Condorcet

Elisabeth e Robert Badinter
Condorcet
Fayard, 1989 (1)

I

I Caritat, che per motto hanno Caritas , sono per antica tradizione una famiglia di guerrieri; originari del Delfinato ricevettero il titolo di conte nel 980. Feudatari del castello di Condorcet nei pressi di Nyons, sono fra i primi ad aderire alla riforma protestante (2) e a difenderne la causa per oltre quaranta anni, anche con le armi. Il padre di Condorcet, Antoine cavaliere di Condorcet, secondo di una famiglia di sei figli, non fu che un bravo capitano del reggimento di Barbançon. Dei due fratelli il primogenito aveva ereditato il dominio paterno, mentre il più giovane, Jacques-Marie, destinato anch'egli al mestiere delle armi, preferì farsi ecclesiastico e fece una brillante carriera. Coadiutore del vescovo di Aix fu poi nominato vescovo di Gap e di Auxerre dove si distinse per il suo molinismo. Fu questi che dopo la morte di Antoine avvenuta il 22 ottobre 1743 a Neuf-Brisach (3) durante delle manovre, si occupò della educazione del giovane Condorcet.

Marie, Jean, Antoine, Nicolas Caritat de Condorcet nasce il 17 settembre 1743 a Ribemont. La madre Marie-Madeleine, rimasta vedova per la seconda volta si dedica per nove anni solo a lui. Descritta come poco intelligente, superstiziosa, ma Rousseauiste avant l'heure, vegliò con cura sul quel bambino timido e gracile al quale non diede nessuna istruzione, impedendo che la sua immaginazione si impregnasse di qualsiasi errore. Più tardi Condorcet confidò che se sua madre non lo aveva mai ripreso per una menzogna, era perché ella aveva allontanato da lui tutte le occasioni di mentire. (4)

Fino ai nove anni, quando inizia la sua educazione da parte di un precettore gesuita, indossa solo gonnelline bianche come i bambini piccoli e vive circondato solo quasi di donne, in un universo tenero e ludico. Dopo due anni di istruzione a domicilio lascia la famiglia per diventare interno nel collegio dei gesuiti di Reims, dove rimane fino all'età di quindici anni secondo le scelte dello zio vescovo.

Condorcet è rimasto sempre muto su questo periodo di vita, non ha mai detto di essere stato picchiato o maltrattato, ma non ha mai cessato di dichiarare alto e forte il suo odio per i primi maestri.

Reputati di essere i migliori pedagoghi dell'epoca, i gesuiti hanno parimenti lasciato ricordi cocenti a numerosi dei loro allievi. Le tre chiavi del loro sistema educativo erano la sorveglianza costante, la delazione eretta a principio di governo, e l'applicazione massiccia delle punizioni corporali. (5) Fino al 1763 - data della soppressione dell'ordine (6) - il frustino si applicava a tutti i delitti ed a tutte le età. Il precettore lo usava a discrezione, personalmente o delegando il suo potere con il fine di umiliare gli allievi.

In centinaia di pagine di grande modernità, in parte ancora inedite, di riflessione sull'educazione, Condorcet denuncia sia il contenuto dell'insegnamento che aveva ricevuto, sia il tipo di rapporto pedagogico instaurato dai gesuiti tra educatore ed allievo. (7)

Nel 1758 a quindici anni entra nel Collegio di Navarra, fondato nel 1752 dal Re come prima cattedra di fisica sperimentale. Ancora una volta la scelta è dello zio vescovo, ma questa volta è una scelta fortunata. Condorcet scopre le matematiche e incontra il primo vero maestro da quando ha lasciato la casa di Ribemont: l'abate Georges Girault de Kéroudon, incaricato di discipline scientifiche. Grazie ai consigli attenti del suo nuovo mestro ed alla sua prodigiosa intelligenza matematica, Condorcet fu in grado di ricevere il diploma nell'agosto del 1759 e di sostenere la tesi publica nel settembre del medesimo anno davanti a d'Alembert, Grandjean de Fouchy e Bezout, che secondo la tradizione "lo salutarono come futuro collega all'Accademia delle scienze". (8)

Ma era stato deciso dal tirannico zio vescovo che il cadetto della casa Caritat, come voleva la tradizione di famiglia, sarebbe divenuto ufficiale dell'esercito del re di Francia come suo padre ed i sui avi.

