Architettura brutta o ordinaria ?

Robert Venturi , Denise Scott Brown , Steven Izenour
Imparare da Las Vegas. Il simbolismo dimenticato della forma architettonica
Quodlibet, Macerata, 2010
Robert Venturi
Complessità e contraddizioni nell’architettura
Dedalo, Bari, 1980

Complexity and Contradiction in Architecture, primo libro di Robert Venturi, esplora il convenzionale, il volgare, il non intenzionale in architettura. Qui mi soffermerò in particolare sul convenzionale, che è, a mio avviso, elemento cardine intorno al quale si costruisce tutta l'estetica di Venturi.

in architettura esiste il convenzionale, e il convenzionale può essere considerato un'altra manifestazione di un ordine esasperato, in una più ampia prospettiva. L'architetto dovrebbe sfruttare il convenzionale vivificandolo: intendo dire che dovrebbe fare uso del convenzionale inconvenzionalmente. Come convenzionali intendo sia gli elementi che i metodi dell'architettura: convenzionali sono quegli elementi usuali nella loro manifattura, forma, uso; non mi riferisco ai prodotti sofisticati dell'industria e design, che sono belli, di solito, ma mi riferisco alla massa di prodotti standard, disegnati anonimamente, connessi all'architettura ed alle costruzioni, ed anche a quello spiegamento di prodotti commerciali, positivamente banali e volgari, che sono raramente associati all'architettura.

La principale motivazione per l'introduzione di elementi banali nell'ordine architettonico è la loro reale esistenza: sono ciò di cui disponiamo. Gli architetti possono lamentarsene, cercare di ignorarli, o persino di abolirli, ma essi non scompariranno affatto; o comunque non per molto, poiché gli architetti non hanno il potere di rimpiazzarli (né saprebbero con cosa rimpiazzarli), e perché tali elementi comuni rispondono al bisogno reale di varietà e comunicazione. I vecchi cliché implicanti banalità e disordine saranno ancora il contesto della nuova architettura, e la nuova architettura, significativamente, sarà il contesto di essi. Ho scelto un'ottica limitata, lo ammetto, ma una visione limitata, che gli architetti hanno teso sempre a disprezzare, è importante quanto una visione utopica, sempre esaltata, ma mai determinata. [..]

L'architetto deve accettare i metodi ed i fatti che già possiede. Egli spesso sbaglia quando va alla ricerca di forze che si sperano nuove e di tecnologie che si sperano più avanzate. [..] Al giorno d'oggi gli architetti, nel loro impulso utopico verso la invenzione di nuove tecniche, hanno dimenticato la necessità di essere esperti delle tecniche già esistenti.

Gli esempi da me scelti riflettono la mia predilezione per certi periodi: per il Manierismo, il Barocco ed il Rococò in particolare. Come dice Henry-Russel Hitchcock, « esiste sempre una reale necessità di riesaminare ciò che il passato ha prodotto; presumibilmente gli architetti nutrono quasi sempre un interesse generico per la storia dell'architettura; ma certamente gli aspetti, od i periodi, della storia che sembrano in un dato momento meritare maggior interesse variano col variare della sensibilità » [4].

I limiti di costo imponevano elementi architettonici non «avanzati» , ma «convenzionali». E' un condizionamento che abbiamo accettato. Il muro di mattoni marrone scuro con le finestre a saliscendi richiama le tradizionali case a schiera di Filadelfia od addirittura i prospetti posteriori delle case di appartamenti edwardiane; tuttavia il loro effetto si discosta dal con-venzionale in quanto esse sono sottilmente proporzionate ed insolitamente grandi. Il cambio di scala di questi elementi quasi banali attribuisce tensione e qualità alle facciate, lette come forme convenzionali e non convenzionali al tempo stesso.

La grande colonna tonda posta al centro della facciata sulla strada è di granito nero lucidato. Essa risolve e mette in risalto l'eccezionale apertura di ingresso al piano terreno, contrastando con l'area di mattoni bianchi smaltati che si estende fino a metà del secondo piano in questa piccola sezione della facciata stradale. I parapetti dei balconi di questo piano, come quelli degli altri piani, sono piastre d'acciaio perforate, ma qui sono dipinte in bianco piuttosto che in nero per creare una continuità in questa superficie nonostante il cambiamento del materiale. La finestra centrale dell'ultimo piano riflette la speciale configurazione spaziale dello spazio comune interno, ed entra in relazione con l'ingresso sottostante, accrescenpiano terreno, contrastando con l'area di mattoni bianchi smaltati che si estende fino a metà del secondo piano in questa piccola sezione della facciata stradale. I parapetti dei balconi di questo piano, come quelli degli altri piani, sono piastre d'acciaio perforate, ma qui sono dipinte in bianco piuttosto che in nero per creare una continuità in questa superficie nonostante il cambiamento del materiale. La finestra centrale dell'ultimo piano riflette la speciale configurazione spaziale dello spazio comune interno, ed entra in relazione con l'ingresso sottostante, accrescendo la scala dell'edificio sulla strada ed all'entrata. La sua forma arcuata consente nache di penetrare il muro con una grande apertura, che rimane pur sempre un buco in un muro piuttosto che un vuoto incorniciato. L'antenna televisiva posta alla sommità di questo asse ed al di sopra della linea di coronamento altrimenti costante rafforza l'asse del passaggio di scala nella zona centrale della facciata, esprimendo un genere di monumentalità analogo a quella dell'entrata ad Anet. L'antenna, con la sua superficie anodizzata color oro, può essere interpretata in due maniere: astrattamente, come una scultura alla maniera di Lippold, e come simbolo delle persone anziane che trascorrono tanto tempo guardando la televisione.

