragione non starebbe nemmeno, nella controversia, dal lato del Leibniz essoterico che publicamente dichiara la propria ortodossia, bensì dal lato di quel «filosofo» (forse lo stesso Leibniz delle convinzioni più segrete, come Lessing sembra alludere) il quale sa che in una simile disputa, basandosi essa per intero e soltanto su argomenti esegetici (vale a dire, come intende Lessing indubbiamente, su antinomici sofismi intellettualistici usati nell'interpretare i dogmi), egli invece debba assolutamente sospendere ogni decisione circa quale delle due parti sia superiore all'altra nell'uso di questi argomenti. E non potrebbe darsi, infine, che tutta la questione (ossia poi in generale la disputa su cose teologiche) avesse anche un altro lato, diverso dalle antinomiche ragioni metafisiche che i teologi si palleggiano, e dal quale lato non certo il teologo ma proprio il «filosofo», e forse lui soltanto, può esattamente deciderla?

Conclusioni

Voglio concludere facendo cadere l'accento sull'imperfezione della vita pratica come condizione della distinzione fra conoscenza essoterica e conoscenza esoterica. Leo Strauss si esprime così:

1) Lessing asserisce che tutti i filosofi antichi e lo stesso Leibniz operarono un'esposizione essoterica della verità, distinta dalla esoterica. 2) L'esposizione essoterica della verità fa uso di asserzioni che sono considerate dal filosofo asserzioni non relative a dati di fatto, ma a mere eventualità. 3) Le asserzioni essoteriche (cioè quelle che non fanno parte, né d'altronde potrebbero far parte dell'insegnamento esoterico) vengono pronunciate dal filosofo in base a ragioni di prudenza o di opportunità. 4) Alcune asserzioni essoteriche sono rivolte a persone d'inferiore levatura morale, che dovrebbero esserne intimorite. 5) Vi sono talune verità che dovrebbero rimanere occulte. 6) Anche la migliore costituzione politica non può che essere imperfetta. 7) La vita contemplativa è superiore alla vita pratica o politica.
L'impressione, tutt'altro che fuorviante, che si trae da questo riepilogo è che vi sia una stretta connessione tra essoterismo e uno specifico atteggiamento nei confronti della vita politica e pratica: la «libera massoneria», che in quanto tale è conoscenza di verità segrete, deve la propria esistenza alla necessaria imperfezione di ogni vita pratica o politica.
MP

Bibliografia

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- La concezione della libera muratoria nei dialoghi di Lessing (1778-80)
Marc de Launay
- [2003] Leo Strauss et la découverte du classicisme ésotérique chez Lessing, in «Les études philosophique», 2003/2 n° 65, Puf [ www.cairn.info]
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- [2006] Leibniz sulle pene eterne sta in Opere filosofiche, a cura di Guido Ghia, UTET, 2006, pp. 413-443
- [2006] Obiezioni di Andreas Wissowatius contro la Trinità sta in Opere filosofiche, a cura di Guido Ghia, UTET, 2006, pp. 445-479
- [2006] Ernst e Falk. Dialoghi per massoni sta in Opere filosofiche, a cura di Guido Ghia, UTET, 2006, pp. 663-699
- [1975] Colloqui per massoni, a cura di Luciano Parinetto, Sapere Edizioni, Roma, 1975
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Nicolao Merker
- [1968] L'illuminismo tedesco. Età di Lessing, Laterza, Bari, 1968
Hermann S. Reimarus
- [1977] I frammenti dell'Anonimo di Wolfenbüttel pubblicati da G.E. Lessing,a cura di Fausto Parente, Bibliopolis, Napoli, 1977
Leo Strauss
- [1998] L'insegnamento essoterico sta in Gerusalemme e Atene. Studi sul pensiero politico dell'Occidente, trad. Pietro Kobau, Einaudi, Torino, 1998, pp. 294-305
- [1939] Exoteric Teaching, (1939) a cura di Kenneth Hart Green, [Archive.org]
- [ - ] Exoteric Teaching, [Archive.org]
François Thirion
- [2011] Gottfried Winkler ou L'écriture oblique - Lire entre les lignes, Université du Maine, Thèse de doctorat soutenue le 12 décembre 2011