Forme della cooptazione

Karl Loewenstein
Forme della cooptazione
I processi autonomi di riproduzione dei gruppi privilegiati.
Giuffré, 1990
Se dovesse essere vera la predizione spesso formulata e mai contraddetta, che nel corso del prossimo quarto di secolo il dominio sul mondo cadrà nelle mani di trecento grandi gruppi multinazionali, dei quali - detto tra parentesi - i cinque sesti sarebbero americani, finirà che questi giganteschi gruppi scalzeranno, grazie ai movimenti di beni, di persone, di know-how che essi attuano attraverso i confini nazionali, la sovranità politica degli stati entro i quali operano senza che ad essi possa essere posto un freno per via legislativa o di fatto. I veri detentori del potere saranno dunque quei tecnocrati delle corporazioni che sono giunti al potere grazie alla cooptazione. Ma allora tutti gli sforzi dell'umanità di sottoporre i governanti al controllo dei governati sarebbero stati frustrati. [Loewenstein, p. 282 ]

01Queste parole non appartengono ad un no-global o ad un nemico del capitalismo, ma sono le conclusioni che un compassato studioso tedesco, insegnante prima nelle Università di Yale, Colorado, poi all'Amherst College e all'Università di Monaco di Baviera, di nome Karl Loewenstein, trae dallo studio del fenomeno della cooptazione, studio del quale è frutto un libro publicato in Italia nella collana di studi di scienza della politica diretta da Gianfranco Miglio.

02Il quarto di secolo è trascorso, ed anche se in modo più lento l'evoluzione della società si è andata approssimando a quella immaginata da Loewenstein. Dobbiamo chiederci allora anche noi che cosa è dunque la cooptazione. Loewenstein riporta alcune definizioni, simili a quella molto efficace che troviamo ne La Piccola Treccani (nell'edizione del 1931 il vocabolo non viene riportato):

03Cooptazione è un sistema di integrazione di un corpo consultivo o comunque collegiale, per cui il nuovo membro viene assunto su designazione di quelli già in carica. L'esempio più classico di cooptazione è quello dei membri dell' Académie Française .

04Dal punto di vista che qui ci interessa i riferimenti generali più significativi nella letteratura sociologica li troviamo ancora in Max Weber , dalla cui opera maggiore, Economia e società, traggo questo chiarissimo frammento riassuntivo:

Quando comunità originariamente carismatiche prendono la strada della nomina del signore, alla lunga si afferma una disciplina del procedimento elettorale in base a norme. L'acclamazione dei dominati si ritira sempre davanti all'elezione preliminare dei chierici, dei funzionari di corte e dei grandi vassalli, e alla fine sorge un organo elettorale di tipo esclusivamente oligarchico. Ciò si verifica tanto nella Chiesa cattolica quanto nel Sacro Romano Impero; ma lo stesso avviene ovunque un gruppo esperto degli affari possiede un diritto di proposta o di elezione preliminare.
Specialmente nella maggior parte delle costituzioni cittadine di tutti i tempi esso è diventato un effettivo diritto di cooptazione delle stirpi dominanti, che in questo modo abbassano il signore dalla sua posizione esclusiva a quella di un primus inter pares , (arconte, console, doge) escludendo d'altra parte la comunità dalla collaborazione a questa nomina. Considerata da un punto di vista formale, questa è la strada "legale" di gran lunga più frequente per giungere all'oligarchia.

05Come nota Loewenstein [ p. 26 ] la cooptazione è all'epoca in cui il libro viene scritto (intorno al 1970) un fenomeno ancora assai poco studiato. L'osservazione è importante perché è proprio a partire da quegli anni che il fenomeno comincia ad avere una maggiore diffusione sociale legata soprattutto, come si è accennato, e come vedremo meglio in seguito, al diffondersi nel mondo del modello economico capitalistico; sia nella forma cino-sovietica, ora in via di radicale trasformazione, che nella forma tradizionale anglosassone.

06Personalmente ritengo che a partire dalla fine degli anni sessanta, nella società occidentale, venga gradualmente trasformandosi il rapporto ideologico che dalla rivoluzione francese in poi aveva legato il diffondersi dell'economia capitalistica alla forma del suffragio universale, facendone una delle idee vincenti del XIX secolo. Esempio di questo cambiamento ideologico intervenuto nella società degli anni settanta sono le stesse parole di Loewenstein quando dice:

L'illusione che gli stati civilizzati fossero governati da coloro che avevano ottenuto la loro carica, e quindi il potere, grazie all'elezione dei concittadini risale alla rivoluzione francese ed è stata il credo politico del XIX secolo.

07Dopo il 1968, data nella quale è intervenuta una vera e propria frattura epistemologica nel pensiero politico contemporaneo, il suffragio universale comincia a non essere più considerato, in larghi strati della popolazione la fonte prima ed unica dell'investitura popolare. Si comincia a percepire dietro il suffragio universale la presenza di una scelta in qualche modo già avvenuta e governata con altre leggi di cui il suffragio universale è solo una conferma rituale. Si percepisce la sua debolezza come strumento di democrazia reale.

08E, questo accade mentre il principio astratto del suffragio universale viene in apparenza accettato ed esteso progressivamente a tutta la popolazione adulta delle nazioni occidentali senza limiti di sesso, religione, razza e di opinioni esattamente come era nei voti dei lumi.

