Amok

La riflessione potrebbe partire dall'amok. E' notevole che ciò concluda tutto. Si può affermare però che il soggetto dell'amok quanto meno ha avuto il merito di attirare l'attenzione degli altri sulla morte. Ora, il problema non è tanto parlarne quanto la preoccupazione che il pensiero di evidenziare la rappresentazione dell'amok possa essere considerato fondamentale, essenziale. Nella tragedia esiste sempre, al termine, un movimento che conduce all'impasse e alla soluzione violenta, Si tratta di creare questa rappresentazione propria dell'amok.

Sul significato delle parole

1.01In questo momento, io non ho alcuna rappresentazione dell'amok, non conosco la definizione della parola e, per ora, non andrò a cercarla su un vocabolario. In questa condizione non ho che le frasi di Bataille, su cui poter esercitare la mia riflessione. Quando dico che non ho una rappresentazione dell'amok, intendo dire che non si presenta nulla alla mia mente quando penso o dico la parola amok. Neppure quando la presento all'interno delle frasi di Bataille la situazione migliora, perchè in esse, a prima vista, non è compreso alcun aggancio, alcuna connessione, alcuna definizione, che mi permetta di risalire ad un significato attribuibile alla parola in relazione con il significato delle altre parole di cui è composta la frase. Ma anche le frasi stesse, in funzione di questa mia incapacità di ricavare un senso, e di dare un senso compiuto alla parola amok, divengono incomprensibili. Se la risposta della mia mente fosse del tipo on/off probabilmente mi dovrei fermare qui. Non sarei in grado di proseguire. E invece, è esperienza comune, c'è la possibilità di proseguire nella lettura senza una comprensione adeguata di ciò che viene letto. Io potrei addirittura imparare a memoria le frasi di Bataille, senza dar loro un significato reale e mantenerle così nella mia mente, indefinitamente, come oggetti a cui posso comunque ritornare in ogni momento.

1.02In quello che ho detto ora, mi sono dato, ed ho già dato, una definizione dell'amok, quella di : oggetto non riconosciuto dalla mia mente. In questo modo comunque posso utilizzare questa definizione negativa per parlarne. Probabilmente la definizione di "oggetto sconosciuto" è quella che mi permette di continuare a leggere dando un senso alla lettura in assenza di una definizione corretta di quello che leggo.

1.03Utilizzando questo "oggetto sconosciuto" che io sostituisco ad un significato mancante io posso continuare a pensare a quello che sto leggendo e continuare a lavorarci sopra. Io posso, cioè, continuare a lavorare su questo oggetto che io chiamo "oggetto sconosciuto" come se avesse, per me, un significato.

1.04Rileggendo le frasi di Bataille e riproponendo alla mia attenzione la parola amok, posso soffermarmi su particolari che non avevo potuto valutare alla prima lettura, e collegarli all'oggetto sconosciuto che ho creato nella mia mente. In questo modo posso arrivare ad attribuire alla parola amok una grande ricchezza di dettagli e di sfumature, pur senza darne una definizione.

1.05Perchè la mia analisi funzioni occorre che effettivamente io non cerchi in alcun modo una definizione della parola amok al di fuori delle frasi di Bataille, nonostante la mia curiosità. Ed è anche utile, perchè sia provato che io realmente non ho una definizione della parola amok, che io dichiari eventuali associazioni che la parola amok comunque determina in me. Devo quindi dire che, conoscendo le opere di Bataille, situo la parola in un ambito di senso che la riferisce ai "riti tribali".

1.06Se ora, dopo queste considerazioni, rileggo le frasi di Bataille, posso fare alcuni accostamenti, che derivano dalle frasi stesse, il primo alla morte ed il secondo alla tragedia. Questo potrebbe portarmi a concludere che il significato della parola amok sia, o possa essere, quello di "sacrificio rituale". Ma il testo di Bataille non mi permette una conclusione sicura, ed anzi mi spinge a mantenere una sospensione sul significato da attribuire alla parola amok.

