L'anno 69 mi diede una grande luce

Così come in Descartes, anche in Kant sembra esservi un momento in cui la presa di coscienza della soluzione di un problema mentale complesso ha la forma dell'illuminazione.

L'unica testimonianza di questa illuminazione ci è data dalla Reflexion 5037, databile intorno agli anni 1776-1778, ma riferita all'anno 1769.

5037.   φ   M XXXVI.   E II 55. 4.


15 Wenn ich nur ver so viel erreiche, daß ich überzeuge, man müsse die
16 Bearbeitung dieser Wissenschaft so lange aussetzen, bis man diesen Punkt
17 ausgemacht hat, so hat diese Schrift ihren Zweck erreicht.
18 Ich sahe anfenglich diesen Lehrbegrif wie in einer Dämmerung. Ich
19 versuchte es gantz ernstlich, Satze zu beweisen und ihr Gegentheil, nicht
20 um eine Zweifellehre zu errichten, sondern weil ich eine illusion des Verstandes
21 vermuthete, zu entdecken, worin sie stäke. Das Jahr 69 gab mir
22 großes Licht.

In cosa consista ed a cosa distintamente si riferisca la großes Licht di cui parla Kant in questo testo è difficile dire, anche se sono state fatte dagli studiosi di Kant molte supposizioni.

È un fatto, però, che la Reflexion 5037 istituisca una relazione temporale tra la großes Licht e la dissertazione De Mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis discussa da Kant il 21 agosto 1770, presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Albertina di Königsberg.

Ed è un fatto anche che a questo frammento venga costantemente associata dai commentatori una citazione dalla lettera a Christian Garve del 21 settembre 1798 nella quale Kant scrive:

Beym flüchtigen Durchblättern desselben bin ich auf die Note S. 339 gestoßen: in Ansehung deren ich protestiren muß. - Nicht die Untersuchung vom Daseyn Gottes, der Unsterblichkeit etc. ist der Punct gewesen von dem ich ausgegangen bin, sondern die Antinomie der r. V.: "Die Welt hat einen Anfang -: sie hat keinen Anfang etc. bis zur vierten : Es ist Freyheit im Menschen, - gegen den: es ist keine Freyheit, sondern alles ist in ihm Naturnothwendigkeit"; diese war es welche




Fu Max Wundt a insistere sull'importanza della lettera a Garve, rilevando come esso suggerisse l'identificazione della grande luce con il problema delle antinomie.

Non mi voglio inoltrare nella questione se la Reflexion 5037 si riferisca al problema delle antimonie ed alla genesi dello spirito critico. Da nessuna parte Kant, come Descartes prima di lui, ci dice con precisione a cosa si riferisca questa illuminazione.

sebbene l'opera critica - come nel caso di Agostino, di Descartes o di Pascal - sia nata da un'illuminazione improvvisa, Kant non parla mai da nessuna parte di un'esperienza filosofica che in un lampo abbia modificato il suo pensiero.

Sul ruolo delle antinomie nella svolta critica Benno Erdmann ritenne di individuare in tale questione l'origine della Dissertatio

sul significato del problema delle antinomie per chiarire lo sviluppo del problema kantiano rimando all'esauriente esposizione di Benno Erdmann, nella sua prefazione alle Reflexionen [Leipzig, 1882-1884] e alla sua edizione dei Prolegomena [Leipzig, 1878].

Sulla stessa linea De Vleeschauwer e Norber Hinske



 

Dans la Reflex. n° 5037, dont la date cette fois-ci n'a guère d'influence sur son interprétation, Kant dit: Das Jahr 69 gab mir großes Licht. C'est donc au cours de l'année 1769 que Kant aurait entrevu la solution de toutes les difficultés accumulées pendant la période précritique. Cette indication du temps est immédiatement précédée dans la même Reflexion par l'indication du problème: Ich sahe anfenglich diesen Lehrbegrif wie in einer Dämmerung. Ich versuchte es gantz ernstlich, Satze zu beweisen und ihr Gegentheil, nicht um eine Zweifellehre zu errichten, sondern weil ich eine illusion des Verstandes vermuthete, zu entdecken, worin sie stäke. Et la grande lumière ne peut guère être interprétée autrement que comme la discrimination du lieu où réside l'illusion de l'entendement. Or, ce texte vise incontestablement le problème des antinomies. Des quatre antinomies exposées dans la Critique, nous en avons déjà rencontré deux: celles de l'espace dans la Monadologia, et celle de la causalité en conflit avec la liberté dans la Dilucidatio. L'idée en est donc très ancienne. Il nous paraît impossible de ne pas ajouter foi à la Reflex. n° 5037, de sorte que nous possédons une clef pour rentrer dans cette année obscure mais riche. Le problème des antinomies a joué une rôle considérable dans la genèse de la Dissertation...









Anche riconoscendo la liceità dell'uso del termine antinomia, a proposito della Dissertatio, per indicare il contrasto, ivi teorizzato da Kant, fra le leggi dellla facoltà sensitiva e quelle della facoltà intellettuale, resta il problema di sapere se siffatto contrasto possa essere ricondotto senza residui a quello delle antinomie della KrV. si è sostenuto, fra l'altro, che le opposizioni disegnate nella Dissertatio sono o di contraddizione (nelle argomentazioni sull'infinito matematico e sul termine di una serie di stati successivi del mondo 49) o di subcontrarietà (nelle argomentazioni sull'infinito successivo 50), mentre l'antinomia della KrV si dà fra proposizioni contrarie 51; e vi è stato anche chi si è spinto ad affermare che unicamente quest'ultima accezione di antinomia, che si sarebbe sviluppata solo dopo la Dissertatio, e precisamente non prima del 1772, avrebbe potuto innescare la svolta critica 52. Ma certo, se, da un lato, una distinzione si impone per ogni concetto di antinomia che non sia inteso nell'accezione specifica e forte della LrV, dall'altro lato sembra troppo rigida, oltre che in palese tensione con l'esplicita dichiarazione della lettera a Garve del settembre 1798, ogni interpretazione che finisca col recidere, su questo punto, gli sviluppi della KrV dalla riflessione precritica.

Dal nostro punto di vista ciò che importa è che l'illuminazione vi sia stata. Nel momento stesso in cui ci si pone un problema, ovvero si ricerca la soluzione di una contraddizione o di una antinomia, la sua soluzione è già presente alla mente.

MP

Bibliografia

Immanuel Kant
- De Mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis, sta in Dissertazioni latine, a cura di Igor Agostini, Bompiani-Rcs, Milano, 2014