Filosofia della cronaca
10. Sull'arte della guerra
10.01 Il generale Henri Guillaume Dufour, sebbene abbia combattuto una guerra durata solo ventisei giorni, deve essere considerato uno dei più grandi condottieri della storia.
10.02 Riflettendo sull'ordine di combattimento, letto alle milizie confederate il 5 novembre 1847, ordine nel quale appare iscritta già dall'inizio la vittoria, mi sono domandato se sia possibile prevedere l'esito di un conflitto dal modo in cui esso è dichiarato.
10.03A prima vista la domanda può apparire retorica o addirittura priva di senso. Nondimeno, come nei giochi di guerra, si possono fare alcune ipotesi. Fra tutte le persone coinvolte in una guerra ve ne sono due che hanno un punto di vista diverso da tutte le altre. Sono le due persone che hanno il comando militare delle operazioni. Si può anche supporre che nell'ordine di combattimento queste due persone manifestino in qualche modo la percezione che esse hanno dell'esito del combattimento. E poiché le conoscenze che hanno della distribuzione delle forze in campo è superiore ad ogni altra persona coinvolta il loro giudizio non è indifferente all'esito del combattimento.
10.04Nell'ordine di combattimento che porta la firma del generale Henri Dufour, c'è una frase assolutamente straordinaria: Soldati, bisogna uscire da questa contesa non solo vittoriosi, ma anche scevri da ogni colpa.
Solo chi è certo della vittoria può permettersi di dire che - in una guerra! - non è necessario vincere, vincere a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, ma che occorre invece vincere con onore e che una vittoria senza onore non sarebbe una vittoria.
10.05Il generale che può permettersi di dire ai propri soldati che la loro vittoria non potrà essere considerata vittoria se sarà macchiata dalla colpa, difficilmente potrà essere sconfitto; perché dimostra, nella hegeliana lotta di puro prestigio, di aver già vinto ancor prima di combattere!
Ordine del giorno 5 novembre 1847
Generale Henri Dufour
Il Comandante in campo all'esercito.
Soldati confederati!
In quest'ora solenne non ho che poche parole da aggiungere al Proclama rivoltovi dalla Dieta.
Vi si ordina di lasciare i vostri accantonamenti per far eseguire i decreti dell'autorità suprema della Svizzera. Essa ha spiegato la bandiera nazionale, sotto la quale ogni Confederato deve schierarsi; non dimenticate che il vostro dovere più sacro è di difenderla con tutte le vostre forze ed a prezzo del vostro sangue.
Il Paese chiede il vostro intervento e l'aiuto delle vostre braccia per superare uno stato d'incertezza e d'angoscia che, se si prolungasse, causerebbe la sua completa rovina. Esso conta sulla vostra dedizione e voi non deluderete le sue speranze.
Soldati, bisogna uscire da questa contesa non solo vittoriosi, ma anche scevri da ogni colpa. Si dovrà poter dire di voi: hanno combattuto valorosamente, quando è stato necessario, ma si sono mostrati ovunque umani e generosi. Metto quindi sotto la vostra speciale protezione i bambini, le donne, i vegliardi e i ministri di Dio. Chi maltratta una persona indifesa, si disonora e copre d'infamia la propria bandiera. I prigionieri, e soprattutto i feriti, meritano il vostro rispetto e la vostra pietà , tanto più che avete spesso servito la Patria al loro fianco.
Non recherete danni inutili ai campi e sopporterete pazientemente le privazioni temporanee che la stagione porterà con sé nonostante gli sforzi che saranno intrapresi per provvedere alle vostre necessità. I vostri capi le divideranno con voi; ascoltate la loro voce e seguite l'esempio che vi daranno... V'ha spesso più merito a sopportare le fatiche e le privazioni della vita militare che a dimostrare il proprio coraggio sul campo di battaglia.
Ma se tutto si svolgerà come spero, la campagna non sarà lunga e voi farete ritorno alle vostre case con la soddisfazione di aver compiuto una grande missione e di aver reso un prezioso servizio alla Patria, rimettendola in condizione di far rispettare, se necessario, la sua indipendenza e la sua neutralità.
Berna, 5 novembre 1847.
Il Comandante in capo
G. H. Dufour
10.12 A questo punto immagino sarete curiosi, come me, di leggere l'ordine di combattimento del generale Tommy Franks per sapere chi vincerà la guerra in Iraq.
Ordine di battaglia: martedì 18 marzo. Firmato: Tommy Franks, Us central commander. Il maggiore esperto civile israeliano di intercettazioni elettroniche, Michael Gurdus, sostiene che la guerra comincerà proprio quel giorno. In un'intervista al canale 2 della tv israeliana, Gurdus ha dichiarato di aver captato l'ordine diretto ai bombardieri americani e proveniente dal Comando avanzato americano, a Doha, in Qatar. Qui, da mercoledì 12 marzo, si è insediato proprio Tommy Franks.
10.13Evidentemente qualcosa non ha funzionato.
Le diapositive del generale Tommy Franks spiegavano come sarebbero andate le cose. Dopo la guerra ci sarebbero voluti due o tre mesi per stabilizzare il paese, poi il paese sarebbe ripartito. Nel giro di tre anni, poco più o poco meno, ci sarebbe stato un governo stabile e un esercito funzionante. E non più di 5000 soldati Usa a dare una mano: la parola fine nel 2003. Il generale Tommy Franks stava parlando dell'Iraq. I retroscena di quei piani risultati amaramente sbagliati sono saltati fuori grazie al Freedom of information Act e alla curiosità del National Security Archive, centro di ricerca della George Washington University, che ha chiesto e ottenuto accesso ai documenti - diapositive in questo caso - e infine li ha messi sul web (www.nsarchive.org), da dove il New York Times li ha ripescati. Che i conti della guerra fossero sbagliati è argomento che da anni alimenta una discreta letteratura post-bellica, negli Stati Uniti e fuori. Ma le diapositive del generale Franks non sono deduzioni a posteriori: sono il punto di partenza.
Bibliografia
- Vigilio Massarotti
- - [1997] Generali svizzeri comandanti in capo degli eserciti confederati nel corso dei secoli, in Rivista Militare Della Svizzera Italiana, Anno LXVIIII, Lugano
- Sun Zu
- - [1990] L'arte della guerra, a cura di Thomas Cleary, tr. di Giampaolo Fiorentini, Ubaldini Editore, Roma