Filosofia della cronaca

12. Voodoo Economics

12.01Il termine spregiativo voodoo economics sembra sia stato usato per la prima volta da George Bush (padre) per definire la politica economica del Presidente Ronald Reagan, altrimenti detta reaganomics, politica che poi lui stesso avrebbe applicato dopo essere stato a sua volta eletto Presidente degli Stati Uniti

12.02Semplificando molto il ragionamento e senza chiederci le ragioni per le quali può essere utile, si può dire che il metodo più semplice per aumentare la domanda complessiva di un sistema economico è quello di aumentare le spese publiche senza contemporaneamente innalzare l'imposizione fiscale, producendo di conseguenza un deficit del bilancio dello Stato finanziato con debito.

12.03Il principio fondamentale della voodoo economics è quindi il seguente: gli investimenti publici, anche se finanziati in deficit, si ripagano per effetto del moltiplicatore

12.04Negli anni sessanta del secolo scorso democristiani e socialisti al governo in Italia hanno pensato di conseguenza: se le spese publiche finanziate in deficit si ripagano comunque, almeno finché c'è la possibilità di stampare moneta e produrre inflazione, perché non distribuire il denaro publico alle nostre clientele politiche?

12.05Negli Stati Uniti, invece, sotto la presidenza Johnson, si è iniziato a ridurre l'imposizione fiscale creando artificialmente un deficit di bilancio.

se si deve scegliere un singolo evento per segnare l'inizio della piena accettazione da parte dei politici del vangelo keynesiano di politica economica, questo è la riduzione delle imposte del 1964. Inizialmente discusso nel 1962, attivamente proposto e discusso nel 1963 e infine attuato nel 1964, tale taglio dimostrò che i decision-makers potevano usare, e di fatto usavano, il bilancio federale nel tentativo di raggiungere un ipotetico obiettivo per il reddito nazionale. Le aliquote fiscali vennero ridotte, in misura notevole, nonostante il deficit di bilancio, e l'assenza di una recessione economica.

12.06È naturale che seguendo questa strada Ronald Reagan si sia detto: perché non diminuire le tasse ai miei elettori, i ricchi, finanziando le minori entrate con l'aumento del deficit dello Stato?

12.07L'ultima variante del principio keynesiano è certamente la più geniale ed anche, come è facile constatare, la più stupida. Nello scivolamento di senso, che viene attuato dagli improvvisati seguaci di Keynes, il passaggio logico è dal finanziamento con debito di opere publiche al finanziamento con debito della riduzione delle tasse ai più ricchi ovvero dei propri clientes. Si noti che una sola parola non cambia in questi tre ragionamenti in apparenza molto diversi fra loro ed è la parola deficit resa spendibile da Keynes e adottata con entusiasmo dai suoi seguaci.

12.08 In alcuni recenti articoli il keynesiano Paul Krugman lancia l'allarme per il prospettato ritorno dei republicani alla politica reaganiana.

Il deputato Paul Ryan, presidente della commissione Bilancio della Camera dei rappresentati Usa, recentemente ha fatto un grande discorso per difendere il suo piano di bilancio [..] la sua risposta al problema del deficit è che dobbiamo superarlo attraverso la crescita. Questa strategia ha un nome: voodoo economics, la politica economica dei tempi di Ronald Reagan. E in effetti quasi tutto il suo discorso, pronunciato all'inizio del mese all'Economic Club di Chicago, è un elenco di stereotipi dell'economia dell'offerta: il segreto per la crescita è abbassare le tasse [..]

12.09Non occorre andare così lontano per trovarne qualche recente applicazione pratica: è sufficiente sfogliare i bilanci della Provincia di Genova sotto la presidenza di Alessandro Repetto che come è noto dopo essere stato direttore centrale di Banca Carige è stato eletto presidente provinciale per due mandati ed ora si appresta a ritornare, senza neppure un giorno di attesa, direttamente nel consiglio di amministrazione dell'azionista di maggioranza della stessa Banca Carige, come si legge in questa nota di agenzia.

Il consiglio di amministrazione di Fondazione Carige, presieduto da Flavio Repetto, ha deliberato all'unanimita' la lista dei suoi candidati a far parte del cda di Banca Carige per gli esercizi 2012-2014. La lista della Fondazione - che verra' proposta all'assemblea dei soci di Banca Carige, in programma il 27 aprile prossimo - e' cosi' composta: Giovanni Berneschi, Alessandro Scajola, Piergiorgio Alberti, Guido Alpa, Ivo De Michelis, Luigi Gastaldi, Giovanni Marongiu, Alessandro Repetto.

