Il mito degli uguali

John Dunn
Il mito degli uguali
Università Bocconi Editore, 2006

1.01Sono sempre più numerosi i libri che hanno per oggetto la democrazia. Fra questi il libro di John Dunn si distingue per l'originalità dell'argomentazione e la brillantezza dell'esposizione.

L'iniziale riferimento alla democrazia ateniese è d'obbligo, se non altro per rimarcare la distanza da ciò che oggi si intende per democrazia.

Nel V e nel IV secolo a.C. i cittadini di Atene governavano se stessi in una misura che oggi apparirebbe sconcertante. Con democrazia essi intendevano lo straordinario insieme di istituzioni che consentiva di farlo. Nessuna popolazione moderna può esercitare un simile autogoverno e la realtà politica può riservare gravi delusioni se oggi ci si sforza di trovare tracce, anche nascoste, di autogoverno del popolo negli Stati Uniti o in Inghilterra, mentre le due nazioni si apprestano alla guerra o vengono approvati i loro bilanci publici. Quando uno stato moderno afferma di essere una democrazia, inevitabilmente fornisce una falsa descrizione di sé. [Dunn, p. 6-7]

1.02La traccia su cui Dunn costruisce l'argomentazione principale del suo libro gli è fornita dalla distinzione fra ordine dell'uguaglianza e ordine dell'egoismo nel pensiero di Babeuf.

Agli occhi di Babeuf e di Buonarroti, al centro della Rivoluzione si collocava il conflitto tra l'ordine dell'egoismo e quello dell'uguaglianza. Nell'ordine dell'egoismo, l'unica fonte dei sentimenti dei cittadini era l'interesse personale, privo di alcun legame con il bene comune → [Dunn, p. 134 ss.]

1.03 L'ordine dell'egoismo, fondato sull'interesse personale, presuppone l'ineguaglianza. L'assunto che Dunn vuole dimostrare è che la democrazia, del cui concetto l'uguaglianza è un elemento determinante, è diventata invece una parola del vocabolario dell'ordine dell'egoismo. Ciò è avvenuto in America dove l'ordine dell'uguaglianza non era contrapposto al feudalesimo.

In America, una volta che la costituzione fu solidamente stabilita, la democrazia divenne in breve tempo l'indiscussa struttura politica e l'ovvia espressione dell'ordine dell'egoismo. [..] L'uguaglianza americana significava soprattutto uguale condizione giuridica e un totale rifiuto di tutte le forme di arroganza politica. [Dunn, p. 136]

1.04Le ragioni del sovvertimento non sono chiare.

Come denominazione di una forma di governo, i sostenitori dell'ordine dell'egoismo si sono impadroniti della parola degli Eguali. Si tratta dell'esito ideologico più importante degli ultimi due secoli di una politica sempre più globale. Gli Eguali, nel contempo, sono stati del tutto espulsi dal campo della politica. Tuttavia, coloro che si richiamano alla loro eredità, compresi gli esponenti intellettuali più sofisticati →, non si sono spinti fino al punto di abbandonare una parola che trovano ancora irresistibilmente affascinante. Tuttora, ai loro occhi la conquista della parola da parte dei sostenitori dell'ordine dell'egoismo appare non il risultato di una vittoria in una vera e propria guerra, ma un furto in flagrante, avvenuto tramite espedienti che ancora non riescono pienamente a comprendere. [Dunn, p. 144]

1.05Il valore simbolico della parola democrazia è forse una delle ragioni della espropriazione avvenuta ai danni dell'ordine dell'uguaglianza.

Nell'adottare il termine democrazia con tale fermezza e determinazione, i leader politici responsabili del sorprendente sviluppo del capitalismo non si sono limitati ad armeggiare con vuoti simboli, ma si sono rivolti a una fonte di autorità politica di cui hanno cercato di impossessarsi e che hanno provato a sfruttare in ogni modo. [Dunn, p. 145]
La democratizzazione di tutto ciò che riguarda l'uomo non è una possibilità reale: è tanto illusoria come promessa quanto infondata come minaccia. In quanto programma politico, però, possiede un fascino decisamente considerevole. [Dunn, pp. 185]

1.06L'economia di mercato e la democrazia si fondano sulla pretesa di essere strumenti per consentire una libera scelta al consumatore e al cittadino.