09Questa percezione che il suffragio universale sia solo una illusione si rende palese con la disaffezione dal voto, che diventa un elemento costante delle democrazie di maggiore tradizione. Si tratta però, in questo caso, di un epifenomeno.

10Il vero fulcro di questa trasformazione avviene, come dimostra Loewenstein, non a livello politico, ma a livello economico. E' il diffondersi, con l'aumento della ricchezza disponibile, delle strutture reali del capitalismo, nella forma in primo luogo delle società per azioni, aumentate in numero e in potere, che cambia le regole stesse del gioco. All'inizio

nel sistema capitalistico la partecipazione ad una impresa economica organizzata nella forma di una società (corporation) - per esempio una società per azioni - è aperta a chiunque sia in grado di comperare una quota di partecipazione al capitale sociale cioè una azione (share, stock) e di pagare il prezzo stabilito per questa in borsa.

11Le corporation vengono concepite come gruppi di persone, i soci, con eguali diritti di influire sulla gestione della società, con il solo limite della proporzionalità rispetto al numero di azioni possedute. E' lo stesso principio del suffragio universale, in cui alle teste sono semplicemente sostituite le azioni. Una testa un voto, una azione un voto. Questa affermazione di principio che lega il proprietario del capitale alle scelte nella gestione della corporation si affievolisce progressivamente proprio a partire dagli anni settanta.

12La gestione delle corporation diventa sempre più una questione tecnica demandata al gruppo dirigente della corporation, e sempre più una questione tecnica diventa la stessa gestione delle assemblee societarie in cui si prendono le decisioni sulla dirigenza.

13Accade quindi che le decisioni reali sulla scelta della dirigenza vengano demandate alla stessa direzione aziendale che in questo modo si autoperpetua con l'intervento solo formale dell'assemblea dei soci.

Questo significa la sostituzione dei vecchi proprietari con un gruppo di specialisti con formazione tecnica, i managers. Questi non possiedono una compartecipazione significativa nel capitale dell'impresa, la guidano a parole nell'interesse degli azionisti, che per lo più appartengono al grande publico, e con il fine di distribuire a questi dei guadagni (i dividendi), di fatto invece anche nel proprio personale interesse all'esercizio del potere. Questo gruppo dirigente che è diventato noto come élite manageriale, si presenta in forma di gruppo di vertice strutturato al suo interno in forme gerarchiche.

14Può accadere, ed accade, che questi piccoli gruppi strutturati diventino di fatto i veri proprietari dell'azienda di cui sono formalmente i semplici gestori. L'utilizzazione del credito per l'acquisto di azioni e la creazione di catene finanziarie rendono la proprietà stessa di una azienda non più identificabile con il possessore in senso stretto del capitale e trasforma la gestione di una corporation in una cosa sostanzialmente diversa da quella immaginata dai padri fondatori del capitalismo. In questo contesto attraverso l'uso quasi esclusivo della cooptazione come mezzo di rinnovo delle élites manageriali sfugge completamente ad ogni possibilità di controllo democratico il luogo stesso dove si formano gran parte delle decisioni reali che coinvolgono la società contemporanea nel suo complesso. E Loewenstein sottolineando la poca conoscenza che abbiamo dei meccanismi che governano il fenomeno esprime la stessa perplessità:

Quello che rende del tutto particolare il processo di reclutamento per cooptazione dei managers di vertice è la completa mancanza di regole razionali nella selezione di uomini che sono chiamati a determinare la vita economica e dunque anche il destino di un popolo.

15Tutto questo ha fatto immaginare ad alcuni autori americani la possibilità che la mano publica potesse designare propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione delle corporation che abbiano raggiunto una certa dimensione ed un certo potere di influenza sociale.

16In realtà è successo il contrario, è stata la mano publica ad essere invasa dai rappresentanti delle corporation.

Negli Stati Uniti... sono essenzialmente gli interessi economici capitalistici che determinano i fini della politica statale e che sono riusciti a subordinare a se stessi la guida della politica. La dipendenza dei politici si mostra in tutta la sua scoperta brutalità, e ciò per due motivi. In primo luogo è l'economia che fornisce il personale per le posizioni chiave del governo e che quindi aziona le leve statali della gestione dell'economia. Banchieri, capi d'industria, consiglieri legati alle imprese sono chiamati dal presidente a ricoprire i posti decisivi del gabinetto, e ottengono così un'influenza cruciale nel determinare una politica economica favorevole al capitalismo privato.

17Un potere oligarchico, non elettivo, si ritrova così a poter condizionare pesantemente, e dal suo interno, gli stessi strumenti di riproduzione del potere democratico.

In secondo luogo i potentati economici sostengono la parte del leone nelle campagne elettorali - la vera piaga della politica americana - senza delle quali nella democrazia di massa statunitense non è possibile accedere ad una carica elettiva. In questo modo si comprano la futura benevolenza dell'eletto.

18Anche per questi motivi le linee di ricerca tracciate nel libro di Loewenstein mi appaiono fondamentali per chi voglia, seguendo le sue tracce, approfondire la ricerca e la conoscenza, affinché il fare sociale diventi sempre di più un atto consapevole e non un gioco a mosca cieca.

MP

Bibliografia

Karl Loewenstein
- [1990] Kooptation und Zuwahl Ueber die Autonome Bildung Privilegierter Gruppen, Frankfürt am Main, Alfred Metzner Verlag, 1973 [tr.it. Le forme della cooptazione. I processi autonomi di riproduzione dei gruppi privilegiati, Milano, Giuffré, 1990