Adolfo Levi

1.01Adolfo Levi (Modena 1878 - Roma 1948); professore (dal 1922) di storia della filosofia nell'università di Pavia, fu costretto (1938) dalle leggi razziali a ritirarsi dall'insegnamento. Il catalogo della biblioteca personale di Adolfo Levi, donata all'Università di Roma, è consultabile sul sito della Sapienza)

1.02Nell'opera di Adolfo Levi appaiono rilevanti tre temi: la rivalutazione della sofistica, i problemi, fra loro collegati, del conoscere e dell'errore; argomenti a cui ha dedicato gran parte del suo lavoro di filosofo.

2. Sceptica

2.01La concezione filosofica del Levi è esposta nel volume Sceptica del 1921 (recensito su Mind nello stesso anno) e riassunta, nelle sue linee fondamentali essenziali, nell'articolo Scetticismo e Solipsismo del 1931 da cui estraiamo alcuni frammenti.

Se mi propongo di conoscere la natura della realtà debbo cominciare col chiedermi quale valore abbia l'atto di conoscenza per cui cerco di coglierla.

2.02La risposta di Levi a questa domanda è sostanzialmente negativa. Conoscere è un atto di fede, fede nella legittimità del pensiero come attività conoscitiva.

chiunque non vuole chiudersi nel dubbio rispetto al valore della conoscenza, deve compiere un atto di fede nella legittimità e nella validità del pensiero. Infatti senza questa volontà di credere, che non appare giustificata in alcun modo e perciò assume l'aspetto di un presupposto extra-razionale, è impossibile sottrarsi al dubbio più radicale.

2.03La conclusione è quindi sostanzialmente scettica.

si deve riconoscere che dei principi supremi del pensiero non si può dare una giustificazione definitiva.

2.04Per sfuggire alla contraddizione logica in cui tradizionalmente incorre lo scetticismo - qualora si assuma nel giudizio il comune concetto di verità, che pure è una costruzione del pensiero - lo scettico non può che dubitare delle proprie argomentazioni.

Si osserverà che lo scetticismo, per giustificarsi, è costretto a valersi di procedimenti intellettuali che appaiono sospetti, perché vengono svalutati dalle critiche che colpiscono ogni esplicazione del pensiero. Se lo scetticismo pretende che le sue argomentazioni non siano sospettabili, riconosce che esiste almeno una verità sicura, la proposizione che di tutto si deve dubitare. Quindi lo scetticismo deve o togliere valore alle proprie argomentazioni o contraddirsi. Ma queste osservazioni non feriscono lo scetticismo vero e proprio, che involge se stesso nel proprio dubbio, ossia è incerto anche sul valore delle proprie conclusioni. Però il dogmatico che pretende di impiegare il dubbio per demolire lo scetticismo deve cominciare con ammettere una tesi che distrugge le proprie premesse, perchè lascia cadere l'ombra dell'incertezza su ogni forma di conoscenza, mentre il suo avversario chiede che ogni proposizione possibile appaia dubbia.

3.

3.01

Secondo Levi in tanto si può parlare di qualcosa, in quanto questo qualcosa è oggetto del mio pensiero e si risolve nel mio pensiero. E si badi: parlando di "pensiero", Levi non intende il Pensiero in senso trascendentale, bensì il mio personale ed individuale pensiero di guisa che il soggetto in in cui tutto viene risolto è non il soggetto trascendentale, ma il soggetto individuale.

1.02Ad una prima lettura l'estremo scetticismo gnoseologico delle opere teoretiche sembra determinare, in realtà solo in apparenza, la necessità del dogmatismo etico e la prevalenza dell'etica sulla conoscenza teoretica, ma si tratta di conclusioni prive di significato.

Riguardato sotto il profilo delle condizioni che rendono possibile la conoscenza, il solipsismo è un errore teoretico, l'idealismo, essendo filosofia genuina, gli è costitutivamente superiore in ogni sua forma. Eppure a dispetto della sua natura, il primo riesce paradossalmente a svolgere una funzione critica e dissolvitrice nei confronti delle filosofie idealistiche. [..] che in Levi non si tratti precisamente dell'io empirico risulta dal fatto che questo "mio io" il quale "teoreticamente" non riesce ad affermare nulla oltre sé, è quello stesso "mio io" che, ascoltando la "voce della coscienza" supera la cerchia della soggettività, riconosce l'esistenza d'altri e opera attivamente nel mondo del quale non si vede in alcun modo come possa identificarsi con quello che si usa dire empirico.
MP

Bibliografia

Adolfo Lèvi
- [1929] La filosofia di Tommaso Hobbes, Società Dante Alighieri, Milano, 1929
- [1921] Sceptica, Paravia, Torino, 1921
- [1931] Scetticismo e Solipsismo, in Archivio di filosofia, 1931, poi in appendice a Levi, 1959
- [1949] Storia della filosofia romana, Sansoni, Firenze, 1949
- [1959] Sceptica, a cura di Adolfo Ravà, La Nuova Italia, Firenze, 1959
- [1966] Storia della sofistica, a cura di Domenico Pesce, Morano, Napoli, 1966
- [1970] Il problema dell’errore nella metafisica e nella gnoseologia di Platone, opera postuma a cura di Giovanni Reale, Liviana Editrice, Padova, 1970
G Alliney
- [1935] La filosofia di Adolfo Levi, in Archivio di Storia della filosofia italiana, 4/1935
AA.VV.
- [1950] Il solipsismo, in Archivio di Filosofia, 1950
P. Piovani
- [1949] La conclusione del solipsismo, in Giornale critico della filosofia italiana, 2/1949
Laura Pasquino
- [1998] Adolfo Levi (1878-1948). Critica scettica e storia della filosofia, Monduzzi Editore, Bologna, 1998
Adolfo Ravà
- [1948] Adolfo Levi, in Rivista di filosofia, 4/1948
Domenico Venturelli
- [1984] Scepsi e nichilismo : studio su Adolfo Levi, Marietti, Casale Monferrato, 1984