Per una definizione dell'invidia in economia

Quando si parla di sentimenti occorre sempre tenere presente il punto di vista dal quale si parla, sia esso economico, psicologico, sociale, filosofico o religioso. poiché, come insegna l'applicazione della matematica alle scienze, l'interazione fra punti di vista diversi deve seguire precise condizioni, che non possono essere sott'intese, come invece spesso accade nelle scienze sociali, se si vuole eliminare la possibilità di equivoci interpretativi. In questi casi la precisione con la quale vengono definite le parole utilizzate assume particolare rilievo.

Ho fra le mani un prezioso libretto, publicato dall'Università di Roma 'La Sapienza' e di cui è autore il professor Gianrocco Tucci, dal quale ho ricavato lo spunto per le seguenti definizioni di altruismo, egoismo ed invidia da un punto di vista economico, tenendo comunque presente che si tratta di parole sovradeterminate e che quindi sarebbe utile sostituirle con termini univoci (tecnici).

Altruista (estremo o puro) è colui che è disposto a pagare un prezzo per mantenere o aumentare il benessere altrui, indipendentemente da ogni condiderazione sul prezzo che l'altro sia disponibile a sua volta a pagare. (utilità individuale negativa)

Invidioso (malevolo o distruttivo) è colui che è disposto a pagare un prezzo per diminuire il benessere altrui. (utilità individuale negativa)

Egoista è colui che è disposto a pagare un prezzo per aumentare, mantenere o diminuire il benessere altrui, affinché il rapporto costi benefici sia in ogni caso a suo vantaggio. (utilità individuale positiva)

L'introduzione del concetto di prezzo nelle definizioni di altruismo, egoismo e invidia rende applicabile alle definizioni il calcolo matematico e nello stesso tempo destituisce di ogni fondamento qualsiasi perorazione astratta sulla bontà o malvagità economica dei comportamenti descritti dall' uno o dall'altro termine.

Ad esempio, se il benessere altrui diventa un bene per cui si è disposti a pagare un prezzo si potrà calcolare il livello di tassazione ottimale per sostenere un sistema di welfare fondato sul Reddito minimo universale (Universal Basic Income)

Opposizione tra invidia ed altruismo

Le definizioni di cui sopra sono state generate dalla lettura di questa pagina del libro di Gianrocco Tucci, nella quale sono già contenute seppure espresse in forma meno esplicita.

Altruismo. Per lo sviluppo delle successive argomentazioni conviene che io muova dall'asserzione di carattere generale secondo la quale con il termine "altruista" viene definito quel soggetto che ritiene il benessere altrui di lungo periodo un bene in sé, indipendentemente dagli effetti che una tale considerazione possa avere sul proprio benessere. *
L'altruismo, quindi, è un sentimento che non prevede una semplice relazione tra l'individuo e l'oggetto del suo desiderio (com'è nel caso dell'egoismo); esso implica - invece - una relazione più complessa tra individui. Infatti, a differenza dell'egoismo, che non conosce gradazioni proprio perché non implica una relazione tra persone, l'intensità con cui un altruista può essere interessato al benessere degli altri varia da soggetto a soggetto; vale a dire esistono diversi 'gradi' di altruismo. **
A questo riguardo è da tener sempre presente come la maggior parte degli individui tenga sì conto degli interessi degli altri quando agisce, ma lo fa dando priorità al proprio interesse. Tali soggetti non possono essere qualificati come egoisti (essi - infatti - sono interessati al benessere altrui anche se in misura inferiore rispetto al proprio); essi appartengono a quella particolare categoria che è stata denominata degli altruisti 'parziali'; l'altruista 'completo' è invece colui il quale pone su uno stesso piano il proprio benessere e quello altrui. L'altruista 'estremo', infine, è quel soggetto che dà la priorità agli interessi altrui.
Questa distinzione ha una sua importanza della quale ci si rende conto nel momento in cui si prende atto che l'intensità con la quale si manifesta l'altruismo ha effetti sulla modalità di espressione del comportamento. Più precisamente, il comportamento altruista sarà più o meno cooperativo a seconda del tipo di altruista che si considera ***

Di seguito Tucci definisce l'invidia come l'opposto dell'altruismo, almeno dal punto di vista degli effetti concreti dei due sentimenti. Effetti concreti che rappresentano il punto di aggancio per un possibile calcolo economico.