La cornice ornamentale creata da una fila di mattoni bianchi interseca contraddittoriamente la fila di finestre superiori, ma conclude la facciata altrimenti troppo semplice. Insieme alla superficie di mattoni bianchi del prospetto sottostante, essa origina una nuova e più grande dimensione di tre piani, giustapposta all'altra scala più piccola dei sei piani, sottolineati dai livelli delle finestre.

Imparare da Las Vegas è diviso in due parti distinte. La prima, Un significato per i parcheggi A&P, ovvero imparare da Las Vegas, ha come oggetto la Strip di Las Vegas:

Nell'attraversare Las Vegas, la Route 91 si trasforma in strip commerciale, divenendone addirittura l'archetipo e raggiungendo proprio qui il suo più alto livello di intensità e purezza.

La prima parte è essenzialmente descrittiva. Dal punto di vista urbanistico e architettonico la Strip di Las Vegas è nulla più di un dis-ordine spontaneo. La striscia (strip) di edifici disposti lungo una strada è la forma urbana più semplice e non contiene l'idea di un ordine immediatamente percepibile, come ad esempio la piazza, ad essa imposto dall'uomo. L'ordine emergente dalla strip è un ordine complesso, include, include a tutti i livelli, dalla mescolanza di destinazioni d'uso apparentemente incongruenti, alla mescolanza di media pubblicitari, all'apparenza altrettanto contraddittori [..] Non è un ordine controllato dall'esperto e reso facilmente percepibile all'occhio.

La seconda parte del volume, Architettura brutta e ordinaria, ovvero lo shed decorato, è invece da considerarsi la prima concettualizzazione del post-moderno architettonico, vero e proprio atto fondativo di un'estetica post-moderna.

Gli autori introducono i concetti di involucro decorato (Decorated Shed) e di papera (Duck) per distinguere e contrapporre l'architettura della strip all'edificio in stile moderno. Il concetto di shed decorato che definisce l'estetica di Venturi è una forma di manierismo.

1. Là dove i sistemi architettonici di spazio, struttura e programma sono sommersi e distorti da una forma simbolica complessiva. Questo tipo di edificio-che-diviene-scultura è chiamato «papera», in onore del drive-in a forma di papera, «Il paperino di Long Island», illustrato in God's Own Junkyard di Peter Blake [1].

2. Là dove sistemi di spazio e struttura sono direttamente al servizio del programma e la decorazione è applicata indipendentemente da questi. Questo lo chiameremo «shed [2] decorato».

La papera è un particolare edificio che «è» simbolo; lo shed decorato è una struttura convenzionale che «applica» simboli.

Noi affermiamo che entrambi i generi di architettura sono validi — la cattedrale di Chartres è una papera (sebbene sia anche uno shed decorato) e Palazzo Farnese è uno shed decorato ma crediamo che oggi la papera sia assai poco importante, nonostante essa pervada l'architettura moderna.

Descriveremo come siamo giunti a considerare l'architettura commerciale dello sprawl urbano, tutta in funzione dell'automobile, quale nostra fonte d'ispirazione per un'architettura di significato, civica e residenziale, oggi vitale, così come, quarant'anni fa, è stato vitale il vocabolario industriale per un'architettura moderna dello spazio e della tecnologia industriale. Dimostreremo come l'iconografia, piuttosto che lo spazio e le piazze dell'architettura storica, rappresenti il retroterra necessario per lo studio dell'associazione di immagini e del simbolismo nell'arte commerciale e nell'architettura della Strip.

Infine, porteremo i nostri argomenti a favore di un simbolismo del brutto e dell'ordinario in architettura e di un particolare significato dello shed decorato con una facciata retorica e un retro convenzionale: per un'architettura come shelter con simboli a esso applicati.

A questo punto si inserisce la comparazione tra due edifici, il Crawford Manor di Paul Rudolph a New Haven (1962-66) e la Guild House progettato da Venturi e Rauch in collaborazione con Cope e Lippincott a Filadelfia (1960-63). Su questa comparazione fonderò l'ipotesi che il post-moderno rappresenti, si dichiari, una forma di manierismo.