Quale dovesse essere la sorpresa dei familiari quando il ragazzo timido e imbarazzato che era Condorcet si oppose fermamente a quella decisione è facile immaginare. Egli aveva scelto di fare il matematico invece che il soldato. E nonostante tutte le pressioni familiari non cedette. Tra il 1760 e il 1762 passò tutto il suo tempo chiuso in camera, a fare matematica ed a rosicchiarsi le unghie. (9) Si impregnò dei Mémoires di Fontaine, dei lavori di Euler, dei Bernoulli, e di d'Alembert. Nell'ottobre del 1861, fece un viaggio a Parigi per presentare all'Accademia il suo primo lavoro: L'Essai d'une méthode générale pour intégrer les équations différentielles à deux variables. Ma Clairaut e Fontaine incaricati di esaminarlo giudicarono severamente lo scritto: La méthode mise au point par l'auteur n'est qu'une méthode d'approximation dejà connue de tous les mathématicien... manque de soin et de clarté..., les calculs ne sont pas toujours exacts ni clairement présentés..., devrait illustrer la méthode par des exemples (10). La famiglia nel frattempo si arrende e accetta che ritorni a Parigi per continuare gli studi, e viene ospitato dal 1762 in poi, per diversi anni, in una mansarda al 56 di rue Jacob, dal suo maestro ed amico l'abate Kéroudon al quale Condorcet manifesterà sempre la sua riconoscenza.

Nel 1763 diventa amico di Lagrange e d'Alembert e nel 1764 presenta una nuova memoria per l'Accademia. Questa volta accanto a Fontaine c'è d'Alembert.

II

Salto seicento pagine, per lasciare a chi ne avesse la curiosità il gusto di leggerle per scoprire la vita di un uomo assolutamente straordinario e vado direttamente agli ultimi mesi di vita di Condorcet.

Condorcet, ateo, (11) razionalista assoluto, padre della Republica, che alla Convenzione nazionale si era battuto contro la pena di morte per Luigi Capeto, ( 12 ) pure ritenendolo colpevole di tradimento nei confronti della Francia, trova sulla sua strada un deista superstizioso, fautore della ghigliottina, di nome Robespierre.

La mano di cui Robespierre si serve per attaccarlo è François Chabod, (13) ex frate cappuccino, scroccone rovesciato dall'affare delle Indie, che finirà ghigliottinato insieme a Danton nonostante le suppliche a Robespierre di salvargli la vita.

L'8 luglio 1793, alla Convenzione nazionale, Chabod chiede la parola a nome del Comitato di sicurezza generale e chiede l'arresto di Condorcet per aver fatto circolare un progetto di Costituzione diverso da quello della Montagna. Un solo deputato, Guyomard, interviene per obiettare che se si tratta di riflessioni sulla Costituzione e non di una falsificazione della Costituzione si ha il diritto di esprimere le proprie opinioni. Ma dopo la replica di Chabod la Convenzione approva il decreto di arresto contro Condorcet. La storia, disgraziatamente, non ci ha consegnato i nomi degli altri deputati che hanno partecipato alla votazione.

Chabod non perde tempo. Appena approvato il decreto redige di sua mano l'ordine del Comitato di sicurezza generale di recarsi a casa del cittadino Condorcet per arrestarlo (14) e lo trasmette al commesso Soulet.

Appena ricevuto il mandato firmato, (15) Soulet invia immediatamente Curt, commissario del comitato di sorveglianza della sezione Fontaine de Grenelle, da cui dipende il domicilio parigino di Condorcet al 505 di rue de Lille. Il guardiano risponde che il cittadino Condorcet è nella sua casa di Auteuil, presso Parigi.

Subito il Comitato di sicurezza nazionale invia ad Auteuil due altri commissari: Blanchard e Mercier. Ma nel frattempo qualcuno alla Convenzione avverte Cabanis che si precipita ad Auteuil per avvertire Condorcet e quando arrivano Blanchard e Mercier tutti, dal sindaco a Madame Condorcet sembrano cadere dalle nuvole. Di Condorcet nessuna traccia. Con l'aiuto di Cabanis, Condorcet, ha già trovato rifugio a Parigi presso la casa di una vedova, M.me Vernet. (16)

Come racconta Eliza, figlia di Condorcet, quando fu chiesto a M.me Vernet se accettasse di nascondere un ricercato con i pericoli che questo comportava ella chiese solo: Est-il vertueux? e alla risposta affermativa disse semplicemente: Qu'il vienne. Nulla ella accettò mai in cambio dell'ospitalità che le era stata chiesta, nè durante, nè dopo.

Così da quella sera del luglio 1793 fino ad un mattino della fine di marzo del 1794, quando si avvierà verso il suo destino, Condorcet non uscirà più dalla casa al 21 di rue des Fossoyeurs, ora rue Servandoni n.15, tra il convento di Saint Sulpice e il giardino del Luxembourg.