L'economia di mercato è il meccanismo più potente che gli esseri umani abbiano forgiato per smantellare l'uguaglianza. [..] l'economia si è assestata con crescente determinazione su un'unica forma politica [la democrazia appunto] e una particolare immagine della società. Entrambe [economia di mercato e democrazia] si fondano direttamente sulla pretesa di riconoscere i modi in cui gli esseri umani sono uguali e di tutelare la forma di vita che essi scelgono. [Dunn, p. 148]

1.07In Europa il punto di svolta è rappresentato dall'uso delle pratiche democratiche in funzione di conservazione dell'ordine stabilito.

I principali movimenti che [promossero le pratiche democratiche] non sorsero dal crollo rivoluzionario del vecchio ordine, o all'insegna della democrazia stessa, ma dalle abili mosse difensive di audaci politici conservatori, il conte di Cavour in Piemonte, Otto von Bismarck in Prussia, Benjamin Disraeli in Gran Bretagna. [Dunn, pp. 167-168]

1.08Un secondo decisivo tornante è rappresentato dalla minaccia portata dalla Germania nazista alla quale non sarebbe stato possibile dare un'adeguata risposta militare senza concessioni redistributive a favore della parte più povera della popolazione.

i leader politici dell'ordine dell'egoismo [..] impararono che ci potevano essere circostanze in cui quell'ordine, il principio operativo di fondo su cui si basavano le loro economie e società, manifestava un bisogno impellente di questa parola e delle idee che essa incarnava. In circostanze estreme, e di fronte ad avversità immani, i leader ne avevano bisogno soprattutto per rafforzare la coesione dei cittadini e definire una causa per cui valesse la pena combattere fino alla morte, in un modo che l'ordine dell'egoismo non avrebbe mai potuto sperare di offrire a un numero elevato di persone. [Dunn, p. 171]

1.10Gli ultimi cinquant'anni parallelamente al fiorire della democrazia hanno visto la lenta erosione della stessa giustificazione teorica dell'ordine dell'uguaglianza.

la democrazia si è diffusa in tutto il mondo, soprattutto negli ultimi cinquant'anni, sostenendo fino in fondo l'ordine dell'egoismo, questo nel contempo si è a sua volta sviluppato in modo anche più drastico [..] La struttura del mondo in cui viviamo è determinata in primo luogo dalla radicalizzazione e intensificazione delle disuguaglianze. [..] I limiti precisi che l'ordine dell'egoismo impone all'uguaglianza non formano una struttura immutabile dell'esperienza politica determinabile a priori, ma costituiscono un terreno di lotta sempre aperto e in continua trasformazione. Chiaro e immutabile è invece il risultato strategico di quella lunga guerra e l'identità del vincitore. [..] Tale esito non si richiama direttamente ai sentimenti morali →, né tanto meno al senso morale ↠. [..] Nella potente forma di vita dell'ordine morale dell'egoismo, il ruolo della democrazia come valore politico consiste nel saggiare continuamente i limiti accettabili dell'ingiustizia [..] [Dunn, p. 186-187]

1.11Negli ultimi decenni lo sviluppo della tecnologia ha dotato l'umanità di strumenti che consentirebbero una partecipazione reale di tutti i cittadini alle scelte politiche. L'ultima frontiera della democrazia appare quindi l'estensione della capacità di scelta a tutti di coloro che ne subiscono le conseguenze.

La democrazia deliberativa, quella che incarna e realizza la democrazia nella sua forma migliore, cerca di indicare come una comunità di esseri umani dovrebbe desiderare che vengano assunte le decisioni publiche. [..] bisognerebbe garantire a tutti coloro che ne subiscono le conseguenze, e a tutti coloro che sono sufficientemente maturi e razionali da essere in grado di identificare i propri interessi, la possibilità di contribuire attivamente a determinarne l'esito. [delle scelte della collettività] [Dunn, p. 194]

1.12Ma non è così. Ancora pochi mesi fa pensavo che la democrazia potesse essere riformata dal suo interno, ampliando le forme di partecipazione diretta dei cittadini, ad esempio con il referendum. Ora non lo credo più. Il sistema di governo che ho in mente differisce da tutti quelli esistenti per la qualità e le condizioni della delega politica. Si tratta di introdurre regole di mercato direttamente nel sistema politico attraverso agenzie politiche che sostituiscano sia i tradizionali partiti sia, per sussidiarietà, lo Stato in numerosi compiti che possono essere meglio svolti da organizzazioni più flessibili e meno costose. Nel sistema che ho in mente la delega dei cittadini alle agenzie politiche deve rigardare una ben precisa legislazione e non una legislazione ancora da scrivere a cui si è costretti ad obbedire senza conoscerla prima.

MP

Bibliografia

John Dunn
- Il mito degli uguali. La lunga storia della democrazia, tr. Rossana Stanga, EGEA, Università Bocconi Editore, Milano, 2006