L'era della grande opportunità

Robert B. Reich
L'infelicità del successo
Fazi Editore, Roma, 2001

Il pregio principale di Robert Reich è dire cose intelligenti in modo semplice. Le sue argomentazioni, anche quando sono partigiane, non sono mai banali. Il discorso è sempre lucido e chiaro e non si nasconde dietro all'ambiguità della materia, l'economia politica, che si presta, per il suo status scientificamente non ancora definito, ad ampie ricognizioni sociologiche e filosofiche. Per tutte queste ragioni è uno dei miei autori preferiti. Di alcune sue opere ho già scritto e quindi qualche ripetizione sarà inevitabile. Di altre, che non sono ancora nella mia disponibilità, spero di poter scrivere in seguito.

The Future of Success è la descrizione di alcuni aspetti - lavoro, famiglia, innovazione - della società americana degli anni novanta. Leggendolo oggi molte cose ci paiono ovvie perché le stiamo vivendo. Ciò se da una parte toglie sorpresa e interesse alla lettura dall'altra dimostra la validità dell'analisi.

Il nuovo sistema si basa sull'instabilità...

Gran parte del libro è dedicata alle trasformazioni in atto nel lavoro. Qui mi soffermerò solo su un aspetto: gli effetti di un sistema basato sull'instabilità e sull'insicurezza.

Che cosa fa la gente quando le entrate sono meno prevedibili, il posto di lavoro meno sicuro e il reddito potenzialmente più alto o più basso di prima? Lavora di più. [..] Oggi l'adulto americano medio ogni anno accumula almeno 2.000 ore di lavoro retribuito, circa due settimane in più rispetto a vent'anni fa. Nel 1999 la tipica coppia sposata con figli, appartenente al ceto medio, lavorava nel complesso 3.918 ore, circa sette settimane in più di dieci anni prima. Oggi gli americani accumulano più ore lavorative perfino dei giapponesi [..]

I mercati sono aperti giorno e notte e i dispositivi sono potenzialmente sempre connessi, perciò non ci sono scuse per non lavorare, eccezion fatta per i momenti in cui si prende la decisione chiara e motivata di smettere e dedicarsi ad altro. Ma il costo-opportunità di dedicarsi ad altro continua a crescere man mano che il lavoro diventa più accessibile. Di recente gli architetti Frank Lupo e Daniel Rowen hanno progettato un appartamento a Manhattan per due giovani operatori valutari di Wall Street. L'abitazione prevede sei monitor collocati strategicamente in modo che i due possano tenere d'occhio i mercati mondiali ventiquattr'ore al giorno da ogni punto strategico del loro nuovo appartamento, bagno compreso

Quando il lavoro retribuito preme sulla nostra vita, altre cose vengono inevitabilmente compresse o spinte fuori. Oggetto di grande attenzione pubblica è il tempo sempre minore che i genitori dedicano ai figli. Secondo il White House Council of Economic Advisers, oggi i genitori americani trascorrono in media con i figli ventidue ore in meno alla settimana di quanto facevano i loro genitori trent'anni fa.

Il motivo principale e il più ovvio per cui gli americani lavorano di più è per sostenere il reddito familiare. [..] Magari oggi guadagnate un mucchio di soldi, ma già domani il flusso potrebbe ridursi e la settimana prossima il rubinetto potrebbe chiudersi del tutto. Non potete saperlo. Nella vecchia economia del posto fisso c'era la ragionevole garanzia di ricevere in futuro lo stesso stipendio, con i debiti adeguamenti verso l'alto legati all'inflazione. Questa fiducia vi permetteva di acquistare un'automobile a credito e di contrarre un mutuo abitativo. Oggi, invece, non potete sapere con certezza quanto guadagnerete nel futuro, ma volete ancora acquistare un'auto a credito o accendere un mutuo, senza contare le vostre una, due o dieci carte di credito. E poi ci sono le bollette mensili, inevitabili per chiunque faccia una vita normale: gas, elettricità, telefono. Come conciliare allora le entrate imprevedibili con le bollette prevedibili?

La risposta è semplice.

Non potendo prevedere le entrate future [..] le persone tendono a lavorare più che possono non appena si presenta un'occupazione decentemente retribuita.

Non sfuggono alla regola neppure le occupazioni che non sono legate al bisogno economico.