Nella casa di M.me Vernet vivono, suo cugino, il geometra Sarret, un deputato Montagnardo alla Convenzione, Marcoz, che evidentemente conosce Condorcet ed a cui bisogna rivelare tutto. Anche egli manterrà il segreto, e grazie a lui, in quei mesi, Condorcet potrà seguire l'evoluzione della situazione politica direttamente dall'interno della Convenzione.

Nella casa c'è anche un altro ospite, un proscritto ostile alla Rivoluzione che si salverà grazie a M.me Vernet. Dopo il termidoro costui però non tornerà mai a ringraziare la sua benefattrice ed ella tacerà per sempre il suo nome: J'ai oublié son nom dirà a Eliza.

Ma Robespierre non si ferma. Al Comitato di sicurezza generale hanno deciso di coinvolgere anche Condorcet nel processo ai Girondini. Il 3 ottobre 1793, a nome del Comitato, Amar presenta l'atto di accusa. Non vi sono prove, nè indizi reali che leghino Condorcet all'azione dei Girondini. Nel rapporto di Amar, che copre dodici pagine fitte del Moniteur, (17) il nome Caritat è menzionato solo sette volte. Quanto alle accuse eccole: la principale è il legame di amicizia con Brissot, principale accusato del processo. Poi la sua amicizia con Lafayette. I suoi scritti in favore della Republica: Condorcet publiait un livre sur la République qui n'avait rien de républicain que le nom. I suoi atteggiamenti nell'agosto 1792, quando Brissot, Caritat, Guadet, Vergniaud et Gersonné conspiraient pour conserver la royauté. Sotto la Convenzione Brissot, Gorsars, Louvet, Rabaud Saint-Étienne, Vergniaud, Gaudet, Carra, Caritat unirent leurs plumes à celle de cent journalistes mercenaires pour tromper la nation entière sur le caractère des mandataires et sur les opérations de la Convention nationale. Infine parmi mille adresses séditieuses, mille libelles... , e l'écrit adressé par Condorcet au département de l'Aisne per incitare le assemblee primarie a rigettare il progetto di costituzione della Montagna. Questi sono i crimini imputati a Condorcet da Amar.

I Girondini tradotti il 24 ottobre davanti al Tribunale rivoluzionario, fanno fronte ai testimoni d'accusa. Allora Robespierre propone che se dopo tre giorni di udienza i giurati saranno sufficientemente convinti per giudicare il dibattito sarà chiuso. Votato dalla Convenzione il 30 ottobre il decreto è portato subito al Tribunale rivoluzionario. La sera stessa i giurati condannano a morte gli accusati. Il 31 ottobre alle ore 13, i Girondini sono ghigliottinati. Sono trentadue. L'esecuzione dura in tutto trentotto minuti.

Quello stesso pomeriggio, M.me Vernet, accompagnata da Sarret (18) e da Marcoz, entra nella stanza di Condorcet: Teneva una carta dove era scritto in margine Les Progrès de l'esprit humain. Era su una poltrona, le gambe allungate davanti al fuoco, perché faceva freddo. Egli comprende subito quello che è accaduto, e chiede di restare solo con M.me Vernet. Allora, racconta ella, appoggiò la testa sul mio petto piangendo la perdita dei suoi amici (19). Con Brissot, Vergniaud, Gaudet, aveva sostenuto molte cause. Insieme essi avevano lottato per i diritti degli uomini di colore, per l'abolizione della schiavitù, essi avevano combattuto i partigiani del Re e gli alleati di Robespierre. Poi era venuto il tempo della Convenzione e le loro strade si erano separate...

Il 23 ventoso dell'anno II (13 marzo 1794), Saint-Just legge alla Convenzione il suo rapporto "sur les faction de l'étranger". Per permettere la liquidazione imminente dei seguaci di Hebert (20) e Danton (21), fa votare un nuovo decreto che inasprisce il Terrore. Secondo l'articolo VIII i sospetti di cospirazione contro la republica che si sottraggano allo esame della giustizia saranno messi fuori legge. Questo significava che se fosse stato preso Condorcet avrebbe potuto essere giustiziato sul posto, alla semplice constatazione della sua identità. Ma peggio ancora, l'articolo XI decretava che chiunque ospiterà i fuori legge, sarà considerato loro complice. E questo voleva dire per M.me Vernet la ghigliottina.

Sei giorni dopo, il 19 marzo, Masuyer, deputato della Saône - et - Loir, accusato il 30 ottobre del 1793, ed in fuga come Condorcet, fu riconosciuto al ponte di Neuilly ed inviato subito al patibolo.