1.07Bataille parla del la preoccupazione che il pensiero di evidenziare la rappresentazione dell'amok possa essere considerato fondamentale, essenziale. Quindi il pensiero di "evidenziare la rappresentazione dell'amok" non è essenziale. In verità, trattandosi di una conferenza rivolta ad un publico eterogeneo, non di specialisti, se Bataille avesse voluto introdurre semplicemente una rappresentazione dell'amok avrebbe cominciato la conferenza dandone subito una definizione. Ciò non accade, ed anzi Bataille introduce un elemento di sospensione, una avvertenza, nel riferimento ad una eventuale definizione che gli ascoltatori comunque potessero avere dell'amok.

1.08Non ne dà una definizione esplicita, e intende anzi che non se ne possa dare una definizione. Casualmente mi trovo dunque di fronte ad una parola di cui non conosco il significato e di cui mi viene detto che questo significato non è esprimibile con una definizione. L'unica possibilità di attingere un significato viene rinviata ad un effetto della tragedia. La rappresentazione dell'amok deve essere creata attraverso l'impasse e la soluzione violenta in cui si conclude la tragedia.

1.09Questa è una definizione che il mio intelletto può classificare così: In Georges Bataille la rappresentazione dell'amok è creata attraverso l'impasse e la soluzione violenta in cui si conclude la tragedia. Da questa stessa definizione posso anche ricavare specularmente una rappresentazione del tragico in Georges Bataille riferito all'amok. Ho quindi ottenuto due altri oggetti mentali, a cui posso riferire la parola amok. Si tratta in entrambi i casi di oggetti pieni, con un riferimento reale e definito, ottenuti dalla mia mente attribuendo ad un soggetto reale, "Georges Bataille" una serie di parole connesse fra loro che gli attribuiscono qualcosa, che in ogni caso è reale, in quanto questo qualcosa si riferisce a delle parole scritte da un uomo vissuto nel XX secolo e stampate in un libro.

1.10Come avrete notato, in queste considerazioni, sono riuscito a dare almeno un paio di definizioni reali di amok senza avere la più pallida idea di cosa questa parola significhi. Sono anche riuscito a dare una lettura possibile di una serie di frasi di cui non conosco il significato. Non solo non conosco il significato di queste frasi rispetto al significato loro attribuito dall'autore che le ha scritte, ma neppure rispetto ad una interpretazione letterale della parole attraverso delle definizioni ricavate da un comune vocabolario. Ciononostante nessun uomo, nessun interpretante, può sostenere che io non abbia dato una lettura possibile delle frasi scritte da Bataille.

2.11Proviamo ora a ipotizzare quale sarebbe stata la mia reazione se avessi posseduto una definizione di amok prima di ascoltare la conferenza di Georges Bataille. Senza avere una definizione di amok mi è difficile dire quale sarebbe stata la mia comprensione delle frasi di Bataille, ma posso dire che ne avrei avuta una. Si sarebbe trattato probabilmente di una "precomprensione", non riferita al significato delle frasi di Bataille, ma ad un significato generico.

Il giorno seguente...

2.01Il giorno dopo cerco la definizione di amok fra le enciclopedie disponibili alla B.U.G. Nella grande Treccani il termine non compare. La definizione più dettagliata la trovo in una vecchia enciclopedia francese:

- Amok, Cet mot malais, aujourd'hui francisé, désigne une sorte de rage ou de folie furieuse, dont on trouve des exemples dans tous les pays malais. Faire l'amok ou courir l'amok , c'est courir çà et là, en furieux, en désespéré, tuant tous ceux qu'on rencontre sur son chemin, sans distinction de personne. Cette sorte de rage ou de folie furieuse provient parfois de l'usage immodéré de l'opium, mais il n'en pas toujours ainsi. Le Malais font l'amok, souvent après mûre délibération, sous l'ifluence de sentiments violents, pour se venger d'une injure ou se délivrer d'une oppression. Sur le champ de bataille, dans la mêlée furieuse, quand les soldats ennemis combattent corps à corps, en désespérès, on dit encore qu'ils font l'amok. A Bornéo, chez les Dâyaks le mot est le même qu'en malais : Amok; en javanais et en soundanais il se prononce Amouk.