12.10Guarda caso: «chi finanzia il deficit con il quale invariabilmente si chiude ogni anno il bilancio della Provincia di Genova se non la stessa Banca Carige?»

12.11 La parola deficit ha un altro significato per l'individuo rimasto solo. Significa, nell'impossibilità di chiedere la sospensione del gioco, la scelta di abbandonare la vita. Di seguito un florilegio di notizie senza commenti. La ripetizione, la différance, è la categoria interpretativa da utilizzare anche in questo caso.

La crisi uccide un commerciante di Campomorone. I debiti lo hanno spinto giù dal ponte della ferrovia tra Pontedecimo e Ceranesi. "Diceva di sentirsi un fallito", spiega la moglie. "L'hanno ucciso i debiti". Quel negozio di macelleria a Campomorone, che aveva dovuto chiudere schiacciato dal rosso in banca, era un "macigno" che lentamente lo ha trascinato sul fondo di una scarpata, 90 metri sotto il ponte sul torrente Verde.
Aveva 38 anni, una figlia di 8 e una moglie che da due giorni, disperata, passava le ore attaccata al telefono in attesa di una chiamata del marito. La telefonata è arrivata oggi, dopo mezzogiorno, ma non era quella tanto attesa. Era il maresciallo dei carabinieri che l'avvisava della tragedia.
Non ha lasciato biglietti alla famiglia, ma i motivi la moglie li conosce bene. Sa quanto al marito pesava la delusione di aver dovuto abbandonare il negozio in via Gavino quando i debiti erano diventati insopportabili; quanto gli costava dover costringere lei e sua figlia a sacrificare ogni spesa. E conosce il tormento che assaliva il marito ogni fine mese, quando le banche recapitavano la rata del prestito.
Un imprenditore agricolo di Altivole (Treviso), 53 anni, si è ucciso nella sua azienda. L'uomo si è impiccato nel capannone attiguo all'abitazione. Secondo i familiari, il suicidio è da collegare alla difficile situazione economica in cui versava l'impresa. A fare la scoperta stamani è stato il figlio. Lascia la moglie e quattro figli, due dei quali lavorano nell'azienda, di recente aveva acceso un mutuo per la casa e per il nuovo capannone. Ad aggravare la sua situazione economica anche la siccità delle ultime settimane che aveva compromesso il raccolto di asparagi. Agli amici l'uomo aveva confidato i gravi problemi finanziari ai quali non riusciva a trovare una soluzione.
Ieri un giovane imprenditore agricolo 29enne di Donnalucata, in provincia di Ragusa, si è tolto la vita impiccandosi in una delle serre della propria azienda. Il corpo è stato scoperto dal padre. Sempre ieri si è anche tolto la vita un uomo di 42 anni, dirigente d'azienda disoccupato da alcuni mesi, che si è gettato sotto un treno nei pressi della stazione ferroviaria a Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze. È ricoverato in gravi condizioni in ospedale invece un imprenditore 41enne di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, titolare di un centro di estetica, che ha tentato di uccidersi sparandosi prima alle spalle e poi al ventre nella piazza centrale della cittadina.
Un imprenditore di 62 anni si è tolto la vita questa mattina a Fano, impiccandosi in un capannone della sua azienda, un agriturismo di lusso sulle colline di Gimarra. Ancora ignoti i motivi. Sembra pero' che soffrisse di depressione. L'uomo aveva espresso anche qualche preoccupazione per il futuro dell'azienda o forse per gli esiti di una recente ispezione della Guardia di finanza.
Non sarà stata solo la riduzione della pensione di 200 euro a far compiere un gesto estremo come togliersi la vita, ma sicuramente avrà pesato su una situazione di disperazione. E' accaduto in Sicilia a una donna di Gela. Appena saputo che l'Inps le aveva ridotto da 800 a 600 euro l'assegno mensile non ha retto e si è lanciata dal quarto piano. E' morta sul colpo Nunzia aveva 78 anni. Solo un anno prima le era venuto a mancare il marito e viveva insieme ai figli. Da qualche giorno era caduta in una fortissima depressione proprio per la paura di non arrivare a vivere una vita dignitosa con la sua pensione. [..]
Il 29 marzo a Verona un operaio edile di 27 anni, di origini marocchine, si dà fuoco alle gambe e alla testa dopo essersi cosparso di benzina nei pressi del municipio di Verona. Non riceveva da quattro mesi lo stipendio.