Il 24 marzo un visitatore sconosciuto si presentò a casa di M.me Vernet con il pretesto di vedere un appartamento da affittare e fece delle allusioni ai controlli sulle case che sarebbero stati fatti. Condorcet udì quella conversazione e la mattina seguente eludendo la sorveglianza di M. Vernet si allontanò. (22) Fu arrestato dopo pochi giorni a Clamart e incarcerato a Bourg- Egalité poco distante. Il 29 marzo 1794 alle quattro di mattina, il guardiano Antoine Chevenu, entrando nella cella lo trovò morto, disteso con il volto a terra e le braccia lungo il corpo. (23)

La tradizione vuole che Cabanis gli avesse dato, per sottrarsi al boia, una dose di veleno composto da oppio e stramonio e che Condorcet si sia suicidato. In questo modo sarebbe stata risparmiata alla Republica l'onta del parricidio, il crimine di uccidere l'ultimo dei filosofi senza il quale non avrebbe potuto esistere . (24)

Negli ultimi giorni trascorsi nella casa di M.me Vernet, ormai braccato e fuggiasco, ossessionato dalla morte incombente, Condorcet scriverà il canto più alto che uomo abbia innalzato alla razionalità, il Fragment sur l'Atlantide, où efforts combinés de l'espèce humaine pour le progrès des sciences

MP

Note

1. Tutte le notizie e le citazioni riportate nel testo sono tratte dal bel libro di Elisabeth e Robert Badinter edito da Fayard nel 1989.

2. Henry de Caritat aderì alla riforma nel 1561. In seguito i Caritat ritornarono al cattolicesimo.

3. Robinet , Condorcet, sa vie, son oeuvre, 1893, - Slatkine reprints, Genève, 1968. p. 2

4. Bibliothèque de l'Institut de France, Papiers Condorcet, Ms 848, folio 74

5. P. Ariès , L'enfant et la vie familiale sous l'Ancien Régime, seuil, 1973. p. 281 e 292

6. Quando fu questione del loro ritorno nel 1774, Condorcet dimostrò la sua indignazione in una lettera a Voltaire del 6 marzo 1774. Arago vol. I, p. 28

7. Bibliothèque de l'Institut de France, Papiers Condorcet, Ms 884, folios 251 à 374. I frammenti sull'educazione Ms 884 folios 3-154 sono stati editi da Manuela Albertone. Napoli, Bibliopolis, 1983. Credo però che si tratti degli stessi fogli con numerazioni diverse.

8. Léon Cahen, Condorcet et la Révolution française, 1904 . Slatkine, Genève, 1970. p. 7; Arago I, p. IX; Robinet op. cit. p. 3

9. In una lettera del 3 gennaio 1769, Julie de Lespinasse gli scrive Je vous recommande sortout de ne point manger vos lèvres ni vos onlges. Rien n'est plus indigeste. cfr. Lettres inédites de Julie de Lespinasse, éd. Caharles Henry, Slatkine reprints, Genève, 1971

10. Académie des sciences, Procès-verbaux, 80, 1761, folio 223; - G. G. Granger , La Mathématique du marquis de Condorcet , P.U.F. 1956, p. 61. Ce qui frappe c'est l'absence de tout recours à des images géométriques. Le raisonnement se ramène toujours à des manipulations d'algèbre...

11. Per un confronto fra la religiosità di Voltaire, d'Alembert, Turgot e Condorcet, vedi Badinter, pag. 83

12. Arago Vol, XII, p. 308 "Opinion prononcée le 19 janvier 1793"

13. Bonald , François Chabod , Paris, 1908; François Chabod à ses concitoyens, Annales révolutionnaires, 1913

14. Archives nationales, F7 / 4652; Cahen, op. cit. p. 524

15. Il mandato fu firmato da Chabod, Drouet, Ingnaud, Pinet

16. Note su M.me Vernet di Eliza Condorcet O'Connor. Bibliothèque de l'Institut de France, Ms, 848, folios 54-55

17. Moniteur, 25 ottobre 1793

18. J. B. Sarret , Notice sur la vie de Condorcet pendant sa proscription sta in Observations pour les instituteurs sur les éléments d'arithmétique à l'usage des écoles primaires, Paris, Firmin Didot, an VII (1799)

19. Bibliothèque de l'Institut de France, Ms, 848, folio 69, copia di una lettera di M.me Vernet a Eliza O'Connor

20. Hébert sarà arrestato il 14 marzo e ghigliottinato il 24

21. Il 19 marzo vengono arrestati Chabod e Basire che saranno ghigliottinati il 5 aprile insieme a Danton e Camille Desmoulins

22. Sarret, op. cit. p. 6

23. Robinet , op. cit. p. 360

24. Michelet , Les femmes de la Révolution, Paris, 1854. p. 85