Le mansioni intraprese per il loro fascino intrinseco possono indurre a lavorare più duramente e più appassionatamente rispetto a ciò che si fa esclusivamente per soldi [..] Molti autori, artisti, filosofi e attori svolgono il loro lavoro per nessun altro motivo al di fuori dell'estrema soddisfazione che ne traggono o di un impulso irresistibile. Spesso per pagare le bollette svolgono un'altra attività. Non è un fenomeno nuovo. «Conosci il tuo osso», consigliava lo scrittore e filosofo del diciannovesimo secolo Henry David Thoreau. «Cerca, insisti, gira e rigira la tua vita. [..] Conosci il tuo osso: rosicchialo, sotterralo, dissotterralo e rosicchialo ancora». Quando Thoreau aveva bisogno di soldi e non rosicchiava il suo osso, faceva il guardiano. T.S. Eliot era un impiegato di banca; Nathaniel Hawthorne un impiegato della dogana di Salem, poi immortalata nella Lettera scarlatta; Wallace Stevens e Charles Ives vendevano assicurazioni. William Faulkner affermava di aver scritto Mentre morivo nel poco tempo libero che gli restava dopo dodici ore di lavoro quotidiano come bracciante. Dal 1866 al 1885 Herman Melville fu un ispettore esterno per la dogana di New York; Walt Whitman era copista nell'ufficio contabile dell'esercito a Washington; Matthew Arnold ispettore scolastico. Alexis de Tocqueville, il grande sociologo francese che arrivò a capire lo spirito americano meglio di chiunque altro prima — e, forse, anche dopo - era un impiegato dello stato in Francia. Baruch Spinoza, il grande filosofo del diciassettesimo secolo, si guadagnava da vivere smerigliando e lucidando lenti. Einstein scrisse un articolo che gettava le basi della teoria della relatività quando aveva ventisei anni e faceva l'esaminatore in un ufficio brevetti. William Carlos Williams era un fisico. E Stanley Bojarski (di cui forse non avrete sentito parlare perché ancora non si è fatto un nome) lavora di giorno come assistente legale nel tranquillo, abbottonato studio legale di Dewey Ballantine, nel centro di Manhattan, e di notte come imitatore di personaggi femminili in un musical a sfondo omosessuale dal titolo Howard Crabtree's When Pigs Fly. Negli Stati Uniti c'è una lunga tradizione di attori e aspiranti attori — soprattutto questi ultimi — che fanno i camerieri, gli imbianchini e gli autisti di taxi. [..] Allora qual è il problema? Semplice: la quantità di lavoro retribuito nella vita della maggior parte delle persone sta crescendo vertiginosamente. E a crescere non sono solo le ore formali di lavoro, misurate dalle statistiche ufficiali. È la natura stessa del lavoro retribuito a invadere sempre di più il resto della nostra vita. Gran parte del lavoro sta diventando emotivamente o intellettualmente più oneroso.

Il paradosso: nel momento in cui aumenta la disoccupazione aumenta anche il tempo che i lavoratori occupati dedicano al lavoro. La riduzione del salario per i lavori non specializzati e l'aumento delle retribuzioni per i lavori simbolico-analitici hanno entrambi come effetto l'aumento del tempo dedicato al lavoro. Per motivazioni opposte, se il salario si riduce è necessario lavorare di più per ottenere lo stesso reddito, viceversa se la retribuzione aumenta c'è l'incentivo a sostituire il tempo libero e tutte le altre normali occupazioni familiari (cucinare, occuparsi dei bambini, etc.) con il lavoro perché il differenziale tra retribuzione e costo è a favore della retribuzione. Questi fatti incidono ovviamente sull'offerta di lavoro. Da qui un incentivo dell'aumento della disoccupazione.

La comunità come bene economico

Il secondo argomento sul quale voglio attirare la vostra attenzione sono le nuove forme di comunità che si stanno sviluppando negli Stati Uniti. La separazione territoriale in funzione del reddito è una di queste. Intendiamoci i quartieri per i ricchi e sono sempre esistiti, in America come in Europa. Il fenomeno del quale Reich dà conto comporta una vera e propria stratificazione sociale in base al reddito che rende impermeabili le varie comunità.

Per gran parte della storia umana i membri delle comunità non avevano molta scelta relativamente ai gruppi a cui aderivano. Nascevano nella loro comunità e in questa di solito morivano. Alcuni rompevano con la propria comunità o ne erano banditi, ma questi allontanamenti erano rari o traumatici. [..] Queste comunità garantivano ai membri una certa sicurezza e assistenza, ma spesso al prezzo di una certa noia e di opportunità represse.