Il 28 marzo a Bologna un artigiano di 58 anni di Ozzano Emilia si dà fuoco nel parcheggio dell'Agenzia delle entrate. Aveva una pendenza con il fisco di 104mila euro e un processo, chiuso proprio quel giorno con una condanna, per false fatturazioni.
Il 27 marzo a Trani un imbianchino di 49 anni si suicida lanciandosi dal balcone di casa. Era da tempo disoccupato.
Il 22 marzo a Genova un senza lavoro di 45 anni sale su un traliccio alla periferia della città e minaccia di uccidersi. Chiede aiuto per comperare scarpette ortopediche alla figlia malata.
La moglie di un imprenditore edile, una donna di 51 anni, è stata trovata morta stamani a Grumolo delle Abbadesse (Vicenza): si è impiccata ad un'altalena, probabilmente anche a causa delle difficoltà economiche della ditta del marito. I carabinieri hanno trovato uno scritto nel quale la donna ha spiegato il suo gesto, genericamente, con le difficoltà della vita. È stato poi il marito, proprietario di una piccola impresa edile, a raccontare ai militari che nell'ultimo periodo la donna era preoccupata per la crisi e le difficoltà finanziarie della sua azienda. La notte scorsa la signora è uscita di casa senza svegliare il marito e le tre figlie, di 24, 20 e 4 anni. Secondo la ricostruzione dei militari, ha quindi lanciato una corda attorno al sostegno dell'altalena nel giardino della sua abitazione e si è impiccata. Quando il marito l'ha trovata, alle 7.30 di oggi, ha chiamato i soccorsi, ma non c'era più nulla da fare.
La crisi continua a uccidere. Perché è la crisi a guidare la mano di quanti, non riuscendo più a onorare i debiti, decidono di farla finita. L'ultimo caso a Cepagatti, in provincia di Pescara, dove gli operai di una fabbrica di infissi hanno rinvenuto il corpo senza vita del loro datore di lavoro. 44 anni, titolare dell'azienda con un socio, lascia una compagna e un figlio piccolo.
Oppresso dai debiti, ha agito all'alba di questa mattina: si è impiccato legando una corda a una trave nei locali dell'azienda che con sacrifici aveva messo su da diversi anni. Una decisione senza ritorno, maturata probabilmente da tempo. L'imprenditore negli ultimi tempi era preoccupato e depresso proprio per le difficoltà economiche.
Si è ucciso il 27 febbraio scorso impiccandosi a una trave all'interno della sua azienda un imprenditore 64enne in un paese sulle colline nei dintorni di Firenze, trovato senza vita dai familiari. Vicino al corpo un biglietto per spiegare la disperazione per le difficoltà economiche, anche se l'azienda fatturava due milioni di euro.
A inizio febbraio ancora un imprenditore impiccato in un capannone della sua ditta a Paternò, in provincia di Catania. L'uomo, 57 anni, sposato e padre di due figli, non ha retto alla pressione dei debiti. La sua azienda si occupava della costruzione di macchine per l'agricoltura.
Aveva denunciato i suoi aguzzini Alessandro Losciale, l'imprenditore di 49 anni che si è tolto la vita il 30 dicembre scorso a Trani, in provincia di Bari, lasciando scritto in un biglietto che non riusciva neanche più a portare il pane a casa. L'uomo si è impiccato in un box che utilizzava come deposito, indotto al suicidio da una situazione esasperata dall'usura.
Un padre si è gettato dalla finestra insieme ai suoi due bambini di uno e quattro anni, un maschio ed una femmina. Sono tutti e tre morti. L'uomo aveva 41 anni, M.T., ed era in preda a una forte crisi depressiva per gravi problemi economici. Era un agente pubblicitario rimasto senza lavoro, e avrebbe cercato nel corso di un litigio di buttare anche la moglie che è riuscita a divincolarsi e chiedere aiuto.
E' successo questa mattina in via Cremona, a Brescia. I tre sono finiti sulle auto parcheggiate nel giardino interno dell'abitazione. L'uomo è deceduto sul colpo mentre i bambini sono morti all'spedale Civile di Brescia.L'uomo prima ha gettato dalla finestra i figli, poi si è ucciso lanciandosi a sua volta nel vuoto.

Bibliografia

James M. Buchanan, Richard E. Wagner
- [1997] La democrazia in deficit. L'eredità politica di Lord Keynes, tr. Emma Galli Tocci e Fabio Padovano, Armando Editore, Roma