2.02Procediamo ancora oltre, un rimando mi fa ritornare a Bataille. In una conferenza, precedente a quella di cui abbiamo analizzato alcune frasi, tenuta al Club Maintenant martedì 24 febbraio 1948, che ha come titolo La religion surréaliste Bataille introduce un parallelo diretto fra il gesto surrealista di Breton e l'amok. Ma qui la descrizione dell'amok è netta, reale, quasi tagliente. Senza alcun riferimento ad un significato simbolico e nascosto:

L'on sait que dans les îles de la Malaisie une tradition s'est perpétuée qui voue de temps en temps un individu au sort qui servait à Breton pour caractériser l'acte surréaliste le plus simple. La coutume de l'amok est bien connue; les pays où règne la coutume de l'amok connaissent, comme une sorte d'attitude traditionnelle, la soudaine furie d'un individu qui s'arme soudain d'un poignard, entre en courant dans une foule et tue jusqu'au moment où il serà tué. Il ne s'agit pas là exactement d'un acte de folie puisqu'il y a tradition perpétuèe. Il est évident que la foule ne pardonne pas d'autre part à l'amok, elle le tue, mais elle se rend complice de l'acte de ce soi-disant fou, puisqu'à l'avance il à été entendu que c'était une chose naturelle qu'un homme soit pris de la folie de l'amok, que c'était une chose naturelle qu'un homme soit dans l'obligation de se jeter sur son semblable et de le tuer.

2.03L'associazione Breton-amok, che Bataille non sviluppa oltre, mi lascia supporre che vi debba essere nella letteratura surrealista, ed in particolare in Breton un rimando, di cui non so valutare il senso.

2.04Non c'è dubbio - dice ancora Bataille in un successivo frammento - che l'amok non è che un suicidio manifesto che sfocia nel delirio illimitato della morte. La possibilità di cui ho parlato è forse inaccessibile, ciononostante domina l'umanità. Domina, a partire da un territorio limitato, tutto il mondo.

2.05Messo in questi termini il discorso sull'amok ha oggi qualcosa di chiaramente familiare, e forse fuorviante. Certo la lettura di Bataille, su cui ritorneremo dopo aver esaminato che cosa cambia nella nostra rappresentazione mentale l'introduzione di un significato attraverso una definizione nel luogo dove prima era l'oggetto sconosciuto, non può essere limitata a questo.

2.06Nel momento in cui introduco una definizione necessariamente ho delle associazioni, quasi involontariamente, che situano la definizione nel contesto del già conosciuto. Scriverò alcune di queste associazioni, almeno le più immediate: un uomo entra nel Parlamento del Cantone di Zug in Svizzera, fa fuoco uccidendo alcune persone e poi si uccide, un uomo entra nel consiglio comunale di Narbonne in Francia spara uccidendo, poi si uccide gettandosi dalla finestra degli uffici della polizia; un ragazzo di Erfurt in Germania entra nel liceo dove aveva studiato, spara e uccide diciassette persone per poi uccidersi quando un professore gli toglie la maschera con la quale si è coperto il volto; e ancora un uomo si schianta con il suo aereo contro il grattacielo Pirelli, e potrei continuare. In questi mesi abbiamo anche assistito allo schianto di due aerei sulle Torri Gemelle a New York, all'attacco di un aereo al Pentagono a Washington, e allo stillicidio di giovani ragazzi palestinesi che si fanno saltare come bombe portando con sé nella morte altri ragazzi, ma questa volta israeliani. Su questi fatti molti hanno scritto, ma nessuno ha ancora dato un nome a quello che sta accadendo, anche se tutto questo, da millenni, ha già un nome si chiama: fare l'amok.