Oggi, una fetta senza precedenti di cittadini americani (e di altre nazioni moderne) gode della libertà di sottrarsi alla comunità di nascita. Si può scegliere il gruppo al quale aderire e poi passare a un altro, se lo si desidera: un'altra comunità residenziale, un altro stabilimento termale, un altro piano sanitario, un altro centro di assistenza infantile. Si può abbandonare la propria comunità virtuale con un semplice clic.

Le nuove comunità offrono benefici altamente specifici. Scegliete una comunità esattamente per quel che ne volete ricavare. Come per altri aspetti della vostra nuova vita, optate per la comunità migliore che vi potete permettere. Poiché uscirne è molto facile e i benefici molto mirati, queste nuove comunità non richiedono lo stesso impegno delle vecchie, né offrono la stessa sicurezza ai membri che, in caso di necessità, potrebbero aver bisogno l'uno dall'altro.

ci stiamo raggruppando in comunità di persone che hanno tutte all'incirca lo stesso reddito, le stesse capacità, gli stessi rischi e gli stessi bisogni. Come mai in passato, il posto in cui viviamo è legato a quanto guadagniamo.

Ognuno cerca di entrare nel gruppo che offre le condizioni migliori: non solo le migliori città o suddivisioni amministrative e le migliori comunità residenziali private alla portata delle loro tasche, ma anche le migliori università, le migliori scuole primarie e secondarie, i migliori centri di assistenza infantile, le migliori case di cura, i migliori centri di assistenza per gli anziani, i migliori pool assicurativi, i migliori studi professionali e le migliori aziende. I gruppi, a loro volta, competono per attirare i membri più desiderabili: quelli che possono contribuire di più e richiedono di meno. Di conseguenza, gli individui più desiderabili finiscono per raggrupparsi insieme, su scala nazionale, ma anche mondiale. E con sempre maggiore efficienza escludono chi è meno prezioso o più bisognoso. Un gradino più sotto, i soggetti più desiderabili si raggrupperanno anch'essi ed escluderanno chi è più costoso. E così via [..]

I servizi locali nelle comunità residenziali private [..] sono sostenuti dalle quote associative dei singoli residenti. In località pubbliche esclusive come Vail o Greenwich questi servizi sono finanziati dalle imposte patrimoniali locali. Ma che sia pubblico o privato, il meccanismo di raggruppamento è fondamentalmente lo stesso. Le comunità residenziali private escludono le famiglie numerose che hanno un forte bisogno di scuole e servizi sociali, e i cui figli potrebbero essere rumorosi o dediti a episodi di microcriminalità, stabilendo prezzi delle abitazioni elevati e spese residenziali alte, oltre che limitando scrupolosamente il numero di camere da letto in ogni unità abitativa. [..] I "movimenti di cittadini" contro le imposte statali e locali sono stati capeggiati da associazioni di proprietari privati che non capivano perché avrebbero dovuto pagare per sostenere le famiglie fuori dal recinto della loro comunità residenziale. [..] Nel 1990 1'assemblea legislativa del New Jersey ha messo fine a una di queste rivolte stabilendo che ai residenti delle comunità private venissero rimborsate le imposte pagate per la raccolta pubblica dei rifiuti, per la rimozione della neve, per l'illuminazione stradale e per altri servizi pubblici, visto che pagavano già per gli stessi servizi a livello privato. In altri termini, i proprietari volevano pagare solo per ciò che ricevevano e smettere di sovvenzionare altre comunità più bisognose.

A seconda di quale sia il criterio associativo più efficiente, le comunità residenziali private possono trasformarsi in distretti amministrativi pubblici e viceversa. Il 24 marzo 1999 il villaggio di pensionati Leisure World, a Orange County, si è trasformato da comunità chiusa in una delle più recenti municipalità della California: Laguna Woods, con un'età media di 67 anni. Questo cambiamento permette ai residenti di risparmiare sulle imposte, pagando solo per le piscine, i campi da tennis, i maneggi e la manutenzione dei prati all'interno dei confini della nuova città, anziché versare soldi per le scuole e i servizi sociali per i ragazzi nel resto della contea.

Quello che viene meno è la solidarietà con chi è al di fuori del gruppo. In questo senso anche la legislazione americana si sta adeguando.

MP

Bibliografia

Robert B. Reich
- L'infelicità del successo, tr. Nazzareno Mataldi, Fazi Editore, Roma, 2001
- The Future of Success, 2001