Elementi di una politica postmoderna

Nella seconda metà del XX secolo si sono manifestati estesi fenomeni di mutamento sociale: globalizzazione dei mercati, sovrappopolazione, innovazioni tecnologiche, digitalizzazione del lavoro, caduta dei regimi comunisti, mutamento ideologico dell'élite imprenditoriale occidentale, che hanno profondamente trasformato il nostro modo di vivere.

Il lavoro è diventato una merce rara e non può più essere considerato un diritto. In queste condizioni non c'è, e forse non ci potrà mai più essere, lavoro equamente distribuito e retribuito secondo i principi di mercato della domanda e dell'offerta, poiché l'offerta di lavoro è ampiamente sproporzionata alla domanda.

Se il lavoro non è più disponibile per tutti gli uomini il patto sociale che legava le classi ricche alle classi più povere di una nazione si è irrimediabilmente infranto e con esso l'idea stessa di nazione, ne segue che il patto di Agrippa dovrà, necessariamente, essere rinegoziato.

Le nazioni potranno essere sostituite da agenzie politiche sovranazionali che offriranno sistemi legislativi alternativi fra cui scegliere a condizioni di mercato.

Proviamo quindi ad immaginare come protrebbe essere strutturato un sistema legislativo che tenga conto, dal punto di vista del lavoro, delle nuove condizioni e si presenti come equamente appetibile alle diverse classi sociali.

  • reddito minimo di esistenza di importo non superiore al 50% del salario minimo, finanziato con la tassazione della proprietà
  • riduzione dell'orario di lavoro e introduzione del concetto di orario di lavoro normale sul quale calcolare : ad esempio se consideriamo normale l'orario di 30 ore mensili per 40 settimane annue per 40 anni = 48.000 ore; sarà poi indifferente il periodo di tempo in cui queste ore saranno effettivamente lavorate.
  • completa liberalizzazione di assunzioni e licenziamenti a fronte della corresponsione di una indennità di fine lavoro, da calcolarsi in funzione dell'anzianità lavorativa e della distanza dall'età pensionistica.
  • fissazione di un salario minimo legale calcolato sulle necessità di una vita decorosa. Il salario minimo ha esclusivamente funzioni di calcolo per:
    1. le retribuzioni publiche, che non possono essere inferiori al salario minimo per le mansioni più basse e non possono essere superiori a 33 volte il salario minimo per le mansioni più alte; comprese magistratura, cariche politiche e amministrazione publica.
    2. la determinazione dell'indennità di fine lavoro
  • sistema pensionistico
    1. il risparmio pensionistico è libero. Nessuna trattenuta coattiva verrà effettuata dallo Stato a fini pensionistici.
    2. lo Stato garantisce a tutti i cittadini la possibilità di costituirsi una rendita uguale per tutti e di importo limitato, a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato. Esempio: costituzione di un montante con versamenti da 1 a 50 annualità ad esempio di 3.000 euri annui, a valori attuali; al capitale così costituito lo Stato assicura una rendita pari al 2% al netto di inflazione e rivalutazione del PIL.

Le proposte elencate sono uno schizzo e sono puramente indicative, ma rappresentano un esempio di come sia possibile immaginare un modello di società alternativo all'esistente.

Come ho scritto più volte non si tratta di sostituire la legislazione esistente con un'altra attraverso la competizione elettorale, ma di mettere in competizione la legislazione esistente con uno o più sistemi di regole alternative ai quali ciascuno possa aderire liberamente. In sostanza un libero mercato fra agenzie politiche in grado di offrire un sistema completo di leggi e di servizi publici in concorrenza fra loro. Le agenzie politiche sono sovraterritoriali.

Quando leggo che una persona viene condannata in base ad una legge che non ha scelto, solo perché, per sua disgrazia, è nato in una certa nazione (che non nomino perché lascio a voi la scelta), mi rendo conto di quanto ancora le parole, libertà, giustizia, uguaglianza, siano vuote.

MP