Vorrei a questo punto ribadire che mentre si è soliti considerare collocati agli estremi opposti l'egoismo e l'altruismo, in questo studio sono propenso ad adottare una differente prospettiva per cui gli antipodi sono costituiti dall'invidia e dall'altruismo (nella sua forma più estrema). Infatti, se si guarda il profilo 'motivazionale' delle diverse emozioni, appare corretto contrapporre egoismo ed altruismo, dal momento che si passa da un sentimento (l'egoismo) che conduce l'attore ad ignorare l'esistenza degli altri, ad un altro sentimento (l'altruismo) che spinge a prendere in considerazione gli altri individui al punto tale da desiderare di beneficiarli. Ma se si fa riferimento agli 'effetti concreti' dei diversi sentimenti, è possibile notare che il contrario dell'altruismo lo si trova nell'invidia (che consiste nel danneggiare gli altri) e non nell'egoismo che può avere effetti positivi o negativi - a seconda dei casi - sul benessere degli altri individui. Altruismo e invidia sono quindi perfetti opposti quando li si analizza sotto il profilo della concretezza del loro grado di 'socialità'

Questa opposizione ho mantenuto nelle mie definizioni.

Considerazioni finali

Dal punto di vista dell'individuo, l'egoismo, così come lo abbiamo definito, è per definizione la condizione più efficiente, in quanto tende a massimizzare l'utilità.

Dal punto di vista del collettivo è più difficile determinare quale sia la condizione di maggior efficienza, poiché sarà necessario individuare preventivamente a quale insieme ci si riferisce. La collettività può essere intesa come umanità o come gruppo, come famiglia, nazione, classe sociale di appartenenza, azienda, sindacato, partito e ciascuno può avere preferenze per un gruppo anziché per un altro e considerare, ad esempio, l'altruismo in funzione di quel determinato gruppo e non di altri.

Anche a livello evolutivo non si può determinare astrattamente quale sia, nel complesso, la strategia ottimale, poiché sembra che le forme 'omozigote' dei sentimenti di altruismo, egoismo ed invidia, quando abbiano raggiunto una certa soglia di diffusione, tendano ad autolimitarsi naturalmente secondo modelli di tipo mendeliano.

La dimostrazione che il comportamento altruistico è destinato a soccombere nella selezione all'interno del gruppo ma prevale nella selezione tra gruppi si basa su alcuni interessanti risultati raggiunti [..] dal filosofo della biologia E. Sober e dal biologo D.S. Wilson.
L'argomentazione a cui si richiamano i due studiosi è la seguente: data una popolazione composta da altruisti e non-altruisti [..] la presenza di individui caratterizzati da comportamenti altruistici determina un aumento della fitness (vale a dire del numero medio di discendenti) dei non-altruisti, al costo di una diminuzione della discendenza degli altruisti. Al contrario, i non-altruisti non incorrono in alcun costo per l'adozione del loro comportamento.

Per quanto riguarda l'invidia si può prendere per buona, ma con beneficio d'inventario, l'opinione di Helmut Schoeck.

l'aumento della frequenza del tratto 'invidioso' accrescerà la probabilità della scomparsa del gruppo (una società composta da invidiosi - ci ricorda il sociologo Helmut Schoeck - è destinata a perire) sostituito da individui provenienti dal resto della popolazione. Avverrà - allora - che la selezione tra gruppi agirà nella direzione dell'aumento della frequenza dei soggetti altruisti presenti nella popolazione.

Più complessa sembra essere la possibilità di determinare l'evoluzione di una società composta di soli egoisti. Anche qui, sempre con beneficio d'inventario, si può ipotizzare un riassestamento sotto forma di ordine spontaneo.

MP

Bibliografia

Gianrocco Tucci
- La riduzione dell'invidia in economia. Equità, evoluzione culturale e 'selezione di gruppo', Università degli studi di Roma 'La Sapienza', Dipartimento di teoria economica e metodi quantitativi per le scelte politiche, Roma, 2002