2.07La Palestina mi riporta ad una storia che risale anch'essa ad alcuni millenni fa, e ricordata nella Bibbia: il mito di Sansone. L'amok è ancora una volta la morte che congiunge, come un'unica essenza, l'ebreo Sansone e gli antichi abitanti della Palestina i Filistei. Con queste associazioni, oggi inevitabili, sono riportato mio malgrado ad una dimensione superficialmente sociologica che non apparteneva al discorso di Bataille, e che può condurre ad un fraintendimento e ad un misconoscimento che come dice Freud è sempre pronto a manifestarsi non appena cominciamo a parlare della nostra aggressività.

2.08Ritorniamo quindi alla lettura delle frasi di Bataille da cui eravamo partiti. Adesso possediamo una definizione che dovrebbe permetterci di dare un significato univoco alle frasi delle quali abbiamo tentato di dare una interpretazione. La definizione di amok è : «uomo che corre in mezzo alla folla, uccidendo, o tentando di uccidere tutti gli altri uomini che incontra, fino a che un altro uomo a sua volta lo uccide». La definizione di amok, non comprende spiegazioni di un fatto, nè distingue le motivazioni per le quali il fatto viene compiuto, semplicemente descrive un fatto. Un fatto considerato umano e tradizionale nei luoghi, la Malesia, là dove esso ha ricevuto un nome.

2.09Bataille accosta il movimento che conduce all'amok al movimento che conduce alla soluzione violenta nella tragedia. Ma anche fa cadere la nostra attenzione sulla morte. E sul fatto che l'evocazione dell'amok concluda tutto, come la morte. Concluda ogni discorso, perchè, nel momento in cui viene evocata la morte, tutto è già detto. Il problema non è quindi parlarne, quanto il pensiero che l'evocazione della rappresentazione dell'amok possa essere considerato fondamentale. In qualsiasi modo io modifichi questa frase non ottengo più lo stesso senso, nè un senso che si possa collegare a qualcosa di reale senza perderlo. Nelle frasi che stiamo esaminando l'amok viene preso, da Bataille, come un oggetto mentale vuoto, privo di definizione possibile, pur supponendosi che ne abbia una. La rappresentazione che ha di mira Bataille, e che cerca di trasmettere non si riferisce alla rappresentazione dell'amok come fatto. Si riferisce alla rappresentazione dell'amok come atto. Atto vitale che attraversa la morte, come la tragedia, per gridare con il coro le parole che accompagnano l'eroe nella morte, o forse per andare oltre il limite della parola, di quello che si può dire, il limite, l'indicibile.

2.10Amok è dunque una questione di linguaggio. Forse occorre cominciare ad interrogarsi sul significato delle parole...

MP

Bibliografia

Georges Bataille
- [1998] L'insegnamento della morte, Conferenza tenuta Giovedì 8 maggio 1952 al Collége Philosophique. Tr. it. in: Conferenze sul non sapere e altri saggi. a cura di C. Grassi, M. Guareschi. Genova - Milano, Costa & Nolan, 1998
AA.VV.
- [1890] La Grande Encyclopedie inventaire raisonné des sciences, des lettres et des arts, Paris. H. Lamirault et C. ie, Éditeurs. 61, rue de Rennes, 61 - Senza data, ma 1890 circa.
Georges Bataille
- [1976] Oeuvres Complètes, Vol. VII. Paris, Gallimard, 1976
Carlo Grassi
- [1998] Il non-sapere. Georges Bataille sociologo della conoscenza, Genova - Milano, Costa & Nolan, 1998
Felice Ciro Papparo
- [1997] Incanto e misura. Per una lettura di Georges Bataille, Napoli, ESI, 1997