8. Guild House, Friends Housing per gli anziani, Philadelphia, Venturi e Rauch, Cope e Lippincott Associated Architects, 1960-1963 he Architectural Mirror: Ducks and Sheds The book coined the terms "Duck" and "Decorated Shed (Il libro ha coniato i termini "anatra" e "decorated shed) Shed - capanno L'edificio, che ospita appartamenti per basso reddito cittadini anziani, è stato commissionato da un'organizzazione locale Quaker e Guild House was commissioned by the (Quaker) Friends Neighborhood Guild

la Guild House [..] è l'imitazione del palazzo a sei piani, analoga per struttura e materiali agli edifici circostanti, e non interrompe, grazie alla sua posizione e alla sua forma, l'allineamento stradale della maglia urbana a reticolo di Filadelfia nella quale sorge. Il Crawford Manor, al contrario, è inequivocabilmente una torre che svetta verso il cielo, eccezionale nel suo mondo tutto moderno da Ville Radieuse lungo il raccordo ad accesso limitato di Oak Street, a New Haven.

La Guild House è decorata, il Crawford Manor no. La decorazione della Guild House è esplicita: rinforza e allo stesso tempo contraddice la forma dell'edificio che adorna, ed è in qualche modo simbolico. [..] La finestra ad arco della Guild House non è strutturale. [..] essa riflette una funzione interna allo shed, cioè le attività comuni situate nella parte superiore. [..] l'ordine gigante è rifinito con un ornamento, una simmetrica antenna televisiva in alluminio anodizzato in oro, non funzionante

qualunque tipo di ironia intelligente o di retorica sono impensabili per il Crawford Manor [..] i balconi a sbalzo del Crawford Manor sono strutturalmente integrati, hanno un parapetto fatto dello stesso materiale dell'intera costruzione e sono privi di ornamento.

Il contenuto simbolico del Crawford Manor è eroico e originale (E & O) e deriva la sua espressione drammatica dai significati connotativi dei suoi elementi 'originali': essa sprigiona significati astratti - piuttosto espressioni - riconoscibili nel carattere fisiognomico degli elementi architettonici

L'architettura brutta e ordinaria (B & O) al contrario include anche significati denotativi, derivati dai suoi elementi familiari; vale a dire che essa suggerisce significati più o meno concreti per mezzo di associazioni di immagini e di esperienze del passato.

Le manifestazioni urbane di un'architettura brutta e ordinaria e lo shed decorato sono più vicine allo sprawl urbano che alla megastruttura.

Contro le papere, ovvero il brutto e ordinario contro l'eroico e l'originale, ovvero pensare in piccolo.

perché sosteniamo il simbolismo dell'ordinario per mezzo dello shed decorato, contro il simbolismo eroico per mezzo della papea scultorea? Perché la nostra non è l'epoca (e il nostro non è l'ambiente) per una comunicazione eroica per mezzo di un'architettura pura.

C'è l'opposizione dichiarata allo stile moderno nella forma rappresentata dall'ultimo Le Corbusier ma c'è altresì una nostalgia del razionalismo modernista

Se si copre la parte centrale di Guild House (la colonna, l'arco sommitale, l'insegna) risultano evidenti le analogie formali con l'architettura di Adolf Loos, ciò che invece è avversato è l'ultimo le Corbusier

Il lavoro della decorazione nasconde la modernità. Quello che nella Strip di Las Vegas si presenta come espressione nella Guild House è ciò che l'occulta. Il rapporto con la modernità diventa ambivalente ed ambiguo. La ripresa degli elementi classici non può mai essere neutra, mera riproposizione di uno stile. Venturi ne è cosciente, come lo era Parmigianino.

MP

Bibliografia

Robert Venturi
- Complexity and Contradiction in Architecture, New York, Museum of Modern Art, 1966
- Complessità e contraddizioni nell’architettura, tr. Raffaele Gorjux e Margherita Rossi Paulis, Edizioni Dedalo, Bari, 1980
Robert Venturi , Denise Scott Brown , Steven Izenour
- Learning from Las Vegas. The Forgotten Symbolism of Architectural Form, MIT Press, Cambridge, MA, 1977 (1972)
- Imparare da Las Vegas. Il simbolismo dimenticato della forma architettonica, ed. Manuel Orazi, tr. Maurizio Sabini, Quodlibet, Macerata, 2010 2
- Imparando da Las Vegas, ed. Stefano Casciani e Alessandro Mendini, Cluva Editrice, Venezia, 1985 1
Paolo Mantovani
- Architettura postmoderna come fine di un racconto, Itinera, 2006; URL
Martin Reinhold
- Architecture’s Image Problem: Have We Ever Been Postmodern?, FIU. School of Architecture Design Theory, URL